Bloodlust - Body Count (2017)
Devo essere onesto, mi ero dimenticato dei Body Count di Ice T e Ernie C. E invece, passo passo, sono arrivati al sesto lavoro. E sono ancora massicci e incazzati (come si usava dire sotto le armi). L'ennesima dichiarazione d'amore verso il metal più duro: si apre con Civil War con la partecipazione di Dave Mustaine, poi c'è All Love Is Lost con Max Cavalera, Walk With Me... con Randy Blythe (Lamb of God), e una cover, se possibile ancor più dura dell'originale, del dittico annientatore Raining Blood/Post Mortem (con l'aggiunta di un 2017) dei maestri Slayer. Prima di quest'ultima, una falsa (credo) intervista ad Ice, dove lui stesso spiega l'origine e il senso di Body Count (interessante, provate ad ascoltare). Il disco è, come detto, molto duro, punteggiato da riff granitici che faranno la gioia di ogni metallaro, e le liriche a tinte scure di Ice, che, come lui stesso ha detto, sono più scure per scoraggiare soprattutto i giovani afroamericani a seguire le orme gangsta. E' vero, come sottolinea Saby Reyes-Kulkarni su Pitchfork, che Body Count non si sono mossi di una virgola, soprattutto musicalmente, dal loro debutto omonimo del 1992 (quello sul quale era contenuta la "pietra dello scandalo", quella Cop Killer che fu al centro di molte polemiche negli USA, e che fu reinterpretata live dai Soundgarden), ma diamine, provate a non tenere il tempo su No Lives Matter; ed è pure vero che spesso Ice T si crogiola in quella comfort zone dove filosofeggia in maniera spicciola, ma, a volte, la filosofia spicciola, come quella che esplicita proprio nell'intro di No Lives Matter, coglie nel segno.
I have to be honest, I had forgotten Body Count of Ice T and Ernie C. But them, step by step, they came to the sixth work. And they are still hard and angry (as we used to say under the military). Still another love statement for true metal: it opens with "Civil War", with Dave Mustaine's participation, then there's "All Love Is Lost", with Max Cavalera, "Walk With Me...", with Randy Blythe (Lamb of God), and a cover, if possible even heavier than the original one, of the diptych Raining Blood/Post Mortem (with the addition of a "2017") of the metal masters Slayer. Before that, a false (I think) interview with Ice, where he himself explains the origin and sense of Body Count (interesting, try listening). The record is, as I said, very tough, dotted with granitic riffs that will make the joy of every metal-head, and the dark tone lyrics of Ice, which, as he himself said, are darker to discourage young Afro-American people from following the gangsta footprints. It is true, as Saby Reyes-Kulkarni points out on Pitchfork, that Body Count did not move a step, especially musically, from their 1992 debut album (the one on which contained the "stone of the scandal", that "Cop Killer" that was at the center of many controversies in the US, and was reinterpreted live by the Soundgarden), but try to don't keep the time on "No Lives Matter", for example; and it is true that often Ice T is stuck in his comfort zone, where it philosophizes in a simple way, but sometimes, the simple philosophy, as the one he uses in the intro of "No Lives Matter", got the point.
No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20170430
20170429
20170428
Dorset
Broadchurch - di Chris Chibnall - Stagione 3 (8 episodi; ITV) - 2017
Broadchurch. Trish Winterman, una ultraquarantenne separata di recente, riferisce di essere stata violentata dopo una festa, organizzata da Jim e Cath Atwood (Cath è collega e amica di Trish), in occasione del 50esimo compleanno di Cath. Il fatto è accaduto due giorni prima, Trish è stata colpita con qualcosa alla nuca, resa incosciente, legata e imbavagliata, e non ha potuto vedere il violentatore. Miller e Hardy sono chiamati per raccogliere la prima testimonianza di Trish, e stabiliscono che si tratta di un attacco premeditato, anziché un crimine occasionale, temendo quindi che ci sia in giro, nella zona, un violentatore seriale a piede libero, che potrebbe colpire nuovamente. Il tempo è, quindi, fondamentale.
