Archangel - Soulfly (2015)
Max (vero nome Massimiliano Antonio) Cavalera: una vita dedicata al metal. Lo rende chiaro, se ancora non lo fosse, se qualcuno ancora non se ne fosse reso conto, nell'apertura di We Sold Our Souls To Metal, tanto per capirsi. Brasiliano (ma di chiare origini italiane) di Belo Horizonte, fonda i Sepultura insieme al fratello Igor nel 1984, lascia la band nel 1996 e nello stesso periodo, anno più anno meno, si trasferisce negli USA, a Phoenix, Arizona. Cinque figli (quattro biologici e uno adottato) con la moglie Gloria, tre dei quali musicisti tutti in ambito metal, tutti hanno partecipato sporadicamente anche ai suoi progetti. Dopo i Sepultura fonda i Nailbomb, i Cavalera Conspiracy, i Soulfly (il suo progetto più duraturo), e ultimamente i Killer Be Killed, collabora con una pletora di musicisti e progetti vari. Ha co-scritto la sua autobiografia con Joel McIver, My Bloody Roots: From Sepultura To Soulfly and Beyond (2013, prefazione di Dave Grohl), definita dall'ex compagno e attuale leader dei Sepultura Andreas Kisser "science fiction" (non c'è bisogno di tradurre), ma del resto non si può avere tutto dalla vita, e come i fan sanno, le ragioni dell'abbandono di Max sono ancora poco chiare (probabilmente c'entrano le rispettive mogli), e comunque alla base ci sono scazzi tra Max e Andreas.
Detto tutto questo, i Soulfly esistono dal 1997, e questo Archangel è il loro decimo album. Devo dirvi che è ottimo, nel suo campo, quello che oramai si usa definire groove metal, ovvero quello che è venuto dopo il nu metal, mette in campo tutti le cose che Max ama, e, se ben sfruttato, potrebbe essere l'inizio di un altro intrigante percorso musicale che parte dal metal e si insinua in un mondo musicale ancor più ampio.
Una puntualizzazione sui testi. La cosa paradossale è che i Soulfly sono considerati, negli USA, una christian band; personalmente, apprezzo l'approccio critico verso le religioni di Max, rimarcando però che la figura di Cristo è stata per lui una figura ispiratrice in quanto personaggio che si mescolava ai poveri, ai diseredati e alle prostitute. In questo disco, le liriche sembrano concentrarsi sulle figure oscure del Vecchio Testamento.
La musica è tesa, pesante, ma non disdegna sobrie aperture melodiche, interessanti innesti world music, e addirittura qualche apertura sinfonica (Archangel, Titans), ma senza cadere nella trappola del metal sinfonico di tipo nord europeo, che a me personalmente fa cascare le braccia. Uno dei top del disco è la vibrante Sodomites, con la partecipazione di Todd Jones dei Nails; a proposito di partecipazioni, in Live Life Hard! c'è Matt Young degli australiani King Parrot, mentre in Mother of Dragons c'è una sorta di riunione di famiglia, con la partecipazione di Richie Cavalera, frontman degli Incite, e di Igor Cavalera Jr. al basso (dopo l'uscita del disco, però, dato che Tony Campos ha lasciato la band per unirsi alla nuova formazione dei Fear Factory, Igor pare entrato in pianta stabile nei Soulfly). C'è pure Anahid M.O.P., la vocalist dei Master of Persia, metal band iraniana.
Tra le bonus track la cover di You Suffer dei Napalm Death, Acosador nocturno, con Campos alla voce (il pezzo è cantato in spagnolo e portoghese, e suppongo che Campos abbia sostenuto la parte in spagnolo, mentre l'altra sia di Max), e Soulfly X, uno strumentale che ingloba sapori mediorientali e messicani. Ottimo, su tutto l'album, il lavoro del chitarrista solista Marc Rizzo.
Tenth album for the longest project of Max Cavalera, that seems ready for a really mature heavy metal thing. Although he is involved in a bunch of project, also this album of Soulfly is really good, on the field of groove metal. Hard and heavy songs, good and interesting guests, and a lot of different inserts, as world music (arabic, mexican, tribal, even symphonic): an interesting and well played mix. After the release, bassist Tony Campos left the band in order to join Fear Factory, so Igor Cavalera Jr., one of the five sons of Max, joined Soulfly as a bass player. The line-up now it's completed by excellent solo guitarist Marc Rizzo, and Zyon Cavalera (yes guys, another son) on drums. Maybe it's good for cohesion: let's hope so. Go ahead Max.
2 commenti:
Classico esempio in cui, visto il peso dell'artista,
le premesse rischiano di portare via più spazio della
recensione vera e propria
in effetti se perdesse una ventina di chili starebbe meglio
:)
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