No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101230

hjem til jul


Tornando a casa per Natale - di Bent Hamer (2010)


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: sufficienza risi'ata


Vigilia di Natale in Norvegia, a Skogli. Ognuno ha la sua storia. Alcune si incrociano, anche solo per un attimo.

Una donna si prepara per la visita del suo amante, che le promette da anni di lasciare la moglie per lei. Un giovane uomo invece è stato cacciato dalla moglie, che si è messa con un altro, e non gli fa vedere i figlioletti neppure per Natale. Un dottore, felicemente sposato, lavora anche per Natale: sua moglie vorrebbe un figlio. Lui esce per il turno di notte, e si imbatte in un immigrato disperato, che lo minaccia perchè soccorra la moglie che sta partorendo in una baita sperduta (la notte di Natale...). Un barbone tenta di tornare a casa, ma viene sbattuto giù dal treno perchè non ha più un soldo. Un ragazzino nega di essere cristiano (e di avere il cenone di Natale che lo aspetta a casa) pur di passare la serata accanto alla compagna di classe musulmana, sul tetto di casa di lei, a guardare le stelle col telescopio. Un anziano si muove per casa tentando di portare al piano di sotto la moglie (o la madre).



Hamer ha uno stile piuttosto personale, e nonostante l'impalpabilità (uso impalpabilità non del tutto negativamente) di alcuni suoi film, quest'ultimo così come il precedente Il mondo di Horten, si fa sempre apprezzare per questo suo approccio minimale, tutt'altro che didascalico, sussurrato, addirittura appena accennato (vedi la storia dell'anziano che fa di tutto per portare la vecchietta al piano inferiore della casa).

Ispiratosi ad un libro di racconti del compatriota Levi Henriksen Bare mjuke pakker under treet (Solo i pacchetti morbidi sotto l'albero), Henriksen al quale viene pure regalato un cameo nel film, consigliatogli dalla moglie, adeguatamente tagliato, riveduto, corretto, con l'aggiunta del prologo slavo, che si "risolve" nel finale, Hamer ci regala un film dei suoi, rarefatto e sospeso tra Kaurismaki (abbastanza) e Von Trier (meno), che però, come accennato prima, come il precedente O' Horten, dà l'impressione di non andare decisamente fino in fondo (ho volutamente escluso dai ricordi Factotum perchè non mi piacque per niente, e perchè probabilmente era fuori contesto per Hamer, e Eggs, che ancora non ho visto).

Cast ben scelto, tutte le prove sono più che buone; mi preme sottolineare che il film ci permette di vedere, o di rivedere, Trond Fausa Aurvaag, nei panni di Paul (lasciato dalla moglie e in pena perché non può rivedere i figli neppure per Natale, come accennato nella trama): era il protagonista, se non l'avete visto cercatelo, di Den brysomme mannen.

Film apprezzabile, rispettabile, ma ricordandoci Kitchen Stories, ci rimane la sensazione netta che il regista norvegese possa dare di più, e la speranza che, in futuro, lo farà.

2 commenti:

Bent Hamer ha detto...

Mi potresti dà "ganzetto" anc'ammé perpiacere?

jumbolo ha detto...

ahahahahahhahahahahahah!!