Un difetto, Broadchurch ce l'ha: è finita. Si, questa terza stagione sarà l'ultima. Niente più "Millaaaahh", niente più umorismo inglese in mezzo ad interrogatori serrati, niente più David Tennant (Hardy) con la barba di due giorni e la faccia perennemente incazzata, niente più pianti liberatori di Olivia Colman (Miller), splendidi protagonisti in mezzo ad un altrettanto splendido cast. Veramente difficile trovare un difetto ad un poliziesco del genere, e tenete conto che il poliziesco è un genere che non è il mio favorito (anche se, in fondo, continuo a dirlo ma sarà difficile andare avanti senza questa serie e senza Bron/Broen): scritto perfettamente, gestito con tempi altrettanto perfetti, con colpi di scena belli, ma usati con moderazione. Ottima anche questa terza (e ultima, come detto) stagione, dove abbiamo sin dall'inizio un altro caso, e dove gli echi di quello iniziale continuano a sentirsi pesantemente, così come, con giustezza, le sporadiche intimità dei due protagonisti e delle loro vite così concentrate sul lavoro, vengono usate per ricordare che anche loro sono umani. Ci mancherà.
Broadchurch, actually, has a flaw: it's over. Yes, this third season will be the last. Nothing more "Millaaaahh", no more English humor in the midst of tight interrogations, no more David Tennant (Hardy) with a two-day beard and an angry pale face, nothing more liberatory crying from Olivia Colman (Miller), stunning protagonists, in the middle to an equally skillfull cast. It's really hard to find a flaw in a crime investigative drama like this, and note that this is a genre that is not my favorite (though, after all, I keep on saying it but it will be difficult to go ahead without this series and without "Bron / Broen") : perfectly written, managed with just as perfect times, with beautiful plot twist, but used with moderation. This third (and last) season is also great, season in which we have another case from the beginning, and where the echoes of the initial one continue to feel as heavy, as well as, with fairness, the sporadic intimacy of the two main characters, and their so focused lives on work, are used to remember that they are also human. We'll miss it, we'll miss them.
Broadchurch. Trish Winterman, una ultraquarantenne separata di recente, riferisce di essere stata violentata dopo una festa, organizzata da Jim e Cath Atwood (Cath è collega e amica di Trish), in occasione del 50esimo compleanno di Cath. Il fatto è accaduto due giorni prima, Trish è stata colpita con qualcosa alla nuca, resa incosciente, legata e imbavagliata, e non ha potuto vedere il violentatore. Miller e Hardy sono chiamati per raccogliere la prima testimonianza di Trish, e stabiliscono che si tratta di un attacco premeditato, anziché un crimine occasionale, temendo quindi che ci sia in giro, nella zona, un violentatore seriale a piede libero, che potrebbe colpire nuovamente. Il tempo è, quindi, fondamentale.
Un difetto, Broadchurch ce l'ha: è finita. Si, questa terza stagione sarà l'ultima. Niente più "Millaaaahh", niente più umorismo inglese in mezzo ad interrogatori serrati, niente più David Tennant (Hardy) con la barba di due giorni e la faccia perennemente incazzata, niente più pianti liberatori di Olivia Colman (Miller), splendidi protagonisti in mezzo ad un altrettanto splendido cast. Veramente difficile trovare un difetto ad un poliziesco del genere, e tenete conto che il poliziesco è un genere che non è il mio favorito (anche se, in fondo, continuo a dirlo ma sarà difficile andare avanti senza questa serie e senza Bron/Broen): scritto perfettamente, gestito con tempi altrettanto perfetti, con colpi di scena belli, ma usati con moderazione. Ottima anche questa terza (e ultima, come detto) stagione, dove abbiamo sin dall'inizio un altro caso, e dove gli echi di quello iniziale continuano a sentirsi pesantemente, così come, con giustezza, le sporadiche intimità dei due protagonisti e delle loro vite così concentrate sul lavoro, vengono usate per ricordare che anche loro sono umani. Ci mancherà.
