No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20141212

Malta - Novembre 2014 (8)

Siamo quindi all'ultimo giorno "intero" a Malta, di questa piccola vacanza. Solito percorso mattutino, e verso le 9,00 siamo pronti per partire. All'arrivo del bus scopro con piacere che la guida di oggi è ancora Anna, la maltese che mercoledì scorso era alla testa dell'escursione a Mdina. Oggi si va di inglese e italiano, c'è una minoranza di italiani e molti inglesi. Il bus è già molto carico, del resto questa è l'ultima "fermata", siamo molto vicini a Cirkewwa, il terminal dei traghetti per l'isola di Gozo. Imbarco e traversata di circa 20 minuti, sulla nostra destra Comino e Cominotto (Anna dice che Comino è stata usata come set per Montecristo), la prima abitata da una famiglia anziana, la seconda disabitata (e te credo). Tra le due isolette c'è la cosiddetta Laguna Blu, meta di escursioni in barca (sarà per la prossima volta). L'attracco è a Ghajnsielem, anzi, per la precisione a Mugiarro (in maltese Mgarr, e qui ovviamente vi verrà a mente lo sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo).
Si va per la prima tappa sull'isola di Gozo, che è il Santuario di Ta' Pinu (so che vi viene da ridere, ad ogni modo in maltese significa "di Giuseppe"), costruito nel luogo dove una donna del luogo, nel 1883, asserì di aver sentito la voce della Vergine Maria. Siamo vicini al villaggio di Gharb (o Garbo).
La chiesa non ha nulla di particolare, se non la sua storia, e una lista di miracoli che, si dice, siano accaduti in quei luoghi. Nel retro ci sono infatti un sacco di ex voto. Ecco, questa è una cosa che mi ha sorpreso, o almeno non mi aspettavo. I maltesi sembrano molto legati alle tradizioni cattoliche romane, e pare che le feste cattoliche siano spettacolari. Me ne sono convinto quando ho fatto caso che in tutte le rotatorie dell'isola, c'erano già pronti addobbi natalizi, presepi e affini.
Dopo la visita a questo santuario, accade una cosa buffa. Si riparte diretti ad un negozio di souvenir "convenzionato", piuttosto vicino. All'arrivo, controllo meglio le facce dei passeggeri, e realizzo con certezza quello che mi pareva di aver intuito già prima di scendere: manca una coppia, due ragazzi inglesi, giovani. Lo segnalo ad Anna, che va nel panico, e poi spedisce l'autista a riprenderli al santuario. Non sarebbe accaduto niente, ma la mia buona azione l'ho fatta anche oggi, da brava Giovane Marmotta.
Ora, la giornata prosegue con la visita a Dwejra, dove ho fatto talmente tante foto che ve ne ho mostrate già molte nel primo e nel secondo "episodio". Ce ne sono ancora. Ad ogni modo, si arriva nel piazzale che funge da parcheggio, da bravi turisti quasi tutti accettano il consiglio di Anna di farsi un giro in barca; i "barcaroli" del luogo son lì che ci attendono. Si parte dal cosiddetto "mare interno", si attraversa la fenditura che porta all'esterno, e si arriva sotto la ormai mitica Finestra Azzurra (come forse già detto, il vero motivo per cui sono qui). Beh, io ve lo dico: sarà da turisti, ma diamine, se ne vale la pena. Ne vale talmente la pena che a quei 4 euro per 10 minuti di barca ne aggiungo uno, che il resto a 5 non lo voglio proprio, anche se il nostro timoniere è stato tutto fuorché simpatico. Sono convinto che ho un sorriso ebete stampato sulla faccia. Approfitto del tempo restante per recarmi nello spiazzo roccioso naturale per fare un altro pacco di foto alla Finestra Azzurra dall'altra parte, e a ricordarmi il matrimonio dothraki.
Si intravede, prima della scogliera sullo sfondo, lo scoglio detto Rocca del Generale

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