Masters of Sex - di Michelle Ashford - Stagione 2 (12 episodi; Showtime) - 2014
1958. Dopo la notte di sesso vero, non come cavie del loro studio, il dottor Masters e Virginia vivono a modo loro il giorno seguente. Parallax è il titolo dell'episodio 2x01, il primo di questa stagione, l'errore di osservazione quando si cambia punto di vista, e la regia di questo episodio ci offre esattamente i due punti di vista di cosa accade dopo. Sullo sfondo, però, lo studio continua con tutte le sue difficoltà, con Bill che non pensa ad altro trascurando completamente la famiglia, che ormai conta un membro in più, con Virginia che mette prima il lavoro di un qualsiasi chiarimento con Bill, con Libby che sempre di più si fida di Virginia, ma al tempo stesso è costretta dall'assenza del marito a "crescere", ad affrontare la valanga di novità che gli anni '60 stanno portando nel mondo e soprattutto negli Stati Uniti, in un Sud con un'altra percentuale di residenti afro-americani. Senza dimenticare la "tragedia" di Barton e Margaret (la di lui omosessualità), le peripezie del dottor Langham, la nuova vita di Betty DiMello, la nuova, profonda amicizia di Virginia con la dottoressa DePaul.
Devo ammetterlo: a questo giro ho fatto un po' di fatica a seguire Masters of Sex. Eppure, sono convinto che gli darò senza dubbio altre opportunità, la prossima estate, quando andrà in onda la terza stagione. Credo che la serie stia cambiando pelle, si stia evolvendo, abbia messo molta carne al fuoco durante questa stagione, ed è per questo che alla lunga è risultata pesante, nonostante presi uno per uno, i vari episodi contengano delle chicche, probabilmente tutti e dodici. L'impressione che voglia emulare, eguagliare o addirittura superare Mad Men, almeno come period drama, è forte, il ventaglio di personaggi è vasto, complesso, se approfondiamo tutti ci vorranno venti stagioni, e quindi vedremo se la showrunner Michelle Ashford (The Pacific, John Adams) ed il suo team saranno forti abbastanza. L'argomento è interessantissimo, vasto e pieno di possibilità, e molti altri (cito a braccio dagli ultimi episodi: Kennedy, ML King, razzismo, omofobia, alcolismo, violenza domestica) sono stati usati ed introdotti; la scrittura è buona, i dialoghi a volte perfino troppo densi, intelligenti, pieni di rimandi e di verità. Come detto, quindi, la seconda stagione non è scorsa liscissima forse perché gli argomenti ed il "riposizionamento" hanno appesantito il tutto, non certo per mancanza di idee ma per abbondanza.
Il cast continua a dare grandi prove, e si sono aggiunti comprimarie eccellenti in parti minori, come Betsy Brandt (qui Barb, una volta Marie Schrader in Breaking Bad) o Artemis Pedbani (Flo Packer).
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