No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20151116

Danzica (Polonia) - Ottobre 2015 (1)

Venerdì 16 ottobre
Avendo ripreso la buona abitudine di fare delle ferie brevi in settembre con il city break a Vilnius, mi piaceva proseguirlo anche in ottobre, visto che avevo già programmato una scappata in UK per fine novembre, e un megaponte dell'Immacolata (dicembre) a Marrakech. Epperò, ottobre si presentava piuttosto complicato, per i molteplici impegni di lavoro, dei quali avete già letto e leggerete su queste pagine. L'unico "buco" era questo, il weekend del 16/17/18 ottobre, quindi rapida ricerca sui voli disponibili da Pisa, per non perdere troppo tempo, e voli che rientrassero alla perfezione nel programma. Quello per Danzica era perfetto: partenza nel pomeriggio del venerdì, ritorno nel pomeriggio del lunedì, giusto in tempo per ripassare da casa, cambiare i vestiti nel trolley, e ripartire per Parigi. Ci ero andato vicino anche l'anno scorso di questi tempi, ma stavolta faccio sul serio, prenoto un albergo in pieno centro, i trasferimenti da e per l'aeroporto, il volo, e ci siamo. Volo come sempre in stato di dormiveglia (ormai l'effetto soporifero dell'aereo riesco a vincerlo solo in compagnia, e non sempre), e si arriva a Danzica che non fa neppure troppo freddo, solo che del sole non v'è traccia. Le previsioni non sono troppo buone, ampie possibilità di pioggia (ma quassù è normale), per fortuna non acquazzoni o robe del genere. L'autista è ciarliero, mi consiglia cosa vedere e addirittura qualche ristorante, ed arrivo all'Hotel Artus che sta facendo buio. E' un tre stelle ubicato proprio davanti alla Basilica di Santa Maria (dalle finestre della mia camera posso toccarla), molto carino, con camere ampie e arredate con gusto. Mi sistemo, ed esco per mangiare qualcosa per cena. Sono in Polonia, ho voglia di pierogi. Quanti ne ho mangiati quando Massi e Sylwia abitavano ancora a Varsavia. Per fortuna che mi ispira il Velevetka, ristorante con cucina regionale giusto dietro l'angolo, dove ordino una birra locale e un piatto di pierogi misti che mi soddisfano alquanto.
Esco rincuorato, la notte è fresca ma non fredda, non piove, mi faccio una passeggiata. La piazza, giusto dietro l'hotel, dove si affaccia di sbieco il ristorante e pure il Dwor Artusa, si chiama qualcosa come "mercato lungo" (Dlugi Targ), e in pratica va dal municipio alla Porta Verde (Brama Zielona). Percorro quella, ammirando la Fontana di Nettuno e i bar/ristoranti che vi si affacciano, poi prendo il lungo fiume (la Motlawa, che non è altro che un ramo del delta della Vistola) fino alla gru portuale medievale. Rientro in albergo per qualche telefilm e naturalmente, per dormire.


Il mercato (Dwor Artusa)
La Porta Verde
La gru portuale medievale

Sabato 17 ottobre
Esco dopo la colazione, che viene fornita nel ristorante incorporato nell'Hotel, il Cafe Bar Mon Balzac (per il cappuccino però devo pagare un extra), e per prima cosa cerco un ATM dove prelievo un po' di zloty. Inizio a prendere le misure del centro, cosa che, mi accorgo, avevo già fatto la sera prima: in effetti, il vero centro di Danzica è piuttosto piccolo. Quindi, girovago tranquillamente, poi mi dirigo verso il fiume e mi imbarco su uno dei barconi che fanno la classica escursione fino alla foce della Vistola: scelgo un (finto?) galeone, che ha addirittura musica dal vivo a bordo (piuttosto noiosa, alla fine; per fortuna, solo al rientro). Il galeone è pieno, c'è una gita scolastica russa e molti turisti, tedeschi ed inglesi. Ascolto quel che la guida dice (polacco, inglese, russo), e guardo il panorama, uscendo anche sul ponte (ma fa freddo, quindi a piccole dosi). Si percorre, in pratica, la Motlawa fino alla confluenza con la Martwa Wisla (la Vistola morta), lungo la quale si sviluppa in pratica l'enorme porto di Danzica, con canali, bacini di carenaggio, darsene, depositi, magazzini, enormi gru, siti industriali, fino ad arrivare a Westerplatte, e quindi, al Mar Baltico.
Westerplatte è universalmente riconosciuto come il luogo dove cominciò la Seconda Guerra Mondiale, quindi quest'anno non ci siamo fatti mancare niente, dopo Sarajevo.
Mi godo il giro turistico, senza scendere a Westerplatte, divertendomi a scattare un sacco di foto. Su suggerimento dei lettori, cercherò di risparmiarvi quelle "doppie".


Due vedute dell'Arsenale, giusto in fondo alla via Piwna, dove si trova l'Hotel Artus
Westerplatte

La Filarmonica Baltica
Questa foto potrebbe intitolarsi "Il vecchio e il nuovo"...
Terminato il giro sul galeone, è giunta l'ora di concedersi un buon pranzo. Decido di seguire il suggerimento del tassista che ieri mi ha portato dall'aeroporto all'albergo, e vado per il ristorante dello Stay Inn, l'albergo accanto a quello dove alloggio.

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