Syro - Aphex Twin (2014)
C'è un momento, prima di mettersi davanti allo schermo e alla tastiera per scrivere di un disco, in cui ti fai la fatidica domanda: "come cazzo faccio a descriverlo?". Il cazzo rafforzativo diventa ancor più marcato se si parla di Richard D James, musicista elettronico prima e britannico poi (forse), che torna a noi 13 anni dopo Drukqs. Nessuno si immaginava fosse meno folle, ma naturalmente non si sapeva esattamente cosa attendersi. Beh, Syro è qua, e si ascolta così, con la stessa tranquillità con cui si può sorseggiare un succo di frutta, ma con la stessa inquietudine di quando passeggi per strada in una grande città in un paese che non hai mai visitato. Territori in parte inesplorati, suoni ovattati che ricordano vagamente la versione dura di quello che i Sigur Ròs hanno fatto in passato, naturalmente più spinti sul versante elettronico e delle tastiere, vocine assurde, beat incalzanti ma sorprendentemente delicati. Come da copione, quindi, anche se non certamente qualcosa di previsto, un disco da sottofondo che però può rapirti ossessivamente.
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