No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090113

the boy in the striped pyjamas


Il bambino con il pigiama a righe - di Mark Herman 2008


Giudizio sintetico: si può vedere


Berlino, durante la Seconda Guerra Mondiale. Bruno ha 8 anni e suo padre è un soldato. Ha una madre con gli occhi bellissimi e una sorella più grande che gli vuole bene. Dopo una grande festa nella sua casa sfarzosa con tanti servitori, il padre gli comunica che dovranno andare a vivere in campagna. Bruno non è felice, perchè dovrà lasciare gli amichetti.

In campagna, Bruno è solo. La sorella fa amicizia con il giovane attendente di suo padre, un biondino dallo sguardo diabolico, e lui si sente solo, nonostante prenda confidenza con uno strano servitore che porta il pigiama, sbuccia le patate, è magro magro e dice di essere un dottore. Un bel giorno, visto che da grande Bruno farà l'esploratore, in barba alle raccomandazioni di padre e madre, fugge dal recinto della grande casa e va verso la "fattoria". Quando arriva lì vicino, si accorge che intorno alla fattoria c'è uno strano recinto, fatto di filo spinato elettrificato; conosce un bambino della sua età, che si chiama con un nome strano, Shmuel, anche lui è magro magro, porta il pigiama, ha i capelli rasati ed ha sempre fame. Diventeranno molto amici.


Sono dell'opinione, e mi pare di avervelo già detto, che dei film sull'Olocausto non se ne ha mai abbastanza: la memoria va tenuta viva, in caso contrario sappiamo cosa accade (in Italia lo vediamo ogni giorno). Questo lavoro dell'inglese Mark Herman, regista di film quasi mai arrivati in Italia, si basa sull'omonimo libro di John Boyne, e parte da un espediente narrativo interessante (anche se non originalissimo), la Shoah vista dal punto di osservazione di un bambino, appunto, di 8 anni, e si sviluppa non proprio brillantemente, aiutato da una buona fotografia e da una discreta ricostruzione storica degli ambienti e dei "costumi", avvalendosi di una prova recitativa del cast senza infamia e senza lode (la lode va soprattutto ai due bambini). Insomma, nonostante la spregevolezza estrema del tutto, cosa che, spero, suscita sempre una certa rabbia interiore nello spettatore, affiora un po' di noia.

E' il "colpo di scena" finale, che a mio parere risolleva discretamente il giudizio generale sul film.

Promemoria.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

secondo il mio parere qusto e un film molto bello che fa comprendere l'innocenza di un bambino che per aiutare il suo amico a trovare il padre perde la sua vita.
questo perche essendo piccolo era inconsapevole della realta che lo circondava

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con te anonimo ed e per questo che copierò il tu comento per un compito

Filo ha detto...

recensione perfetta.
mi permetto una piccola aggiunta: anche la madre del bambino merita un piccolo plauso per l'interpretazione.