No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110427

28 days later


28 giorni dopo - di Danny Boyle (2003)

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: ganzetto

Ritorna l'eclettico Danny Boyle, e questa volta si cimenta con il genere "catastrofista". Lo fa alla sua maniera, ed il risultato è positivo.
Incipit claustrofobico (liberazione di alcune scimmie cavie di laboratorio da parte di un commando animalista, che genera la diffusione immediata del terribile virus) e "risveglio" allucinante (un pony express si sveglia dal coma che gli ha nascosto l'accaduto, esce dall'ospedale e si ritrova a vagare in una Londra deserta, quasi una contraddizione in termini), avviano una prima parte ottima, che tiene assolutamente incollati alla poltroncina solo col terrore.

Il richiamo palese al Romero de "La notte dei morti viventi" porta avanti la storia, insieme alla formazione di un gruppo di sopravvissuti al virus che si coalizzano verso una improbabile salvezza; le riprese in digitale e alcuni "inserti" visivi aiutano l'atmosfera.
Nella seconda parte, come sempre accade nelle storie, ma in particolare in quelle di questo tipo, la sceneggiatura si perde un po', cercando una strada per il finale; c'è tempo per creare una situazione "maschilista" e "militarizzata" disdicevole ma, chissà, veramente, come ci comporteremmo in un frangente del genere?
Non si "sale" nella filosofia, ma il risultato e tutt'altro che da buttare.
Da notare un'ottima soundtrack (Godspeed You! Black Emperor, Grandaddy tra gli altri), il passaggio alla tecnica di ripresa "tradizionale" nell'ultima sequenza (quella, evidentemente, della rinascita della speranza), e, in fondo ai titoli di coda, il ringraziamento ai vigili urbani di Londra per aver tenuto a bada il traffico (tra l'altro, come insegnano i saggi, dando un'occhiata nei Trivia di Imdb.com ci si accorge che, appunto, l'eclettico Boyle non ha "utilizzato" solo i vigili urbani)!

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