No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101218

simmetria


Simetria de Moebius - Catupecu Machu (2009)

Premessa: i Catupecu Machu sono una band argentina, attiva dal 1994, primo disco Dale! del 1997, che ho "scoperto" per caso in uno dei miei viaggi in Sud America. Dopo averne approfondito la conoscenza tramite tutta la discografia ed alcuni filmati live, considero sia una vera e propria ingiustizia che non siano per niente considerati in Europa.
Partiti da un suono molto vicino all'heavy metal, hanno seguito un percorso incredibilmente complesso, e continuano ad evolversi, riuscendo a stupire ancora oggi. Arrivo all'ascolto di questo loro disco, uscito nel novembre dello scorso 2009, con colpevolissimo ritardo, nonostante avessi avuto "segnali" che la sua uscita fosse imminente: nell'ottobre 2009 avevo ascoltato il singolo che anticipava questo Simetria de Moebius, e la prima impressione non era stata positiva, perchè cambiava radicalmente l'idea del loro sound.
Ascoltandolo nel suo complesso, il disco è un grande lavoro, sicuramente influenzato in primis dai Depeche Mode, ispirazione che non hanno mai negato, al contrario (I Feel You appariva nel loro Cuentos decapitados del 2000, ed è bene notare che in sette dischi ufficiali, le cover incise sono state questa, Come Together dei Beatles sul primo Dale!, una versione mozzafiato di Seguir viviendo sin tu amor di Luis Alberto Spinetta nel precedente a questo, Laberintos entre aristas y dialectos, Hechizo degli Héroes del Silencio su Cuadro dentro de cuadros, Heroes Anònimos dei Metròpoli su A Morir!, e Plan B: Anhelo de Satisfacciòn dei Massacre su El nùmero imperfecto), oltre che dalla loro esperienza immediatamente precedente, l'imponente doppio Laberintos, dove si avvicinavano ai suoni acustici e ai fiati.
Le chitarre elettriche quasi scompaiono, lasciando il posto a quelle acustiche e molto spagnoleggianti, ad un basso virtuoso, ad una batteria secca ma non impersonale, a suoni elettronici che però non tolgono spazio alle emozioni. Emozioni che la voce inimitabile del leader, Fernando Ruìz Dìaz, distribuisce a pieni polmoni, disseminando questo disco cupo, di melodie belle ma vagamente compresse, con un piglio da grande cerimoniere, come suo solito, del resto.
I primi due pezzi, Confusiòn e Piano y RD, paiono servire da "passaggio" e introduzione, verso il climax e, appunto, il "nuovo suono" della band, e non risultano tra i pezzi migliori. Scelta rischiosa, essendo proprio i due pezzi che aprono il disco. Ma già dalla terza canzone, la splendida Anacrusa, il livello diventa altissimo, e la tensione emozionale arriva alle stelle. Da lì in poi, è tutto chiaro. Non rinunciano neppure a coverizzare se stessi, un vezzo, o forse una necessità, rileggendo nel mood del disco la loro Batalla (già su Cuadros dentro de cuadros del 2002), che si inserisce alla perfezione in questo lavoro.
Canzoni killer come Nuevo libro, Alter ego...Grito alud, Vibora vientre, Juego sagrado, e la meravigliosa Cosas de goces, e i testi mai banali di Fernando, scrivono un altro capitolo importante di questa band che, ripeto ancora una volta, è ingiustamente misconosciuta al pubblico europeo.

Nessun commento: