No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100213

The Man Who Will Come


L’uomo che verrà – di Giorgio Diritti 2010

Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: poi uno si ‘iede perché si festeggia ir 25 aprile…


1943, pendici del Monte Sole, vicino a Bologna, la città in linea d’aria dista poco ma in realtà la vita da contadini di montagna è lontana anni luce. In più, c’è una guerra in corso, anzi due: la Seconda Guerra Mondiale vede impegnata l’Italia, che è sotto il fascismo, e le truppe tedesche sono ben presenti, ma sulle montagne agiscono le Brigate Partigiane. In particolare, nella zona del Monte Sole era presente, e ben radicata, la Brigata Stella Rossa, che a dispetto di quanto possa far pensare il nome era apolitica (e rivendicava la sua apoliticità), ed era comandata da Mario Musolesi detto Il Lupo.

La piccola Martina è l’occhio che ci guida attraverso la ricostruzione storica degli accadimenti: infatti, è muta da quando le è morto un fratellino tra le braccia. La sua famiglia, il padre Armando e la madre Lena, vive e lavora in quella zona, insieme alla numerosa famiglia, e porta avanti tutta una serie di tradizioni contadine. Martina si sta preparando alla Prima Comunione, e, nel frattempo, Lena scopre di essere incinta: Martina è felicissima.
La vita scorre tra tutte queste cose, i sogni non sono permessi, e chi li ha (Beniamina, una zia di Martina) viene malvisto. La guerra intanto si incrudisce, e proprio mentre, alla fine del settembre 1944, Lena inizia il travaglio, i tedeschi scatenano una rappresaglia di una crudeltà inaudita, che finirà descritta dalla storia come la strage di Marzabotto.

Forte di un rispetto guadagnato col suo debutto Il vento fa il suo giro, che è diventato un film culto grazie al passaparola e che, in pratica, non aveva distribuzione, Diritti, questa volta supportato maggiormente, e soprattutto distribuito nei cinema da Mikado, continua a fare il suo cinema agreste, quasi selvaggio, attento e rispettoso dei linguaggi (per chi non lo sapesse, il film è interamente recitato in dialetto bolognese – oltre che in tedesco, ovviamente, quando parlano tra di loro i soldati delle SS – e sottotitolato in italiano) e, visto che questa volta si confronta con un fatto storico, accurato rispetto alla ricostruzione non solo dell’accaduto, ma pure di tutto ciò che c’era intorno, e dunque, soprattutto la vita contadina, sviscerata in molti dei suoi “riti”, e descritta con tempi quasi reali, che richiamano un certo tipo di cinema orientale. Nel complesso, in questo film Diritti ricorda moltissimo le altrettanto accurate ricostruzioni storico-cinematografiche di Paolo Benvenuti, che questo ha praticamente costruito una carriera, seppure di nicchia.
Diritti sceglie alcuni attori professionisti nei ruoli chiave (bravi sia Maya Sansa [Lena] che il meno conosciuto Claudio Casadio [Armando], ma ce ne sono altri), oltre a non professionisti, e il risultato lo ripaga abbondantemente. La fotografia è ottima, nonostante, come pare, la tendenza ad usare luci naturali, e le location (Radicondoli – Siena – e la stessa provincia di Bologna) perfette, la storia agghiacciante, come qualsiasi altra storia di guerra, con un escalation inesorabile ma plausibile, intervallata dalla vita di tutti i giorni. Da notare inoltre che Diritti rimane piuttosto imparziale (i Partigiani che osservano i rastrellamenti), e soprattutto che la piccola protagonista, Greta Zuccheri Montanari nei panni di Martina, è meravigliosa.
Il film però avrebbe guadagnato se fosse stato “sfrondato” di qualche decina di minuti, e, in effetti, il finale appare leggermente forzato, seppur simbolicamente importante.
Ottimo documento, ben fatto, ma a dispetto dell’imponenza “cattiva” dell’evento narrato, il film precedente di Diritti mi era parso più “potente”.
Da vedere per non dimenticare, e per far tesoro di alcune lezioni importanti, che sarebbero valide anche oggi, non solo sulla guerra (come sottolinea il sito filmup.it, la frase del film "Non si chiedono soldi a chi è nel bisogno").

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