Narcos - di Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro - Stagione 1 (10 episodi; Netflix) - 2015
Colombia, anni '70. Mentre negli USA comincia a farsi strada l'uso ricreativo della cocaina, Pablo Emilio Escobar Gaviria (il terzo di molti figli di un contadino e di una maestra elementare, che aveva cominciato la sua carriera criminale molto giovane, prima rubando lapidi, vendendo biglietti della lotteria falsi e sigarette di contrabbando, rubando qualche automobile, passando poi ai rapimenti e al servizio di un noto contrabbandiere), col sogno di diventare milionario, comincia a costruirsi un impero fondato proprio sulla coca e sul suo traffico verso varie destinazioni negli USA, agendo però su vasta scala, e non come era stato fatto fino ad allora, sia a livello di produzione che di distribuzione.
Mentre Pablo dimostra un'intelligenza strategica degna di nota, non solo corrompendo gran parte della polizia colombiana, ma più tardi, perfino diventando alleato pure della M-19, organizzazione guerrigliera di sinistra attiva tra il 1970 e il 1990, ma pure assumendo un chimico cileno e impiantando rudimentali fabbriche di cocaina direttamente nella foresta pluviale, e mettendo in piedi una logistica da paura per il trasporto massivo di cocaina verso, appunto, gli Stati Uniti, negli USA comincia a crearsi una coscienza sociale che obbliga il governo stesso a scelte di forte ingerenza verso la Colombia, per limitare i danni interni prodotti dalla droga. Ecco quindi che due agenti della DEA, Steve Murphy e Javier Pena, vengono inviati in Colombia per aiutare le forze di polizia locali a catturare quello che, nel frattempo, è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo.
La prima stagione, raccontata proprio dal punto di vista dell'agente Murphy, racconta dalla metà degli anni '70 fino al 1992.
Altro colpaccio per Netflix, che sceglie di raccontare, romanzando, la vita e le opere del più famoso druglord di tutti i tempi (ho visto personalmente europei andare in pellegrinaggio sulla sua tomba), affidandosi a tre esperti produttori e sceneggiatori, e, altra intuizione vincente, mettendosi nelle mani di José Padilha, regista brasiliano che diresse il mozzafiato Tropa de Elite, che, supponiamo, sia stato decisivo nella scelta dell'attore protagonista, anche lui brasiliano, Wagner Moura, protagonista nel film citato poc'anzi (scelta che ha portato a qualche polemica, soprattutto in Sud America, per i difetti di pronuncia dello stesso attore, particolare che ho notato anche io, ma che ritengo assolutamente trascurabile, alla luce del risultato).
Il risultato, appunto. Alternando girato originale a spezzoni d'epoca, scegliendo di raccontare la storia dal punto di vista di uno degli agenti della DEA che fu inviato dal governo USA in Colombia praticamente in pianta stabile per corroborare la caccia ad Escobar, forte di una regia che sa dosare adrenalina e descrizione, di dialoghi suggestivi e di un cast interessantissimo, fatto soprattutto da attori latino americani già legati a produzioni statunitensi, Narcos è stato una delle novità più eccitanti dell'anno 2015.
Non mi soffermo oltre sul cast, perché mi rendo conto che posso diventare pedante e raccontarvi cose che vi interessano poco, ma vi assicuro che se voleste approfondire trovereste molte cose curiose, e vi dico solo che nel 2016 andrà in onda la seconda stagione: io personalmente, non vedo l'ora.
1 commento:
Ho visto mezza puntata settimana scorsa, e mi sembra veramente interessante.
Finisco FargoS02 e poi lo attacco seriamente.
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