No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100202

tutto fa un po' male


Afterhours + Goodmorningboy, 27/04/2005, Firenze, Auditorium Flog


Forse ancora non si sentivano pronti per i palasport. Forse invece, hanno preferito andare sul sicuro, e riempire i club. La solita discussione tra estimatori e detrattori. Oppure solo una riflessione, fate voi. Fatto sta che la data del 28 aprile al Flog va esaurita, e se ne aggiunge un’altra il giorno precedente; e non è che sia proprio vuoto il Flog stasera, anzi, anzi. Buon segno, per la musica italiana, buon segno per gli Afterhours, che, stando alle ultime interviste, sono decisi ad andare alla conquista dell’Europa e, se possibile, del mondo. A dargli manforte, anche sul palco e anche stasera, Mr. Greg Dulli, ex Afghan Whigs, attuale leader dei Twilight Singers. Il nuovo Ballate Per Piccole Iene, buon disco, risente pesantemente della sua influenza.
Notizie poco confortanti durante l’attesa fuori dal locale: nel pomeriggio Manuel non si è presentato alla Feltrinelli, dove doveva essere con gli altri. Motivo: bronchite.
Un cantante con la bronchite non è una buona premessa.
Apre Goodmorningboy con quasi tre quarti d’ora di ‘’canzoni da funerale’’ come le definisce lui; fa da contrasto la sua simpatia, inoltre diversi pezzi sono davvero buoni. Chitarra e voce, e via.
Passate da un po’ le 22,30 arrivano i paladini del rock italiano, e il vate Manuel apre le danze con Sulle Labbra. Suoni confusi, come spesso accade, che migliorano però quasi subito dopo con Male di Miele. In effetti, Manuel è un po’ sottotono, ma non si risparmia di certo, almeno così pare. Cominciano gli estratti dal nuovo cd : E’ la fine la più importante suona potente, ma scarna nel ponte, così come nel disco. E’ la volta di Dea, quindi un inizio con un quartetto di pezzi tirati. C’è chi suggerisce che sia un ‘’sacrificio’’ da parte di Manuel, per togliersi di torno i pezzi che mettono a dura prova l’ugola. Va bene anche così. Il mio pezzo preferito del nuovo cd, Ci sono molti modi, bellissimo, a ruota ancora estratti da BPPI, Sangue di Giuda, Carne fresca (solo a me ricorda The Rime of The Ancient Mariner degli Iron Maiden nell’arpeggio principale?) e Il compleanno di Andrea, preceduta da Pelle, che però, riarrangiata col piano, dà l’impressione di non essere stata completamente digerita soprattutto da Prette, stranamente, visto che ancora di più questa "stagione" è la dimostrazione del suo essere colonna silenziosa ma portante degli Afterhours. Facendo due conti quindi, il nuovo arrangiamento non va bene.
Arriva la prima pausa, e qui lo sbigottimento. Non è passata ancora un’ora, e già iniziano le manfrine. Allora è vero, Manuel ha qualche problema. Si fanno aspettare, Manuel rientra gesticolando che vuole più chiasso, e attacca Musicista contabile, la canzone più brutta ma più ironica degli Afterhours; viene ‘’mixata’’ con la cover de La canzone di Marinella di De Andrè, e, sinceramente, sarebbe il caso di cambiare cover a questo punto. Una buona versione di Bungee Jumping chiude il rientro. Sbigottimento che cresce, ma in effetti ormai si nota che Manuel usa la voce un po’ al risparmio (ovviamente rispetto ai suoi standard, che si sa, sono piuttosto generosi); infatti, al rientro si scusa e dichiara la bronchite (l'avesse dichiarata prima, come saprà chi gioca a tresette, valeva doppio).
Il pubblico si placa (ho visto qualcuno piuttosto incattivito), e partono i pezzi della striscia finale, Non sono immaginario acustica, solo Manuel chitarra e voce, Quello che non c’è, il singolo nuovo Ballata per la mia piccola iena, ottima, Voglio una pelle splendida. La chiusura è affidata alla beatlesiana Helter Skelter cantata da Greg Dulli, che presenta la band.
Non è stata una serata fortunata, ma direi che poteva andare peggio. Ci rifaremo presto, visto che gli Afterhours stanno sempre in giro. Voglio riascoltare i pezzi nuovi dal vivo, perchè questo non è un disco immediato da digerire. Voglio rifletterci ancora. Ma che peccato non fare nemmeno un pezzo da Non è per sempre, sembra che lo rinneghino. E non è giusto.

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