No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090908

o ano em que meus pais saíram de férias


L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza - di Cao Hamburger 2008


Giudizio sintetico: da vedere


Brasile 1970, non manca molto ai Mondiali di calcio in Messico. Daniel e Bia, i due giovani genitori del dodicenne Mauro, partono col figlio da Belo Horizonte alla volta di San Paolo col loro maggiolone: lasceranno Mauro dal nonno paterno Mótel, nel quartiere di Bom Retiro, e loro si nasconderanno, visto il loro attivismo politico, dalla dittatura al potere, dicendo a Mauro che vanno in vacanza e che sperano di tornare per l'inizio delle partite. Lasciano Mauro davanti al portone del palazzo dove abita il nonno, mentre un'ambulanza sta partendo da lì: Mauro e i suoi non lo sanno, ma l'ambulanza trasporta il nonno, ed il nonno è morto. Mauro aspetta ore e ore davanti al portone, finchè il vicino Shlomo (il palazzo, così come il quartiere, è abitato in gran parte da ebrei) si rende conto della situazione, e riceve il bambino in casa sua. La situazione viene affrontata anche in Sinagoga, e Shlomo viene invitato a tenere con sé il bambino, ma la convivenza, all'inizio, non è così semplice: è comprensibile che Mauro sia notevolmente scosso e destabilizzato. Poco a poco, non solo gli abitanti del palazzo, ma tutto il quartiere, "adotta" Mauro, che passerà un'estate costantemente in bilico tra gioia (i Mondiali vincenti del Brasile, ma non solo) e dolore (comprensibilmente).


Praticamente un debutto, questo di Hamburger per il cinema, regista esperto di televisione e di bambini. Tra l'altro, Hamburger ha diretto anche un episodio della serie tv Cidade dos Homens; in questo L'anno... scrive anche la sceneggiatura, insieme ad altre 4 persone accreditate, tra cui l'onnipresente Bráulio Mantovani (Cidade dos Homens, Cidade de Deus, Tropa de Elite).

Film al tempo stesso delicato, forte e commovente, che riesce a raccontare uno spaccato della dittatura brasiliana (durata in pratica 25 anni) ad "altezza bambino", sfida per niente facile. Non solo: aggiungeteci i Mondiali del 1970. Detta così, si rischierebbe di fare un minestrone indigeribile. E invece, al contrario, con molta semplicità, lavorando sugli episodi, sulla quotidianità, riuscendo a tracciare decentemente perfino la psicologia di tutta una serie, piuttosto numerosa, di personaggi che ruotano intorno a Mauro, Hamburger vince la sfida. Racconta, spiega, commuove, diverte. Muove la macchina da presa con grande saggezza, lo aiuta una fotografia corretta per dipingere il periodo, dirige gli attori perfettamente. Spiccano, tra questi, la piccola Daniela Piepszyk (Hanna), non bellissima ma molto particolare, l'anziano Germano Haiut nei panni di Shlomo, attore teatrale brasiliano, e l'ecuadoriana Liliana Castro (Irene), bellezza atipica per il Sud America.

Nessun commento: