No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101206

una relazione


L'amore ritrovato - di Carlo Mazzacurati 2004


Giudizio sintetico: si può perdere (1,5/5)

Giudizio vernacolare: è girato anco a Livorno maddé, come firme fa ca'à


1936, costa tirrenica tra Livorno e Grosseto; Giovanni, giovane impiegato di banca, sposato con un figlio di due anni, viene trasferito nel suo paese d'origine; lì, rivede casualmente Giovanna, suo amore di gioventù. Inizia una relazione contrastata, che alterna momenti felici a momenti burrascosi.


Tratto dal libro "Una relazione" di Cassola, il film risulta noioso come i libri di Cassola ai tempi delle superiori, ed in certi momenti viene il sospetto che sia solo un nuovo, enorme spot di Trenitalia, visto l'enorme numero di inquadrature dedicate al treno, e alle scene interamente girate tra carrozze e stazioni. Le aggravanti sono poi: il fatto che le storie di Cassola potessero risultare appassionanti solo alla sua epoca, e la faccia di Accorsi (Giovanni), che, ormai, pare aver dato tutto già da tempo (probabilmente con lo spot del gelato). Maya Sansa (Giovanna) fa quel che può.

Promettente l'inizio, ovviamente sul treno (quando ancora non se n'è avuto abbastanza), con "Le passanti" di De André a dare spessore, il film si perde durante la relazione, fino a risollevarsi leggermente all'addio definitivo (si crede) dei due (anche se siamo comunque a livelli di fiction tv). Crolla di nuovo con l'epilogo del dopoguerra, quando i due, di nuovo, si ritrovano.

Si salva, a parte la suddetta scena iniziale, la figura del ferroviere Franchino, un Marco Messeri poeta come sempre.

Passo falso di Mazzacurati, che ci aveva abituati a buonissimi film.

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