No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080516

she's got the jack


Vi avevo già detto che Jack White è un genio? Forse non l'avevo mai scritto qui, ma chi mi conosce sa che lo penso. E, come un desiderio recondito, espresso quando ho visto dal vivo i White Stripes per la seconda volta, quando ho saputo dei Raconteurs (in pratica Jack e i suoi amici Greenhornes) ho capito che anche lui aveva capito: gli ci voleva una vera band. Il primo disco era buono, ma questo probabilmente lo è ancora di più.

Come al solito, niente di nuovo, ci mancherebbe, ma classe innata e blues elettrico a non finire, tocchi di tastiera deliziosi a impreziosire riff che ti pare di conoscere da sempre (fino al piano di Pull This Blanket Off), belle canzoni, toste, alcune romantiche perfino, un po' di fiati alla messicana (The Switch And The Spur), sothern blues (Top Yourself), i Led Zeppelin (influenza di Jack da sempre e per sempre), e la voce di Jack che ormai ci è familiare con quello strano falsetto.

Un disco godibile dalla prima all'ultima nota. Più, una canzone-capolavoro: Many Shades Of Black, un pezzo che sembra una summa della musica "leggera" degli ultimi 100 anni, una leggerezza sospesa tra un pezzo da crooner e un grande classico blues. Imperdibile.


The Raconteurs - Consolers Of The Lonely

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