No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101218

Lemming


Due volte lei – di Dominik Moll 2006


Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Giudizio vernacolare: cazzo è un lemminghe?


Alain è un ingegnere domotico molto bravo e dotato, gli piace il suo lavoro. Si è trasferito di recente a Bel Air, a causa del suo nuovo lavoro, insieme alla sua compagna Benedicte, una ragazza dolce e tranquilla, che si gode il suo essere casalinga. Ha un ottimo rapporto col suo capo, Richard Pollock, proprietario dell’azienda, florida, nella quale è stato assunto ed ha un ottimo ruolo. Il suo capo stravede per lui, e dopo la presentazione dell’ultimo ritrovato, una web-cam volante, progettata e messa a punto proprio da Alain, Pollock si autoinvita a cena a casa di lui e di Benedicte, insieme alla moglie Alice. La cena si rivela un autentico disastro, a causa dell’atteggiamento di Alice, che si comporta da alienata, infuriata col marito per le sue presunte scappatelle, e alla fine sfoga la sua rabbia verbale pure su un’attonita Benedicte, che non reagisce come nel suo stile. Nel frattempo, il lavello dell’acquaio è sempre intasato, e, colto da insonnia dopo la brutta serata, Alain decide di stasarlo. Ci riesce, ma ritrova una specie di criceto, che pare morto, arrotolato nel tubo che va al sifone. Mentre Benedicte, il giorno seguente, scopre che il roditore non è morto e lo porta da uno strano veterinario, che le rivela che l’animaletto è un lemming, animale che vive solo nella penisola scandinava e non si spiega come possa essere arrivato lì, Pollock parte per un viaggio di lavoro in Corea e Alice si presenta in ufficio e fa delle avances piuttosto spinte a Alain. Il tutto assume una piega grottesca, quando un giorno dopo ancora, Alice si presenta a casa di Benedicte, mentre il compagno è a lavoro, e dopo averle rivelato di aver provato a portarsi a letto Alain, le chiede un letto per riposarsi. Un gesto disperato della donna complicherà ancor di più la faccenda.


Nuovo lavoro di Moll, dopo il curioso e degno di nota “Harry un amico vero” di alcuni anni fa, che conferma la personale attenzione alle tematiche dei rapporti interpersonali, sviluppate però con un piglio surreale, e, all’occorrenza, senza disdegnare l’horror e lo splatter, sia pure usati con un basso profilo. Il film parte molto bene, seppur con un ritmo molto lento ma funzionale, atto a creare una buona tensione narrativa e una certa atmosfera straniante, si muove, tanto per dare un’idea, tra Ozon (ma rispetto a lui è meno simbolico e contorto) e Haneke (mentre rispetto a quest’ultimo è meno “cattivo”, anche se cerca di arrivare ad essere spiazzante quanto l’austriaco); nella seconda parte diventa un po’ troppo complicato, e non convince fino in fondo quando “spiega”, in pratica, quello che sta accadendo e perché, anche se, magari, gli amanti di Lynch ci ritroveranno vagamente il sapore dell’amato/odiato “Mulholland Drive”.

Fotografia nitida e volutamente fredda, prevalentemente girato in interni, movimenti di macchina essenziali ma dinamici quanto basta per non risultare ingessati. Attori convincenti, anche se meglio le donne del cast (sempre bravissima Charlotte Rampling – Alice -, misurata e bellissima nella sua normalità informale Charlotte Gainsbourg – Benedicte -, ma, perdonatemi, su quest’ultima il mio giudizio è assolutamente di parte, sono da anni innamorato di lei) rispetto agli uomini (André Dussollier – Pollock – e Laurent Lucas – Alain -).

Film complicato, interessante introspezione sulla vita di coppia, scritto con una certa personalità, che però non nega i propri riferimenti, non adatto per tutti i palati.

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