Broadchurch, actually, has a flaw: it's over. Yes, this third season will be the last. Nothing more "Millaaaahh", no more English humor in the midst of tight interrogations, no more David Tennant (Hardy) with a two-day beard and an angry pale face, nothing more liberatory crying from Olivia Colman (Miller), stunning protagonists, in the middle to an equally skillfull cast. It's really hard to find a flaw in a crime investigative drama like this, and note that this is a genre that is not my favorite (though, after all, I keep on saying it but it will be difficult to go ahead without this series and without "Bron / Broen") : perfectly written, managed with just as perfect times, with beautiful plot twist, but used with moderation. This third (and last) season is also great, season in which we have another case from the beginning, and where the echoes of the initial one continue to feel as heavy, as well as, with fairness, the sporadic intimacy of the two main characters, and their so focused lives on work, are used to remember that they are also human. We'll miss it, we'll miss them.
20170427
La trilogia della Contea rossa
The Red Riding Trilogy - Scritto da David Peace e Tony Grisoni, diretto da Julian Jarrold, James Marsh, Anand Tucker (2009) - Miniserie in 3 episodi - Channel 4
Yorkshire, UK.
1974. Eddie Dunford è un giovane reporter del Yorkshire Post. John Dawson è uno sviluppatore immobiliare senza scrupoli locale. Le loro strade si incrociano quando Dunford sta investigando su una serie di ragazze assassinate o scomparse, una delle quali viene ritrovata morta in una delle proprietà di Dawson, torturata, stuprata, strangolata, e con ali di cigno cucite alla schiena.
1980. In seguito alle polemiche pubbliche seguite alla mancata risoluzione del caso dello Yorkshire Ripper (serial killer di prostitute), Peter Hunter, un detective della polizia di Manchester integerrimo, viene messo a capo dell'investigazione. Hunter si era occupato del massacro del Karachi Club (provocato da Dunford), caso abbandonato a causa dell'aborto spontaneo della moglie.
1983. Maurice Jobson, detective, è afflitto dai sensi di colpa, per la sua partecipazione alla corruzione dilagante all'interno della polizia locale. Scopriamo che fu sua la soffiata a Dunford a proposito dell'incendio doloso del campo Rom di Hunslet, al quale lo stesso Jobson prese parte sotto pressioni del suo capo, Molloy.
Opera impressionante, tratta (curiosamente) da una quadrilogia letteraria (The Red Riding Quartet) di David Peace, autore tra l'altro anche de Il maledetto United (altro romanzo che ha "generato" un film); adattati e compressi in tre film (usciti anche al cinema, almeno in UK) da Tony Grisoni (non proprio l'ultimo arrivato: Fear and Loathing in Las Vegas e altri lavori con Terry Gilliam, compreso il prossimo The Man Who Killed Don Quixote, che pare uscirà nel 2018, poi Southcliffe e perfino The Young Pope), con un cast spettacolare (Mark Addy, Maxine Peake, Joseph Mawle, Andrew Garfield, Sean Bean, Sean Harris, Saskia Reeves, David Morrissey, Warren Clarke, Michelle Dockery, Jim Carter, Gerard Kearns, Daniel Mays, Paddy Considine, Peter Mullan, Rebecca Hall, Eddie Marsan, Shaun Dooley, Robert Sheehan, Nicholas Woodeson, Cara Seymour). Scritto meravigliosamente, diretto molto bene, angosciante e ben fotografato. Da recuperare, ma per palati forti.
It's an impressive work, this trilogy, extract (curiously) from David Peace's "The Red Riding Quartet", also author of "The Damned Utd" (another novel that has "generated" a movie); Adapted and compressed in three films (also released at the cinema, at least in UK) by Tony Grisoni (not exactly the last of the arrived: "Fear and Loathing in Las Vegas" and other works with Terry Gilliam, including the next "The Man Who Killed Don Quixote", which seems will be released in 2018, then "Southcliffe" and even "The Young Pope") with a spectacular cast (Mark Addy, Maxine Peake, Joseph Mawle, Andrew Garfield, Sean Bean, Sean Harris, Saskia Reeves, David Morrissey, Warren Clarke, Michelle Dockery, Jim Carter, Gerard Kearns, Daniel Mays, Paddy Considine, Peter Mullan, Rebecca Hall, Eddie Marsan, Shaun Dooley, Robert Sheehan, Nicholas Woodeson, Cara Seymour). Wonderfully written, directed very well, disturbing and well-cinematographied. To be recovered, but for strong palates.
Yorkshire, UK.
