El Pintor - Interpol (2014)
Nonostante, come ben sa chi segue fassbinder, abbia sempre avuto il dente avvelenato nei confronti degli Interpol, soprattutto a causa delle loro deludenti prestazioni dal vivo, i loro dischi finiscono sempre per piacermi abbastanza, e paradossalmente (a causa del loro mood dark), a ravvivarmi le giornate. Nonostante il disco precedente, l'omonimo del 2010, segnasse l'abbandono del bassista originale Carlos Dengler, e potesse preannunciare uno sgretolamento, i newyorkesi sembrano ricompattarsi di fronte alle avversità. Le parti di basso su El Pintor ("il pittore", in castigliano, ma in realtà l'anagramma di Interpol) sono suonate dallo stesso Paul Banks (anche voce, sempre stilosissima, e chitarra), il suono è sempre avvolgente e compatto, affascinante ed elegante, e forse per la prima volta, anche se qualche critico accreditato ha detto di non averne sentito neppure l'eco, un raggio di sole si fa strada nel buio (dark) dello stile Interpol. Dieci pezzi interessanti, undici nell'edizione iTunes (l'inedito è The Depths), dodici nella Deluxe (Malfeasance e una roboante versione live di Slow Hands), per un disco che ci dice che gli Interpol sono ancora qui e vogliono rimanere. Per me che non vado più per concerti, niente di meglio.
You know, if you read this blog, that I have never been gentle with Interpol, because of their lazy attitude in live concerts, but I've always liked their albums. And I like this new El Pintor ("painter" in spanish, but it's only an anagram of Interpol) too, also if the homonymous previous album could lead to suppose a crumbling after, because of the departure of the former bass player Carlos Dengler. On the contrary, this album is full of good songs, Interpol keeps alive the torch of the dark wave, but as they announced first, you can hear a "ray of light" between the notes.
Nessun commento:
Posta un commento