No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090928

arven


L'eredità - di Per Fly 2004


Giudizio sintetico: si può vedere


Il figlio del proprietario di un’acciaieria danese si trova, suo malgrado, a gestire la crisi dell’industria in seguito al suicidio del padre e alla scoperta della montagna di debiti contratti. La cosa sconvolge la sua esistenza; infatti, anni prima aveva lasciato l’azienda di famiglia, si era trasferito in Svezia, sposandosi con una bella attrice di teatro e vivendo agiatamente gestendo dei ristoranti alla moda.


Film che suscita sentimenti contrastanti, ma che fa senz’altro riflettere. Certo, non si capisce se il regista voglia farci provare pietà per i “padroni”, oppure voglia solamente rincuorarci, mostrandoci le meschinità delle quali sono capaci, e dimostrandoci che, in fondo, le loro vite non sono migliori delle nostre (non voglio neppure prendere in considerazione l’eventualità che la storia sia semplicemente un pretesto per un dramma umano; in quel caso ci sono storie migliori). Partendo dal presupposto, nel primo caso non ci riesce, nel secondo caso la differenza sta nel fatto che “loro” dormono in alberghi nei quali una notte vale la metà di un nostro stipendio mensile, e mangiano in ristoranti con conti che valgono due giornate del nostro lavoro, nonostante queste cose la sappiamo già, il fatto che ci vengano in mente dopo un film è positivo. Recitazioni asciutte ma quasi tutte convincenti, regia fluida; produce la Zentropa di Von Trier, anche se manca il sarcasmo e il genio sregolato di Lars.

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