1974. Eddie Dunford è un giovane reporter del Yorkshire Post. John Dawson è uno sviluppatore immobiliare senza scrupoli locale. Le loro strade si incrociano quando Dunford sta investigando su una serie di ragazze assassinate o scomparse, una delle quali viene ritrovata morta in una delle proprietà di Dawson, torturata, stuprata, strangolata, e con ali di cigno cucite alla schiena.
1980. In seguito alle polemiche pubbliche seguite alla mancata risoluzione del caso dello Yorkshire Ripper (serial killer di prostitute), Peter Hunter, un detective della polizia di Manchester integerrimo, viene messo a capo dell'investigazione. Hunter si era occupato del massacro del Karachi Club (provocato da Dunford), caso abbandonato a causa dell'aborto spontaneo della moglie.
1983. Maurice Jobson, detective, è afflitto dai sensi di colpa, per la sua partecipazione alla corruzione dilagante all'interno della polizia locale. Scopriamo che fu sua la soffiata a Dunford a proposito dell'incendio doloso del campo Rom di Hunslet, al quale lo stesso Jobson prese parte sotto pressioni del suo capo, Molloy.
Opera impressionante, tratta (curiosamente) da una quadrilogia letteraria (The Red Riding Quartet) di David Peace, autore tra l'altro anche de Il maledetto United (altro romanzo che ha "generato" un film); adattati e compressi in tre film (usciti anche al cinema, almeno in UK) da Tony Grisoni (non proprio l'ultimo arrivato: Fear and Loathing in Las Vegas e altri lavori con Terry Gilliam, compreso il prossimo The Man Who Killed Don Quixote, che pare uscirà nel 2018, poi Southcliffe e perfino The Young Pope), con un cast spettacolare (Mark Addy, Maxine Peake, Joseph Mawle, Andrew Garfield, Sean Bean, Sean Harris, Saskia Reeves, David Morrissey, Warren Clarke, Michelle Dockery, Jim Carter, Gerard Kearns, Daniel Mays, Paddy Considine, Peter Mullan, Rebecca Hall, Eddie Marsan, Shaun Dooley, Robert Sheehan, Nicholas Woodeson, Cara Seymour). Scritto meravigliosamente, diretto molto bene, angosciante e ben fotografato. Da recuperare, ma per palati forti.
It's an impressive work, this trilogy, extract (curiously) from David Peace's "The Red Riding Quartet", also author of "The Damned Utd" (another novel that has "generated" a movie); Adapted and compressed in three films (also released at the cinema, at least in UK) by Tony Grisoni (not exactly the last of the arrived: "Fear and Loathing in Las Vegas" and other works with Terry Gilliam, including the next "The Man Who Killed Don Quixote", which seems will be released in 2018, then "Southcliffe" and even "The Young Pope") with a spectacular cast (Mark Addy, Maxine Peake, Joseph Mawle, Andrew Garfield, Sean Bean, Sean Harris, Saskia Reeves, David Morrissey, Warren Clarke, Michelle Dockery, Jim Carter, Gerard Kearns, Daniel Mays, Paddy Considine, Peter Mullan, Rebecca Hall, Eddie Marsan, Shaun Dooley, Robert Sheehan, Nicholas Woodeson, Cara Seymour). Wonderfully written, directed very well, disturbing and well-cinematographied. To be recovered, but for strong palates.
20170426
The First Day of the Rest of Your Life
The Walking Dead - sviluppato da Frank Darabont - Stagione 7 (16 episodi; AMC) - 2016/2017
Il gruppo di Rick è alla completa mercé dei Saviors di Negan. Durante il primo episodi, vediamo Negan che si fa un "viaggetto" nel camper insieme a Rick, per cambiare il suo modo di guardarlo. Con vari flashback (spoiler alert!), scopriamo che Negan ha dapprima scelto di uccidere Abraham con la sua "Lucille", dopo di che, assalito da Daryl che non riesce a contenere la rabbia, decide di bastonare a morte anche Glenn, anziché Daryl. Infine, per sottomettere completamente Rick, ordina lui di tagliare un braccio a suo figlio Carl. Rick per poco non lo fa, quando Negan, soddisfatto della sottomissione, lo ferma. Si preannunciano tempi duri: la politica di Negan ed i suoi Saviors, è quella di sottomettere tutti gli altri gruppi meno numerosi e meno organizzati, e di farsi rifornire ciclicamente di armi, cibo e perfino futilità, lasciando ai vari altri gruppi il minimo indispensabile per sopravvivere, mantenendo così il controllo totale. Mentre Maggie viene condotta a Hilltop per terminare la gravidanza, incita Rick ad organizzarsi per combattere i Saviors.
