We Will Reign - The Last Internationale (2014)
Come dice correttamente, seppur in maniera retorica, Bill Ayers sul loro sito ufficiale, "The Last Internationale raccoglie la torcia portata in vari luoghi ed in tempi diversi da Marley, Nina Simone, Public Enemy, Bob Dylan, Woody Guthrie, Rage Against the Machine e altri; questa torcia è tra di noi per illuminare gli spazi bui dell'ingiustizia, e per illuminare il cammino verso la libertà". La proposta sonora del trio, è infatti tutta già sentita, e si situa perfettamente a cavallo tra un classico hard rock all'americana, con pezzi indimenticabili e ritornelli che ti si piantano in testa, e la scuola folk che, appunto, viene da Guthrie, Seeger e Dylan. Sono i testi che li differenziano dal resto, e del resto con un nome così ci sarebbe stato da aspettarsi poco altro. Il loro approdo ad essere un trio fisso, riportato sempre sul loro sito, è un'altra storia che merita di essere ripresa: i due componenti fondatori, amici di Tom Morello, loro fan e sostenitore, a cena in casa Morellos per il Thanksgiving (che splendido paradosso*, se ci pensate bene), palesano al grande chitarrista la loro esigenza di un batterista fisso; lui pensa ovviamente all'amico e compagno (hihi) di strada Brad Wilk, telefonata di rito, ascolto del materiale da parte di Wilk, ed ecco che l'unione è fatta: pronti per il grande salto. We Will Reign suona come un disco degli Audioslave con una cantante donna, una specie di nipote di Joan Jett. Se ci pensate bene, l'idea non è affatto male, e quindi merita un ascolto.
Due parole sulla formazione. Superfluo dire di Brad Wilk alla batteria, drummer poco spettacolare ed appariscente, che però lascia la sua firma e sottoscrive un "contratto" che conferma il suo impegno "politico" oltre che musicale, il duo fondatore è composto da Edgey Pires, mai sentito fino a qualche giorno fa ma ottimo, davvero, chitarrista, e Delila Paz, basso e voce, non male al basso, dotata di una voce molto bella ed interessante. Ottimo timbro e buona estensione, si sente che si è formata sui classici rock e folk, dona bellezza e passione a tutti i pezzi, rendendo vibranti le canzoni, dalla dolce I'll Be Alright alla cazzutissima apertura di Life, Liberty, and the Pursuit of Indian Blood (una sorta di manifesto, e di conferma del paradosso* di cui sopra).
The Last Internationale: with a name like this, I certainly didn't expect a christian rock band. Composed by ex Audioslave and Rage Against the Machine drummer Brad Wilk (that here confirm his classic, power drumming style, and his solid commitment to left-oriented politician), good guitarist Edgey Pires and singer-bass player Delila Paz, a sort of potential Joan Jett's nephew, good playing the bass but excellent, really, at singing, she really gives more power and vibe to all the songs here contained, indeed this power trio is different from others by its lyrics, and its political endorsement of the poor, the slaves, the natives, and against all tyrants and dictatorships.
But, pay attention now, this record is really catchy, and the songwriting is classic, but really good.
Nessun commento:
Posta un commento