Il resto della notte - di Francesco Munzi (2008)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Torino e dintorni. I Boarin sono ricchi, abitano in una villa fuori città, hanno una colf rumena che sta simpatica alla figlia Anna, ma non piace alla signora Silvana, nevrotica quanto basta. Giovanni, il capofamiglia imprenditore fedifrago (tradisce Silvana con la giovane ed intrigante Francesca), è totalmente indifferente. Un bel giorno, Silvana, forse per attirare l'attenzione del marito distratto, si accorge che le sono spariti un paio di orecchini preziosi, e accusa Maria (la colf), ottenendo il suo allontanamento (e passando ad una filippina). Maria chiede asilo a Ionut, grande amore mai dimenticato, che vive in un caseggiato tutto popolato da immigrati, ma nello specifico, con il fratello minore Victor, che non vede di buon grado il ritorno di Maria: ha già spezzato il cuore di Ionut una volta, lo farà ancora, dice e pensa lui. Ionut è in "affari" con Marco, un tossico italianissimo, padre di un bambino preadolescente del quale non ha la custodia. Sempre impegnati in questioni microcriminali, quando Ionut capisce che nella villa dove lavorava Maria c'è la grana, organizza una rapina, trovando in Marco una spalla, e in Victor il palo.
Avevo apprezzato molto il debutto di Munzi, Saimir, e spinto dal successo di critica dell'ultimo Anime nere, sono andato a ripescarmi questo film "di mezzo", Il resto della notte. Possiamo dire che è un film non completamente riuscito, perché cade in molti stereotipi (i borghesi altezzosi e nevrotici, gli immigrati tutti ladri e i tossici tutti fuori di testa), cosa che non mi sarei aspettato dopo Saimir. Eppure, si vede che c'è del potenziale nelle idee di Munzi (anche sceneggiatore), e nel tentativo di mettere in scena un realismo italiano contemporaneo. La scelta degli attori è probabilmente più indovinata tra quelli meno conosciuti (Constantin Lupescu/Ionut, Stefano Cassetti/Marco, Laura Vasiliu/Maria, Victor Cosma/Victor), rispetto ai nomi famosi (Aurélien Recoing/Giovanni, Sandra Ceccarelli/Silvana, Valentina Cervi/Francesca).
Vedremo a breve se Munzi è riuscito a scrollarsi di dosso gli stereotipi.
Nessun commento:
Posta un commento