Ormai The Walking Dead è una di quelle cose che devi vedere, come le partite di Champion's League, perché ovunque vai, non si parla d'altro. Per il resto, la serie continua con il suo schema classico (episodi da 42 minuti che si trascinano stancamente per 40 minuti, con fuochi d'artificio negli ultimi due minuti), provando ogni tanto a cambiare le carte in tavola con episodi fatti di flashback o altre trovate di regia. Più si va avanti con la storia, e meno si può fare a meno (scusate la ripetizione) di personaggi principali: ecco che per tutta questa settima stagione, il lutto per Abraham e Glenn la fa da padrone. Nonostante tutto, i cattivi sono però ancora più difficili da sostituire: la figura quasi "totalitaria" di Negan sarà davvero difficile da eliminare...
Rinnovato per una ottava stagione (che prenderà il via nell'ottobre 2017).
Actually, "The Walking Dead" is one of those things you have to see, like Champion's League football matches, because everywhere you go, you do not talk about anything else. For the rest, the series continues with its classic scheme (42-minute episodes that drag for 40 minutes, with fireworks in the last two minutes), trying occasionally to change the cards on the table with episodes full of flashbacks or other director's tricks. The more you go on with the story, and the less you can do without of the main characters: for the whole of this seventh season, the mourning for Abraham and Glenn became a major thread. Nevertheless, the bad guys are even more difficult to replace: the almost "totalitarian" figure of Negan will be really difficult to eliminate...
Renewed for a 8th season (which will start in October 2017).
Il gruppo di Rick è alla completa mercé dei Saviors di Negan. Durante il primo episodi, vediamo Negan che si fa un "viaggetto" nel camper insieme a Rick, per cambiare il suo modo di guardarlo. Con vari flashback (spoiler alert!), scopriamo che Negan ha dapprima scelto di uccidere Abraham con la sua "Lucille", dopo di che, assalito da Daryl che non riesce a contenere la rabbia, decide di bastonare a morte anche Glenn, anziché Daryl. Infine, per sottomettere completamente Rick, ordina lui di tagliare un braccio a suo figlio Carl. Rick per poco non lo fa, quando Negan, soddisfatto della sottomissione, lo ferma. Si preannunciano tempi duri: la politica di Negan ed i suoi Saviors, è quella di sottomettere tutti gli altri gruppi meno numerosi e meno organizzati, e di farsi rifornire ciclicamente di armi, cibo e perfino futilità, lasciando ai vari altri gruppi il minimo indispensabile per sopravvivere, mantenendo così il controllo totale. Mentre Maggie viene condotta a Hilltop per terminare la gravidanza, incita Rick ad organizzarsi per combattere i Saviors.
Ormai The Walking Dead è una di quelle cose che devi vedere, come le partite di Champion's League, perché ovunque vai, non si parla d'altro. Per il resto, la serie continua con il suo schema classico (episodi da 42 minuti che si trascinano stancamente per 40 minuti, con fuochi d'artificio negli ultimi due minuti), provando ogni tanto a cambiare le carte in tavola con episodi fatti di flashback o altre trovate di regia. Più si va avanti con la storia, e meno si può fare a meno (scusate la ripetizione) di personaggi principali: ecco che per tutta questa settima stagione, il lutto per Abraham e Glenn la fa da padrone. Nonostante tutto, i cattivi sono però ancora più difficili da sostituire: la figura quasi "totalitaria" di Negan sarà davvero difficile da eliminare...
Rinnovato per una ottava stagione (che prenderà il via nell'ottobre 2017).
