No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20150817

Belgrado, Serbia - Aprile 2015 (2)

E' un bel vedere. Il parco, tranquillo seppur si stia riempiendo di gente, i bambini che giocano, le bancarelle che vengono montate, dentro la fortezza si sta perfino allestendo una specie di ricostruzione storica (c'è perfino la televisione). Le varie porte, la torre dell'orologio, le vecchie mura. Verso i fiumi, esattamente sotto Kalemegdan, dalla parte opposta della Stari Grad, da dove vengo, si incrociano il Danubio e la Sava, la collina dirada, altro verde, qualche altra costruzione storica (alcune turche, alcune austriache), un altro parco. Al di là della strada, una torre, e il lungo fiume. Di fronte, la Grande isola della guerra, proprio alla confluenza dei due fiumi. I serbi sembrano essere ossessionati dalla guerra. Risalgo la collina, mi soffermo sulla terrazza dove è posta la statua del Vincitore (curiosa la storia: commissionata allo scultore croato Mestrovic per commemorare la vittoria nella Prima Guerra Mondiale, e destinata ad essere posta in Piazza della Repubblica, scandalizzò i belgradesi a causa della sua nudità, e fu dunque posta sulla collina, rivolta ai fiumi), e mi soffermo a guardare l'esposizione di cannoni. Tale esposizione porta dritto all'ingresso del Museo della guerra, davanti al quale c'è un gruppetto che sta ascoltando una donna. Ecco perché, dicevo, i serbi paiono leggermente ossessionati dalla guerra.

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