La generazione - Simone Lenzi (2012)
Quando hai quasi cinquant'anni e fai la hostess da trenta, e sei nata a Los Angeles che non è neanche una città, ma un'area metropolitana immensa, attraversata da fiumi di traffico su autostrade a sette corsie, e ti ritrovi a Pisa, a trasportare gente incuriosita dalla frustrazione di un architetto del XII secolo che non riusciva a costruire una torre diritta su una superficie freatica, è naturale che tu ti senta sola e che alle tre di notte cerchi un senso in un programma televisivo o nell'uomo che ti sorride alla reception cercando di farti sentire a casa.
Debutto letterario del livornese Simone Lenzi, cantante dei Virginiana Miller, risalente a qualche anno fa, e dal quale Paolo Virzì trasse il film Tutti i santi giorni (del quale Lenzi è stato co-sceneggiatore) nello stesso anno dell'uscita (2012). Ed è un bel leggere. Perché il flusso di coscienza del protagonista è totalmente umano quanto intellettuale, e pur nella "sconfitta", trova il lato positivo. Lenzi ha il suo stile, e non vedo l'ora di leggere le sue opere più recenti.
Literary debut of Simone Lenzi from Leghorn, also singer of Virginiana Miller, dating back a few years ago, and from which Paolo Virzì got the film Tutti i santi giorni (of which Lenzi was a co-writer) in the same year of release (2012). And it's a good read. Because the flow of consciousness of the protagonist is totally human as well as intellectual, and even in the "defeat", he finds the positive side. Lenzi has his style, and I can not wait to read his most recent works.
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