Actually, "The Walking Dead" is one of those things you have to see, like Champion's League football matches, because everywhere you go, you do not talk about anything else. For the rest, the series continues with its classic scheme (42-minute episodes that drag for 40 minutes, with fireworks in the last two minutes), trying occasionally to change the cards on the table with episodes full of flashbacks or other director's tricks. The more you go on with the story, and the less you can do without of the main characters: for the whole of this seventh season, the mourning for Abraham and Glenn became a major thread. Nevertheless, the bad guys are even more difficult to replace: the almost "totalitarian" figure of Negan will be really difficult to eliminate...
Renewed for a 8th season (which will start in October 2017).
20170425
San Diego
New Girl - di Elizabeth Meriwether - Stagione 6 (22 episodi; Fox) - 2016/2017
Jess è talmente sopraffatta dai suoi sentimenti per Nick che comincia a cercarsi strani nuovi hobby per tenersi impegnata, e difficilmente riesce a parlare in sua presenza, quando Nick torna dal suo viaggio estivo a New Orleans, con Reagan. Schmidt e Cece hanno qualche difficoltà a trovare una casa adatta a loro, soprattutto perché la loro agente immobiliare è Leslie, l'incompetente sorella minore di Aly. Interviene quindi Winston, assumendola lui per farsi trovare una casa di cui non ha bisogno, ovviamente per non ferire i sentimenti di Leslie, per paura di ferire quelli di Aly.
Ogni tanto c'è bisogno di una comedy, e come sapete ne seguo alcune. New Girl è una di queste, nelle ultime due stagioni c'era pure una ragione extra: la presenza della sempre splendida Megan Fox (Reagan), seppure come special guest ogni tanto. Qualche risata, anche grassa, si fa, ed oltre a questo, i personaggi stanno faticosamente evolvendosi. Durante questa stagione ci sono riavvicinamenti, fidanzamenti, trasferimenti, rotture, tutte cose normali, fatte da personaggi per i quali bisogna sempre sospendere un pochino l'incredulità. Diverse apparizioni curiose (Rob Reiner, Sonequa Martin-Green, Gordon Ramsay).
Every now and then there is a need for a comedy, and as you know, I follow a few of them. "New Girl" is one of these, in the last two seasons there was also an extra reason: the presence of the ever-beautiful Megan Fox (Reagan), albeit as a special guest, every now and then. Some laughter, even greasy, are done, and besides, the characters are struggling to evolve. During this season there are rapprochements, engagements, transfers, breaks up, all normal things made by characters for which a little bit of disbelief has to be suspended. Various curious cameo (Rob Reiner, Sonequa Martin-Green, Gordon Ramsay).
Jess è talmente sopraffatta dai suoi sentimenti per Nick che comincia a cercarsi strani nuovi hobby per tenersi impegnata, e difficilmente riesce a parlare in sua presenza, quando Nick torna dal suo viaggio estivo a New Orleans, con Reagan. Schmidt e Cece hanno qualche difficoltà a trovare una casa adatta a loro, soprattutto perché la loro agente immobiliare è Leslie, l'incompetente sorella minore di Aly. Interviene quindi Winston, assumendola lui per farsi trovare una casa di cui non ha bisogno, ovviamente per non ferire i sentimenti di Leslie, per paura di ferire quelli di Aly.
Ogni tanto c'è bisogno di una comedy, e come sapete ne seguo alcune. New Girl è una di queste, nelle ultime due stagioni c'era pure una ragione extra: la presenza della sempre splendida Megan Fox (Reagan), seppure come special guest ogni tanto. Qualche risata, anche grassa, si fa, ed oltre a questo, i personaggi stanno faticosamente evolvendosi. Durante questa stagione ci sono riavvicinamenti, fidanzamenti, trasferimenti, rotture, tutte cose normali, fatte da personaggi per i quali bisogna sempre sospendere un pochino l'incredulità. Diverse apparizioni curiose (Rob Reiner, Sonequa Martin-Green, Gordon Ramsay).
Every now and then there is a need for a comedy, and as you know, I follow a few of them. "New Girl" is one of these, in the last two seasons there was also an extra reason: the presence of the ever-beautiful Megan Fox (Reagan), albeit as a special guest, every now and then. Some laughter, even greasy, are done, and besides, the characters are struggling to evolve. During this season there are rapprochements, engagements, transfers, breaks up, all normal things made by characters for which a little bit of disbelief has to be suspended. Various curious cameo (Rob Reiner, Sonequa Martin-Green, Gordon Ramsay).
