20100930
sacrifizi
"Abbiamo il dovere di continuare a governare, anche se non è facile, non è semplice. E tante volte verrebbe veramente la voglia di dire: lasciamo agli altri questo sacrificio" dice Berlusconi.
Dovremmo essergli tutti veramente grati: ci sta facendo un favore. Di quelli grossi.
open range
Nuovo western per Kevin Costner, nuovo tentativo di risollevare le proprie sorti. Il risultato non ha niente di eccezionale, non riuscendo a ricreare l'enfasi politically correct di "Balla coi lupi", e neppure il respiro epico de "Gli spietati" di Eastwood (film al quale è stato paragonato, non da me).
20100929
contro
Les sentiments
Film leggero leggero, ma divertente e ben recitato.
20100928
Mathangi "Maya" Arulpragasam
facce di bronzo
mosse
"Sarà impiccata per omicidio"
E adesso? In pratica, una "normale" pena di morte. Quindi, proseguendo la campagna contro questa (sola) pena di morte, non sarebbe corretto trasformarla in una campagna contro tutti gli Stati che ancora la mettono in pratica (in primis gli Stati Uniti d'America)?
Alla fine, una grande mossa politica dell'Iran. Purtroppo, sulla pelle di una donna, della quale colpevolezza (di complicità nell'omicidio del marito) non siamo neppure sicuri.
Tian xia wu shuang
Forse sarà l'eleganza della ricostruzione storica, dei costumi; forse sarà l'innegabile bellezza dei protagonisti; forse sarà l'eleganza stilistica delle riprese, la maestria con la quale il grottesco viene diretto facendoci sorridere mai in maniera volgare.
20100927
gli anni di cristo
il cucciolo con qualche linea di febbre, "probabilmente dovuta alla stagione" dice il pediatra o forse ai dentini che escono rognosi.
con la riccia stamane abbiamo iniziato la trattativa per un importante acquisto. speriamo...
sono in ferie. 1 settimana. già in mente di fare 100 cose, vediamo che ne riuscirò a fare almeno 10-15. una di queste è andare all'ikea, so già cosa comprare: un porta tv con annessa libreria e scaffale tutto dello stesso stile.
venerdì invece andremo a berna, tutta la famiglia veronese al completo. tutti tutti appassionatamente per la prima volta. il museo di klee è la nostra meta. il cucciolo ne è appassionato!
ho iniziato a guardare the pacific. le prime due puntate, posizionati i personaggi, aspetto però qualche evoluzione d'artificio.chissà se arriverà.
devo cambiare anche le corde della chitarra che da questa settimana si riprende forte e duro.
sbrisolona o crostata?
what about us?
Un diciannovenne innamorato di una ragazza in poco più grande, sapendo che lei andrà in vacanza a Santorini (per i pochi che non lo sanno, un'isola greca, secondo molti la più bella), convince i suoi due più cari amici a partire, all'indomani della maturità, alla volta dell'isola, nascondendo loro la verità. La ragazza ha una tresca con un giovanotto benestante e piuttosto losco, e il diciannovenne ha una ammiratrice più piccola, che segue a sua volta il ragazzo a Santorini convincendo la sorella più grande.
20100926
stuck on you
20100925
editoriAle flash
Non mi interessa della casa a Montecarlo. Non mi interessa se si va a nuove elezioni a breve oppure no. Non mi interessa se gli operai votano Lega (cazzi suoi) o PdL (ri-cazzi loro). Non mi interessa se c'è già stato un Primo Ministro gay ed era democristiano, o se addirittura erano due. Gli Area suonavano un pezzo che si intitolava Gerontocrazia.
il comunista che mangiava i bambini
Trasposizione piuttosto fedele di un fatto di cronaca non lontano nel tempo, un film davvero duro da guardare (ma il regista sta bene attento ad evitare inquadrature particolarmente truculente o scabrose) e anche da immaginare; in effetti, pensare ad un essere umano che commette tali bassezze e atrocità è, già di per se, un esercizio che mette a dura prova.
20100924
the junkies and the stars
vanity
Dopo aver visto questo secondo lavoro di Infascelli, un po' più convincente del debutto "Almost Blue", rimango dell'opinione che il ragazzo abbia potenzialità che stenta a incanalare nella giusta maniera.
20100923
Ae Fond Kiss...
A dirla tutta, ce n’è anche per l’integralismo religioso in genere; il punto chiave del film, infatti, è la scena nella quale Roisin va dal suo parroco a chiedere un certificato che solo lui le può rilasciare, e che le serve per avere finalmente un posto da insegnante di ruolo. Preparatevi ad incazzarvi.
20100922
dimenticare
walk on water
20100921
serial father
giova-notti
confidences trop intimes
Movimenti di macchina difficili da comprendere nei primi piani, e un leggero senso di incompiutezza alla fine.
