Akta Manniskor - di Lars Lundstrom - Stagioni 1/2 (10 episodi ciascuna; SVT) - 2012/2014
In una realtà utopico/distopica (a seconda dei personaggi, come vedrete), futuribile ma nemmeno troppo, sono diffusi gli hubot, robot perfettamente identici ad esseri umani, in vendita un po' dappertutto, usati soprattutto per lavori manuali e come domestici, da compagnia o da assistenza anziani, da babysitter. Programmati in base alle tre Leggi della robotica di Asimov, generano una situazione curiosa: sono del tutto simili agli esseri umani, ma sono facilissimi da individuare da vicino, a causa di alcune particolarità. Ogni nazione ha leggi e regole diverse nei loro confronti; il sesso tra umani e hubot è considerato tabù, ma in realtà è largamente praticato, al punto che si sono creati nuovi generi nel campo delle preferenze sessuali. Ogni hubot ha, sotto la nuca, una presa usb mediante la quale si possono scaricare aggiornamenti. Esiste poi un sottobosco variegato: modificatori dei comportamenti degli hubot, illegali ma non difficili da trovare, locali dediti esclusivamente alla prostituzione hubot, mercato nero di hubot rubati o riciclati. Ci sono amanti degli hubot anche non dal punto di vista sessuale, e ci sono persone anti-hubot, che si aggregano perfino in associazioni politiche. E poi c'è il mito: David Eischer, uno stimato programmatore morto da qualche anno, che pare abbia riprogrammato un piccolo gruppo di hubot, e con alcune modifiche, abbia addirittura dotato questi hubot del libero arbitrio, "liberandoli" dall'essere proprietà di un essere umano. Il codice creato da Eischer, e mediante il quale sembrerebbe aver effettuato questa sostanziale modifica, diventa una specie di graal.
Il passaparola della rete è una gran cosa, quando ci si appassiona al cinema, alla musica così come alle serie televisive. Non voglio sembrare troppo esterofilo, e ammetto che pure in Italia per quanto riguarda la musica si son fatti dei grandi passi avanti, ma se parliamo di cinema, e soprattutto di serie tv, lo stivale è peggio del terzo mondo. Ecco quindi che qualche tempo fa odoro questa serie svedese, mi convinco e comincio timidamente, aspettando uno o due fine settimana per dargli, come si dice, il colpo finale. Due stagioni di dieci episodi da circa un'ora, diritti venduti già nei paesi anglosassoni per possibile remake, e la promessa di una terza stagione almeno. Akta Manniskor (perdonerete ma non ho la tastiera svedese, quindi non scriverò i due pallini sopra la a iniziale di Akta e quella presente in Manniskor) è una serie che permette di "staccare" dalle produzioni statunitensi, dove tutto è estremizzato, e di assistere ad una flemma diversa da quella inglese. Chi ha visto Bron Broen, produzione danese/svedese, sa già quello che intendo, e di certo non voglio spacciarmi come esperto di cultura contemporanea scandinava, ma qualcosa delle società si può evincere anche dall'intrattenimento che ne arriva. Akta Manniskor (veri umani la traduzione probabilmente non precisa, come che sia è il nome del partito politico che si oppone all'uso degli hubot) è una serie che riesce a far convivere il grottesco con spunti etici importanti, l'umorismo nordico con riflessioni profonde sul significato di "essere umano", e riesce a farlo senza snaturare l'approccio personale scimmiottando modi di fare intrattenimento propri di altre culture. Accanto a regie tutto sommato nella norma, troviamo una messa in scena sorprendentemente ben fatta, soprattutto nel trucco degli attori che interpretano gli hubot, e alcune prove di elementi del cast davvero encomiabili. A proposito del cast, molti non riconosceranno alcuna faccia nota. Invero, posso dirvi che nella parte dell'adolescente Tobias Enger c'è Kare Hedebrant, il fantastico Oskar di Lasciami entrare, Andreas Wilson (modello per Abercrombie & Fitch) è Leo Eischer, Eva Rose (già nel fantastico Kops) è l'hubot Niska, David Eischer è interpretato da Thomas W. Gabrielsson, Rantzau in Royal Affair. Molto brava Pia Halvorsen nei panni di Inger Enger. Per chi avesse bisogno di particolarità da fanatico per convincersi, vi posso dire che la chiesa dove si rifugiano gli hubot "figli" di David, è la stessa de Le mele di Adamo. La fonte è il mio occhio, ma chi ha visto quel film, mi darà ragione.
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