The Knick - di Jack Amiel e Michael Begler - Stagione 2 (10 episodi; Cinemax) - 2015
1901. Thack è ancora nella clinica di disintossicazione, ma, genio com'è, è divenuto se possibile ancor più dipendente dalle droghe. E' riuscito a creare un mercato interno, grazie al quale lui esegue interventi di piccola chirurgia plastica sulle prostitute, e in cambio ottiene droga.
Nel frattempo, Algie è capo chirurgo temporaneo, e cerca in tutti i modi di rendere permanente questa posizione. Ma si accorge di avere un problema ad un occhio, causato da tutti i combattimenti sostenuti nei bar: ha un inizio di distacco della retina. Il consiglio dell'ospedale, ad ogni modo, si oppone a rendere permanente la sua posizione.
Sorella Harriet è stata arrestata per gli aborti, ma Cleary paga un buon avvocato per tentare in tutti i modi di tirarla fuori dai guai.
Cornelia è fatta rientrare a New York dal suocero, che fa in modo che lei e suo figlio vivano sotto il suo stesso tetto.
Gallinger torna, dopo il congedo preso per occuparsi di sua moglie, ancora instabile, e rimane esterrefatto dal trovare Edwards nella posizione di capo chirurgo. Mette in azione un piano diabolico: rapisce Thack dalla clinica di riabilitazione, e lo costringe a disintossicarsi su una barca in mezzo all'oceano. Il processo è ovviamente doloroso, ma alla fine, Thack è sobrio e rientra, insieme a Gallinger. Colpito profondamente da tutto ciò, comunica però al consiglio, che da lì in poi si dedicherà alla ricerca: vuole trattare la dipendenza come una malattia, e trovarne la cura.
Meravigliosa, The Knick, anche in questa sua seconda stagione. Meravigliosa per argomenti trattati (l'entrata in scena della moglie di Algie, Opal, è solo una delle piccole perle che acuiscono il "trattamento" di grandi temi come il razzismo, partendo dalla radice, naturalmente, essendo la serie ambientata proprio agli inizi del secolo scorso), per la fotografia e l'approccio registico, diverso da qualsiasi altra cosa avessimo visto fin'ora, per il cast, impeccabile fin nel più apparentemente insignificante personaggio (penso solo al "compare" di Cleary, o al barista nero del bar preferito da Algie), per la colonna sonora, spiazzante ma decisamente personale, per la crudezza di alcune scene, per la ricostruzione di un periodo storico fondamentale, non soltanto dal punto di vista scenografico, quanto da quello delle idee, dei temi, dei comportamenti, degli usi e costumi. L'approccio all'eugenetica di Gallinger è una delle cose più agghiaccianti proposte da una serie tv, a mio personale giudizio.
Finale imprevedibile, ma magnifico, e finanche coraggioso.
A questo punto, Cinemax ha tra le mani un oggetto straordinario, con la possibilità di farlo diventare importantissimo. Soderbergh ha già chiarito che non sarà più della partita, e che lascerà ad un altro regista, suggerendo alla rete di ricambiare ogni due anni, se ce ne sarà la possibilità, in modo che "ogni due anni ogni regista abbia la libertà di creare il suo proprio universo". E' probabile quindi che, se ci saranno, le prossime due stagioni saranno girate di seguito, ma che forse si dovrà attendere fino al 2017 per vedere la terza.
Avanti così. Attendiamo.
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