No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101228

in terapia


In Treatment - di Rodrigo Garcìa - Stagione 3 (28 episodi; HBO) - 2010

Come mi disse qualche tempo fa un amico parlando di In Treatment, Paul Weston, l'analista psicologo protagonista della serie, è un uomo che ogni volta che appare sullo schermo, ti fa venire voglia di abbracciarlo. 57enne irlandese, trasferitosi da bambino negli USA, una volta psicoterapeuta di belle speranze, poco propenso a mostrare i suoi sentimenti, un matrimonio fallito alle spalle, due figli ormai grandi che vede di rado a causa della distanza, dato che dopo il divorzio lui si è trasferito da Baltimora a Brooklyn, continua a vedere pazienti e ad avere enormi dubbi su se stesso e sulla sua professione, per non parlare del suo continuo rinchiudersi nel suo guscio. La sua attuale relazione con una bella ragazza di 20 anni più giovane di lui, Wendy, scorre senza arrecargli felicità, mentre lui è alle prese con la sua tendenza ad empatizzare con i suoi pazienti più difficili, e casualmente si ritrova ad andare lui stesso in analisi da una terapeuta molto più giovane di lui.

Questa terza stagione è la prima della serie che non si basa per niente sull'israeliano Be Tipul, ma non mi è parso che la cosa abbia avuto una ripercussione negativa sullo show. L'idea di continuare a cambiare i pazienti ogni stagione contribuisce a ravvivare il tutto, i frammenti extra rispetto alle sedute sono sempre fondamentali, perché diciamoci la verità, vorremmo sapere ogni cosa sulla "povera" vita di Paul, e le storie dei pazienti sono sempre avvincenti, interessanti, talmente familiari che ogni spettatore riesce a trovare un pezzetto della propria vita dentro a queste storie. I dubbi di Paul sono anche i nostri, le debolezze sue e dei pazienti pure.

Gabriel Byrne è ormai indescrivibile in quanto a bravura e delicatezza. Il suo tormento è anche il nostro. Debra Winger (Frances), nei panni dell'attrice in crisi è un piacevole ritorno, così come rivediamo volentieri, seppur in un ruolo marginalissimo, Sonya Walger, che avevamo apprezzato anche per le sue "doti" fisiche, in Tell Me You Love Me, qui nuora di Sunil, un sempre bravo Irrfan Khan, visto in molti film anche americani. Brava pure Amy Ryan (Adele), bravissimo Dane DeHaan nei panni di Jesse, attore che rivedremo nella quarta stagione di True Blood.

Una delle serie più "umane" che ci siano, una di quelle che mi mancherebbero molto se si fermasse qui, alla terza stagione.

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