20100920
¡Que viva Mexico!
your gay friend
discesa agli inferi
Breaking Bad - di Vince Gilligan - Stagione 3 (Sony Picture Television per AMC) - 2010
20100919
islanda lug/ago 2010 - 14
Hveragerdi e dintorni 1
A colazione domandiamo alla proprietaria del Frumskógar se ci sono problemi per rimanere altre due notti. Ne abbiamo parlato la sera prima, ed abbiamo deciso che va bene così, sono gli ultimi due giorni, ce ne andremo un po' in giro in zona, cose da vedere ce ne sono, il posto è carino ed è conveniente, dopo di che domenica mattina torneremo verso Keflavik girandoci tutta la costa percorribile, e nel pomeriggio consegneremo l'auto. La signora come al solito pare cadere dalle nuvole, come se non ci avesse mai visto, e dopo 5 secondi ci dice che non ci sono problemi. Bene. Usciamo, e ci dirigiamo verso l'imbarco per le Vestmannaeyjar, il famigerato Landeyjahofn, introvabile sulle mappe (nel frattempo, sono riuscito a trovare una spiegazione del cambio di "tragitto" per il traghetto verso le isole, in un blog in italiano tenuto da un islandese: qui). Ci posizioniamo sulla strada nr.1 ed andiamo verso sud-est, seguendo le indicazioni stradali col nome impronunciabile ma con la nave-traghetto ben visibile. Passiamo Selfoss, Hella, Hvolsvollur, e dopo qualche chilometro troviamo la deviazione. La strada sembra essere stata costruita la notte precedente, nuovissima, attraversa il nulla e corre verso il mare. In lontananza, si vede una nave. Man mano che ci si avvicina, si nota una coda. Arriviamo alla coda, e vediamo una distesa di auto parcheggiate e un sacco di gente che, evidentemente, attende di salire sul traghetto. Mentre siamo in coda ci avvicina un ragazzo che, insieme ad altri, stanno informando ogni auto in coda di qualcosa. Il qualcosa è che probabilmente il traghetto è tutto prenotato, e quindi se non abbiamo la prenotazione avremo difficoltà a prenderlo, ad ogni modo possiamo proseguire e verificare. Avevamo letto, infatti, che questo fine settimana alle isole si tiene un festival annuale, in occasione della Verslunmannahelgi (la festa degli impiegati), che cade il primo lunedì di agosto (la festa parte dal giovedì sera, e oggi è venerdì), ed il tutto esaurito ci fa giocoforza cambiare i piani. Torniamo indietro, fino alla strada nr.1, e per prima cosa ci dirigiamo verso la cascata che si vede già a occhio nudo dall'incrocio. Si tratta della Seljalandsfoss, una cascata che avevamo notato anche mentre andavamo a Vìk, ma quella volta non ci eravamo fermati. La giornata è molto bella, e la visita è piacevole: l'acqua della cascata si getta nel laghetto sottostante da una discreta altezza, ma la particolarità è che c'è un sentiero col quale si può passare dietro la cascata. Un po' umido e scivoloso, ma non particolarmente pericoloso, lo percorriamo e diamo un'occhiata ai dintorni, camminando senza particolare fretta. Ci rimettiamo alla guida senza una destinazione precisa, torniamo comunque verso nord dando un'occhiata alla Lonely Planet per capire cosa c'è da vedere. Proviamo con la fattoria medievale, naturalmente dal tetto in torba, di Keldur. Il tragitto è sterrato ma non particolarmente disastrato, però sembra di non arrivare mai. La cosa buffa è che quando arriviamo, è tutto chiuso e non sembra esserci nessuno, anche se c'è una casa e c'è pure qualcuno all'interno. Niente che non abbiamo già visto, per cui torniamo indietro per un'altra strada sterrata, lungo la quale ci fermiamo per ammirare quattro cavalli di razza islandese che si lasciano fotografare a lungo. Tornati sulla strada nr.1, a Hvolsvollur cerchiamo il Sogusetrid, il centro delle saghe, sperando in un qualcosa all'altezza del Settlement Centre di Borgarnes. Nonostante sia paurosamente vuoto, con una ragazza all'ingresso piuttosto svogliata (probabilmente lo saremmo anche noi), il "percorso" ci prende del tempo, anche perchè i tabelloni che spiegano i passaggi sono in islandese, tedesco e inglese, e gli scritti sono complessi. La saga di cui si occupa soprattutto il centro è quella di Njàll, che naturalmente ebbe come teatro la zona circostante. Particolarmente sanguinosa, e, come detto, piuttosto complessa, ma senza dubbio affascinante, anche se, ormai, Skallagrimur ed Egill sono nel mio cuore. Il centro si sta espandendo, c'è anche una taverna (deserta), in stile vichingo, legno e pelli di mucca sulle panche, e una mostra dello sviluppo di Hvolsvollur e dintorni, con ricostruzioni dei negozi che si sono susseguiti in città, con una particolare predilezione per i registratori di cassa (ce ne sono centinaia, di qualsiasi tipo): peccato che tutte le didascalie siano solo in islandese.A questo punto, siamo leggermente affamati, ci fermiamo al Café Eldstò a mangiare qualcosa. E' tutto come dice la Lonely, "Questa piccola caffetteria un po' snob serve pasti leggeri (zuppe, insalate e panini) in porcellane personalizzate e fatte a mano. In sottofondo, brani d'opera (qui sbaglia, solita musica rock o indie-folk, ma buona, n.d.jumbolo) e l'aroma del caffè. Graziosa, ma le porzioni sono un po' piccole". La cosa che la Lonely non dice, o non sa, è che le tre cameriere, due gemelle, sono more naturali, cosa estremamente rara in Islanda, e soprattutto, delle fighe da paura. La
capturing the Friedmans
20100918
il mestiere più antico del mondo
Leggete attentamente (non è troppo lungo) l'articolo che vi linko qui.
