Homeland - di Gideon Raff, sviluppato da Alex Gansa e Howard Gordon - Stagione 5 (12 episodi; Showtime) - 2015
Carrie si è trasferita a Berlino con la figlia, e adesso lavora come capo della sicurezza per Otto During, un ricco tedesco (discendente di nazisti) che ha fondato un'importante organizzazione filantropica. During vuole recarsi in Libano, in un campo profughi siriano, al fine di garantire nuove entrate per l'istruzione e la degna sopravvivenza di questi profughi, da parte dei numerosi investitori. Carrie ha 3 giorni per preparare la pericolosa visita; si consulta prima di tutto con Allison Carr, capo della sezione CIA di Berlino, vecchia collega, chiedendole la situazione di intelligence di quel luogo, e viene presa alla sprovvista quando Allison non le offre niente, a meno che Carrie non ricambi con informazioni sulla fondazione During. Carrie ha anche un duro scontro verbale con Saul, che la accusa di aver lasciato la CIA ed esseri messa a lavorare per "l'altra sponda".
Nel frattempo, due hacker tedeschi si prendono gioco di un sito di reclutamento islamico per la jihad; un tecnico della CIA a Berlino, monitorando il sito, si accorge dell'attacco, e cerca di tracciare i due hacker. Il risultato è che i due hacker riescono a contrattaccare, ed a entrare nel sito CIA rubando più di 1000 documenti riservati. Uno di questi documenti arriva alla giornalista Laura Sutton, statunitense dissidente trasferita a Berlino che lavora per la fondazione During. Il documento rivela che i servizi segreti tedeschi hanno ripetutamente violato le leggi sulla privacy, avvalendosi dei servizi della CIA per avere informazioni riservati su cittadini o residenti tedeschi in odore di jihadismo. Laura va in televisione e denuncia il fatto.
Appena i dirigenti dei servizi segreti tedeschi vengono a sapere che la rete della CIA è stata violata, chiudono immediatamente il servizio di sorveglianza. Saul sceglie di continuare il programma a dispetto delle decisioni tedesche, e incarica Quinn come freelance killer per assassinare obiettivi confermati dal programma stesso, al di fuori dei programmi ufficiali dell'Agenzia.
Carrie riesce ad organizzare un incontro con un comandante di Hezbollah, dove richiede un passaggio sicuro per During durante la visita; il campo profughi è, infatti, sotto il controllo di Hezbollah. L'incontro e la richiesta sembrano non andare a buon fine, dato il curriculum (CIA) di Carrie, ma nella notte, Carrie stessa riceve una chiamata dal comandante, che le conferma che During è invitato da Hezbollah.
Dite quello che volete, ma ogni volta che penso ad Homeland penso a quanto bisogna essere bravi, come gruppo di sceneggiatori (e pensare che sicuramente non sono certo gli stessi delle prime stagioni), a riuscire a far cambiare pelle praticamente ogni stagione di questa serie. A reinventarsi, a mettere in piedi storie credibili, per quanto possano essere tacciate di filo-imperialismo statunitense, razzismo, di essere anti-arabi o anti-musulmani. Homeland secondo me è diventato l'equivalente politico di The Good Wife per quanto riesce, con un'opera di fiction, a stare "sul pezzo", a trattare temi di scottante attualità, certo, da un punto di vista che può essere criticabile, ma che a volte riesce a confondere, appunto, la finzione con quello che potrebbe essere la realtà.
Vincente la scelta di ambientare la nuova stagione a Berlino, intrigante l'intrigo (allitterazione voluta) internazionale tra servizi segreti di ogni dove, Claire Danes un poco stantìa (ormai conosciamo ogni sfumatura delle sue espressioni facciali, grazie a Homeland), ma ce ne fosse.
Due parole sul cast di questa stagione. Si rivedono con piacere Sebastian Koch (Le vite degli altri) nella parte di Otto During, e Yigal Naor (House of Saddam) nella parte del generale siriano Youssef. Bella la faccia di Mark Ivanir (Ivan Krupin).
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