20170424
America First
Homeland - di Gideon Raff, sviluppato da Alex Gansa e Howard Gordon - Stagione 6 (12 episodi; Showtime) - 2017
New York. Sekou Bah, un giovane musulmano afroamericano, tiene un vlog online, nel quale si riprende visitando siti che sono stati teatro di attacchi terroristici, o che hanno visto fatti che hanno dato il via alla frizione musulmani contro Occidente. Viene arrestato dall'agente FBI Ray Conlin, accusato di sostenere il terrorismo anche economicamente. Carrie, che adesso dirige una ONG basata a New York, organizzazione che difende i diritti dei musulmani afroamericani, incontra Sekou in carcere e si prepara ad organizzare la sua difesa in tribunale. Conlin dice a Carrie che Sekou è stato trovato in possesso di biglietti aerei per la Nigeria (Boko Haram?), e di 5.000 dollari in contanti sotto il materasso. Nel frattempo, Quinn sta cercando di riprendersi, a modo suo, dall'incidente occorsogli in Germania (ha una mezza paralisi, e un evidente sindrome da stress post-traumatico), mentre Saul e Dar stanno per incontrare Elizabeth Keane, la Presidente Eletta dopo le recenti elezioni USA, come alti rappresentanti della CIA, a proposito delle operazioni in corso. La Keane è apertamente per il dialogo e per la smilitarizzazione, Saul è attento alle sue opinioni, mentre Dar è apertamente polemico e contrario.
Così come mi metto spesso in discussione nella vita di tutti i giorni e sul lavoro, anche quando giudico le cose, siano esse musica, film, libri, serie tv, provo a farlo. Quando una serie riesce a durare molte stagioni, a volte non capisco perché, soprattutto quando continua a riscaldare la minestra. Sono dell'opinione che Homeland non fa parte di questa categoria, e che anzi, sia una mosca bianca: è una delle poche serie tv che è andata oltre la seconda stagione, riuscendo a cambiare pelle drasticamente dopo l'uscita di scena di uno dei personaggi protagonisti, reinventandosi continuamente stagione dopo stagione. Ricordo articoli e polemiche durissime (a proposito dell'anti-islamismo, a proposito di scritte in arabo anti-Homeland sullo sfondo di un finto campo profughi in Libano, o della descrizione stereotipata dei pakistani): sembra quasi che gli autori, con quest'ultima stagione, si siano divertiti ad ascoltare tutte quelle critiche, e ad invertire il punto di vista. O quasi. Certo è che, qualche giorno fa, in rete ho visto perfino un articolo che titolava pressappoco così: "Homeland è diventata una serie anti-americana?". Insomma, sesta stagione appassionante e attuale, solito cast impeccabile. Risultato: rinnovata per altre due stagioni.
So, I often put myself in question, in everyday life and at work, even when I judge things, whether they are music, movies, books, TV series, I try to do the same. When a series can last many seasons, sometimes I do not understand why, especially when it continues to warm the soup. I am of the opinion that "Homeland" is not part of this category, and indeed it is a white fly: it is one of the few TV series that went beyond the second season, succeeding in changing skin dramatically after the death of one of the main characters, reinventing itself continually season after season. I remember very harsh articles and controversies (about anti-Islamism, about Arabic anti-Homeland scripts on the wall in the background of a fake refugee camp in Lebanon, or about a stereotyped Pakistani characters): it seems as if the authors, this season, had fun listening to all those criticisms, and to reverse the point of view. Almost. Certainly, a few days ago, I even saw an article on the net that titled almost like this: "Do Homeland has become an anti-American series?" In short, sixth season is passionate and current, with the usually flawless cast. Result: renewed for another two seasons. Eighth season will be the last.
