Natalie Merchant - Natalie Merchant (2014)
Per chi cominciava a dubitare che l'amata Natalie Merchant sapesse ancora scrivere canzoni (era dal 2001, con Motherland, che non pubblicava materiale interamente originale - nonostante quello che scrissi qui, perché anche The House Carpenter's Daughter, nonostante fosse un lavoro in studio, era composto da cover - seppure i suoi lavori non mancassero di essere interessanti e perfino difficili da costruire e da fruire), ecco finalmente questo disco eponimo, uscito agli inizi di maggio. La signora Mercante (che bella cosa Wikipedia: scopro solo oggi che il nonno di Natalie emigrò negli States dalla Sicilia), oggi una florida cinquantenne senza ritocchi estetici, che non nasconde fili d'argento nella sua chioma, riesce ancora a toccare corde emozionali con il suo folk imbastardito da pop d'autore ma non solo, perché dopo qualche ascolto in questo disco troverete di tutto, da Tom Waits ai REM, e impreziosito da un songwriting di tutto rispetto e da testi che trattano sempre di argomenti delicati ed importanti (sentite cosa riesce a fare a proposito di Katrina e il disastro di New Orleans, con Go Down Moses - che tra l'altro, parafrasa uno spiritual rifatto pure da Louis Armstrong - cantata insieme a Corliss Stafford, e che si muove in territori gospel), non mancando mai di esprimere il suo punto di vista forte su vari argomenti di attualità.
Siamo contenti che sia tornata con tutta la sua classe.
Welcome back, dear Natalie. We missed you, we missed your songs, your voice and your class. Someone, maybe, started to doubt about the capacity of Ms. Merchant to write good songs: it was from 2001's Motherland that she didn't published original songs. But, here we go: this silver-haired lady is back with a new album, and with a bunch of good new songs. As I said, welcome back.
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