No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091217

drabet


Gli innocenti - di Per Fly 2007


Giudizio sintetico: da vedere


Danimarca di oggi. Carsten è un insegnante universitario con evidenti simpatie di sinistra, teoricamente rivoluzionarie, con un intuibile passato di protesta ma con un presente fatto di una casa elegante in città, una casa per l'estate forse più bella, un figlio grande musicista classico, una moglie che gli vuole bene, alunni che lo rispettano e che ovviamente lui tratta con rispetto e simpatia, e un amante, Pil, giovanissima, bellissima, sua ex alunna, attivista no global molto coinvolta nella "lotta" contro le multinazionali e soprattutto le fabbriche di armamenti. Tutto scorre tranquillamente nell'ipocrisia, in una Danimarca con il massimo rispetto delle istituzioni, quando una mattina durante una lezione di Carsten squilla un cellulare. Dapprima lui rimprovera, senza esagerare, gli alunni, e li invita a trovare il cellulare che suona ed a spegnerlo. Poi, ci si accorge che il cellulare che sta suonando è il suo. Carsten si scusa simpaticamente, gli studenti ridono, e lui risponde ed esce dalla classe. E' Pil, è trafelata, gli chiede dei soldi perchè deve scomparire e gli dice che è nella casa estiva. Carsten va in tutta fretta alla casa estiva, e ci trova due "compagni" di Pil, insieme a lei, tutti molto in fibrillazione: durante un azione "dimostrativa" (danneggiamenti di apparecchiature di una fabbrica di armamenti), hanno ucciso un poliziotto. Pil lo sgrida, perchè gli aveva detto di non andarla a trovare. Si separano, i tre hanno intenzione di fuggire, Carsten invità Pil a costituirsi ma tentenna quando lei gli confessa che lei è l'autrice materiale dell'omicidio. Carsten torna a casa e ci trova la polizia: hanno già catturato i tre, proprio nella casa estiva. Carsten è scagionato, ma si vede costretto a confessare alla moglie dell'amante, e decide che rimarrà dalla parte di Pil, sostenendola anche se in carcere. Parte da qui una spirale che coinvolgerà i protagonisti, travolti dai sensi di colpa...


Scusatemi se ho detto anche troppo sulla trama di questo film. La prima cosa che ho pensato dopo aver terminato la visione è il classico "come cazzo ho fatto a perdermi questo film per così tanto tempo". La verità è che, scoprendo che Gli innocenti è in pratica la terza parte di una trilogia di Per Fly che scandaglia le classi sociali danesi (povertà in La panchina, ricchi in L'eredità, classe medio-alta in questo ultimo lavoro), anche il giudizio su L'eredità assume un altro valore. E questo è l'incipit. Su questo film va detto che è davvero un grande film, un film pesante come un macigno, che semplicemente ci dice che il pentimento ha una sua tempistica, oltre al fatto, marginale ma non meno importante, che spesso gli uomini ragionano con le parti basse. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista in collaborazione con una serie di fidati scrittori, è un congegno ad orologeria quasi perfetto, e poco, pochissimo importa se l'incedere dal film risulti lento: è quello che si richiede ad una storia ad una così alta percentuale di drammaticità psicologica, che coinvolge e travolge lo spettatore attento e sensibile. Senza contare una mirata disamina ad una società dove tutto funziona perfettamente, e dove la legge è talmente garantista che l'omertà premia anche un assassino: per fortuna, da una parte c'è il senso di colpa umano, ma per (grandissima) sfortuna (e, direi, quasi per una sorta di umano martirio), una vita spezzata comporta conseguenze devastanti per tutta una serie di persone che gli giravano o gli hanno girato intorno. E, scusate lo spoiler, la scena del figlio del poliziotto ucciso che appoggia la manina al vetro della finestra, in una sorta di saluto/supplica verso la persona che ha provato a chiedere un perdono fuori tempo massimo, è straziante in maniera totale.

Mi viene da pensare che un film così, che esce da un regista con nazionalità assolutamente "neutrale", andrebbe proiettato alle platee che parlano di lotta armata e delle loro conseguenze.

Un film davvero congegnato alla perfezione, dove spicca l'enorme prova di Jesper Christensen (Carsten), unico attore presente in tutti e tre i film della cosiddetta "trilogia delle classi" di Fly, dove davvero trovare qualche difetto è un'impresa ardua.

Stra-consigliato.