cronache dallo stadio
L'amico Vit si lamenta perchè ormai da tempo mancano i miei racconti dallo stadio. Eccolo servito.
editoriAle
Fascisti su Marte
after midnight
20100917
lutero
20100916
zorba
20100915
divertimenti
divertimenti dell'ultimo periodo:
ballo in casa con musica da bocca.
costruire costruzioni che vengono puntualmente distrutte da mani piccine.
progettare salotti ikea senza mai acquistare mobili.
progettare cucine non ikea senza mai acquistare cucine.
dharma e greg.
low and order SVU.
james ellroy losangelino.
hellas verona claudicante.
da qualche parte
Johnny Marco è un attore hollywoodiano di successo. Non ha ovviamente problemi di soldi, gira sulla sua Ferrari nera, spesso senza meta, lo sveglia di solito la sua agente per ricordargli gli (eventuali) impegni della giornata. Vive stabilmente allo Chateau Marmont (leggetevi il paragrafo notable people and events nella scheda linkata), famosissimo e storico Hotel sul Sunset Boulevard di West Hollywood, dove passa il tempo alticcio, quindi bevendo, ingerendo pastiglie, ordina da mangiare al room service, così come ordina direttamente in camera spettacolini di lap-dance eseguitigli da una coppia di gemelle direttamente in stanza da letto, giocando alla Wii col suo (Migliore? Unico?) amico Sammy, che ogni tanto organizza, sempre nella stanza di Johnny, feste a sopresa. A Johnny per avere successo con le donne basta salutarle, e di solito dopo un paio di minuti o un paio di drink ci si ritrova a letto insieme. Non sempre poi, le cose vanno per il verso giusto, ma fa niente, lui è sempre Johnny Marco, ricco, famoso, e soprattutto, completamente al di fuori della realtà.
Johnny ha pure una ex moglie, e addirittura una figlia, Cleo. Cleo ha 11 anni, ed è ovviamente in affido alla madre. Johnny la vede ogni tanto, la porta a pattinare e le domanda come fa ad essere così brava, e lei risponde che è già qualche anno che pattina. Lui, nemmeno lo sapeva. Ma sta per vederla più spesso: la moglie, dopo qualche giorno, gli comunica che ha un impegno lontano, quindi Johnny dovrà occuparsi di Cleo fino al giorno in cui la ragazzina partirà per il campo estivo. Johnny è così costretto a modificare le sue abitudini, e, senza approfondire troppo, cosa della quale è evidentemente incapace, man mano che i giorni insieme a Cleo passano, quasi non accorgendosene si lega sempre più a lei. Fino al punto in cui Cleo parte per il campo estivo...
Sofia Coppola è figlia d'arte, si sa, e questo suo ultimo lavoro, vincendo il Leone d'Oro a Venezia qualche giorno fa, ha immediatamente scatenato polemiche e critiche, spesso infondate, magari anche da persone che non hanno visto il film. Il "percorso filmico" della Coppola è degno di nota, a mio giudizio (anche se, lo confesso, una regista che come primo lavoro fa un film decente da un libro che avevo amato molto mi fa senza dubbio essere parziale): il debutto Il giardino delle vergini suicide trattava con buon piglio e personalità un bel libro (il primo di Jeffrey Eugenides, che qua su fassbinder è molto rispettato), il secondo film fu quasi un capolavoro di sottrazione e profondità (Lost In Translation), il terzo fu purtroppo un mezzo passo falso, seppur rimanendo un tentativo diverso di affrontare una biopic storica (Marie Antoinette), dove Sofia contraddiceva in qualche modo quello che pareva essere il suo stile assodato.
