No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140602

non ho mai imparato

I Never Learn - Lykke Li (2014)

Inafferrabile. Trasformista, così come di persona: sarò rincoglionito, ma a me pare che non ci sia una foto in cui somiglia all'altra. Era il 2008 quando lessi per la prima volta il suo curiosissimo nome, pochi minuti dopo stavo ascoltando il suo primo EP, e ogni volta che ci ha regalato cose nuove, con parsimonia, è riuscita sempre a stupire. Li Lykke Timotej Svensson Zachrisson, oggi 28enne, detta Lykke Li, la conoscete anche voi che pensate di non conoscerla: la sua I Follow Rivers, dal secondo bellissimo Wounded Rhymes, diventò un tormentone anche in Italia per colpa o per merito di un remix e del fatto di aver fatto da colonna sonora di un spot di una compagnia telefonica.
C'è chi ha ipotizzato che questo suo nuovo I Never Learn, disco ovviamente strano, sfuggente e struggente, intimo e spesso acustico, sia fatto quasi per evitare di diventare di dominio pubblico, magari tramite un pezzo remixato. Non faccio fatica a crederci, eppure ti avvolge come un piumone d'inverno, o come un asciugamano dopo il bagno, e ti fa sentire sorprendentemente in empatia con l'autrice, pure se sei un maschietto e lei canta della difficoltà di essere donna giovane. Sapori antichi e moderni si intrecciano come sempre nella sua musica, che non possiamo più definire elettronica ma neppure rock, non troppo pop ma neppure escluderlo. Ancora una volta, sono le canzoni a fare la differenza, la potenza (appunto come sopra) intimista che ne scaturisce, come ad esempio in quel gospel finale in Heart of Steel, o come nelle travolgenti aperture melodiche di No Rest For The Wicked (non perdetevi il video che accompagna la rece, ancora una volta a cura del fido Tarik Saleh, per il quale Lykke ha debuttato anche come attrice cinematografica con Tommy, sconosciuto film, appunto, svedese) e Never Gonna Love Again, un pezzo talmente semplice, perfino nel testo, come una pugnalata nei nostri cuoricini spezzati (e se non lo avete mai avuto, un cuoricino spezzato, da una parte meglio per voi che non avete sofferto, ma dall'altra magari non riuscirete ad apprezzare a fondo questa canzone e chi lo sa, pure questo disco). Potrei mettermi qui ad elencare i pezzi presenti, ma non voglio farvi fare tardi: il marchio di fabbrica del disco è la ruvidissima (ma intensa, prepotentemente intensa) Love Me Like I'm Not Made of Stone. Un pezzo che pare inciso in cameretta. Una voce che non è ancora adulta, ma che quando, all'inizio del bridge che porta al chorus, canta quasi singhiozzando "...even though it hurts, even though it scars" eccetera, mette i brividi. Provare per credere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ti pare che in questa foto abbia una strana somiglianza con Lady Gaga??


Anna dai capelli Rossi

jumbolo ha detto...

ma sai che non ho ancora capito che faccia ha lady gaga?

Anonimo ha detto...

Una faccia da gaga!


Anna