No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100420

ar


Arezzowave Love Festival, 2 luglio 2003


Arrivo allo stadio di Arezzo in tempo per sentire appena un paio di pezzi degli Africa Unite, ed è un peccato, perché come sempre riescono a trasmettere allegria e messaggi politici con sobrietà.
Detto questo, due parole su ArezzoWave: che bella atmosfera che si respira qui! È rigenerante…provateci, se non l'avete mai fatto!!
Viene il turno della Bandabardò, che malgrado le durate ridotte dei set, riescono a coinvolgere il pubblico con la loro patchanka-militante-italianizzata. Pubblico che, va detto, alla fine della serata si rivelerà essere stato lì in gran parte per loro.
Dopo di loro tocca a Frankie HI NRG. Il tempo passa, era un po' che non si faceva sentire, ma la sua lingua taglia ancora, anche se il set si basa quasi esclusivamente su pezzi relativamente datati. Il tiro hip-hop c'è sempre, alla grande.
A ruota arriva Max Gazzé, che risulta un po' un pesce fuor d'acqua in una serata come questa. Diligente e raffinato come suo solito, non è che alla fine incanti però.
Il finalone ci riserva gli Afterhours, in una serata dove Manuel Agnelli si sobbarca anche un doppio lavoro, mancando il "nuovo" chitarrista per la recente nascita di un bambino. Non vorrei usare toni trionfalistici, ma come si fa?
Un brivido iniziale: Manuel alle tastiere ci canta "La canzone di Marinella". Ragazzi, e come non dire che quell'uomo è un monumento vivente? So che se lo sapesse sarebbe scocciato da una cosa del genere…ma pensate un attimo a questo: ha fatto più lui per la musica italiana di Pippo Baudo. Diavolo d'un Manuel. Ma quanti lo sanno? Vabbé.
Una sola ora di concerto, quindi una scaletta che lascia l'amaro in bocca; ma bisogna sapersi accontentare. Del resto, era come un compleanno. Afterhours gente, Afterhours.
Voglio finire con una cattiveria: ma Mixo quanto lo dobbiamo sopportare ancora?

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