Questo nuovo film torna sulle coordinate della sottrazione, e quindi su quello stile che (le) ha dato i migliori risultati. E' un film rarefatto, in un certo qual modo dimesso, mai urlato, abbastanza semplice nella struttura ma non semplice da guardare (e non solo per la fotografia, piuttosto spiazzante all'inizio, sgranata dalle lenti Zeiss, le stesse che il padre F.F. usò per Rusty il selvaggio), migliore ovviamente di Marie Antoinette ma probabilmente leggermente inferiore a Lost In Translation, un film volutamente irrisolto (alla lettera: vedi il non-finale), che si dilunga (appunto) volutamente troppo nella descrizione della non-vita del protagonista, e che forse si risolve un po' troppo frettolosamente (ma ancora una volta, c'è la possibilità che la cosa sia voluta, evidentemente) in, appunto, un finale "aperto" dove lo stesso protagonista prende coscienza del suo non-essere ("non mi sento nemmeno una persona" dice Johnny alla moglie: occhio alla risposta di lei, mi raccomando). Ed è davvero tutto qui il senso di Somewhere, un film su quanto vuota possa essere un'esistenza che da fuori può sembrare perfetta e senza problema alcuno, un film dove la Coppola riesce a descrivere un rapporto padre-figlia che improvvisamente tende al recupero, senza smancerie, luoghi comuni o trucchetti che potremmo aspettarci dal cinema americano (ma pure da qualcosa di casa nostra), altro fatto che le fa davvero onore.
E' la sobrietà il punto vincente di questo film, che però ne mette a segno pure altri. I due protagonisti risultano azzeccati. Per uno Stephen Dorff perfetto per incarnare uno spaesato Johnny Marco, attore che personalmente avevo apprezzato moltissimo nell'oscuro e selvaggio S.F.W. anni fa, e poi come scomparso in mezzo a molti film mediocri, e che quindi rivedo volentieri in un film importante, c'è una Elle Fanning (si, è la sorella di Dakota, e l'ha più volte interpretata "da giovane", ma anche lei ha già una filmografia di tutto rispetto nel curriculum) tenera, ingenua e acerba al punto giusto per interpretare Cleo; ma la recitazione di tutto il cast è segnatamente di basso profilo, e questo fa benissimo al film, che riesce "spontaneo", anche se racconta una storia che, a molti di noi, apparirà lontana anni luce.
Una parentesi sulla parentesi italiana della storia. Proprio questo low profile un po' di tutta la storia, stride ancor di più con la scena della consegna del Telegatto (ebbene si) al protagonista, con Simona Ventura, Nino Frassica e Valeria Marini in una scena kitsch e pacchiana, tipicamente da televisione italiana, e dove i tre, purtroppo per loro, incarnano figure imbarazzanti (per esempio: nella scena precedente c'è anche Giorgia Surina, si nota chiaramente che è sopra le righe, recita, male, ma recita; il trio citato prima è proprio spontaneo). Nel film c'è anche, in altro ruolo ma sempre nella parentesi italiana, Laura Chiatti, in un paio di scene dove purtroppo si è ridoppiata, ed è proprio per questo che palesa difficoltà al confronto dei doppiatori professionisti.
Colonna sonora variegata ma sfiziosa, del resto conosciamo la Coppola come amante della buona musica rock e non solo, dove la b-side degli Strokes I'll Try Anything Once corona perfettamente uno dei momenti più intensi del film.
Film da vedere, prova confortante per una regista che, come detto, ha deciso di percorrere una strada personale e degna di nota.
20100914
miele
20100913
il fantasma che cammina
Alefbay-e afghan
Contenuto nel DVD di “Viaggio a Kandahar”, questo documentario illustra la situazione di migliaia di profughi afgani in Iran, nello specifico dei bambini analfabeti e di chi, in qualche modo, si prodiga per dargli una qualche istruzione. La ripetitività delle lezioni non si allontana dalle situazioni che, di norma, troviamo spesso nei comportamenti ripetitivi (appunto) dei medio-orientali e nei loro film; le facce dei bambini e delle bambine (quando si intravedono) sono piene di speranza e colpiscono al cuore, la situazione muove chiunque a mettere in discussione le “missioni di pace”, i monologhi di alcune bambine sul mullah Omar e i suoi insegnamenti ci fanno riflettere.
Il finale (uno splendido fermo immagine sul volto di una bambina, e non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa) risolve il tutto, piega le gambe e meriterebbe un Oscar.
Fidatevi, può sembrare noioso, ma si tratta di un piccolo capolavoro.