New York. Sekou Bah, un giovane musulmano afroamericano, tiene un vlog online, nel quale si riprende visitando siti che sono stati teatro di attacchi terroristici, o che hanno visto fatti che hanno dato il via alla frizione musulmani contro Occidente. Viene arrestato dall'agente FBI Ray Conlin, accusato di sostenere il terrorismo anche economicamente. Carrie, che adesso dirige una ONG basata a New York, organizzazione che difende i diritti dei musulmani afroamericani, incontra Sekou in carcere e si prepara ad organizzare la sua difesa in tribunale. Conlin dice a Carrie che Sekou è stato trovato in possesso di biglietti aerei per la Nigeria (Boko Haram?), e di 5.000 dollari in contanti sotto il materasso. Nel frattempo, Quinn sta cercando di riprendersi, a modo suo, dall'incidente occorsogli in Germania (ha una mezza paralisi, e un evidente sindrome da stress post-traumatico), mentre Saul e Dar stanno per incontrare Elizabeth Keane, la Presidente Eletta dopo le recenti elezioni USA, come alti rappresentanti della CIA, a proposito delle operazioni in corso. La Keane è apertamente per il dialogo e per la smilitarizzazione, Saul è attento alle sue opinioni, mentre Dar è apertamente polemico e contrario.
Così come mi metto spesso in discussione nella vita di tutti i giorni e sul lavoro, anche quando giudico le cose, siano esse musica, film, libri, serie tv, provo a farlo. Quando una serie riesce a durare molte stagioni, a volte non capisco perché, soprattutto quando continua a riscaldare la minestra. Sono dell'opinione che Homeland non fa parte di questa categoria, e che anzi, sia una mosca bianca: è una delle poche serie tv che è andata oltre la seconda stagione, riuscendo a cambiare pelle drasticamente dopo l'uscita di scena di uno dei personaggi protagonisti, reinventandosi continuamente stagione dopo stagione. Ricordo articoli e polemiche durissime (a proposito dell'anti-islamismo, a proposito di scritte in arabo anti-Homeland sullo sfondo di un finto campo profughi in Libano, o della descrizione stereotipata dei pakistani): sembra quasi che gli autori, con quest'ultima stagione, si siano divertiti ad ascoltare tutte quelle critiche, e ad invertire il punto di vista. O quasi. Certo è che, qualche giorno fa, in rete ho visto perfino un articolo che titolava pressappoco così: "Homeland è diventata una serie anti-americana?". Insomma, sesta stagione appassionante e attuale, solito cast impeccabile. Risultato: rinnovata per altre due stagioni.
So, I often put myself in question, in everyday life and at work, even when I judge things, whether they are music, movies, books, TV series, I try to do the same. When a series can last many seasons, sometimes I do not understand why, especially when it continues to warm the soup. I am of the opinion that "Homeland" is not part of this category, and indeed it is a white fly: it is one of the few TV series that went beyond the second season, succeeding in changing skin dramatically after the death of one of the main characters, reinventing itself continually season after season. I remember very harsh articles and controversies (about anti-Islamism, about Arabic anti-Homeland scripts on the wall in the background of a fake refugee camp in Lebanon, or about a stereotyped Pakistani characters): it seems as if the authors, this season, had fun listening to all those criticisms, and to reverse the point of view. Almost. Certainly, a few days ago, I even saw an article on the net that titled almost like this: "Do Homeland has become an anti-American series?" In short, sixth season is passionate and current, with the usually flawless cast. Result: renewed for another two seasons. Eighth season will be the last.
20170423
Minsk (Bielorussia) - Aprile 2017 (5)
Lunedì 10 è ora di tornare. Mi sveglio tardi, scendo per colazione, mi preparo con calma, scendo per il check out che sono le 11, appuntamento con lo stesso taciturno tassista dell'andata è alle 11,30. Uno dei ragazzi alla reception parla italiano, mi intrattengo sulle differenze del traffico con tutti e tre (della reception), ma in inglese, per non escludere nessuno. Sfoglio una sorta di guida di Minsk: è situata vicino al punto più alto della Bielorussia, il monte Dzerzinskij, ben 345 metri sul livello del mare!
Arriva il "mio" autista, saluto, salgo, e via. Mezz'ora e siamo all'aeroporto, passo i controlli, cerco il gate, e scopro che il volo è stato ritardato di quasi un'ora. Nessun problema per la coincidenza. Cerco una calamita di Minsk, un'abitudine che ho preso da qualche tempo, ma non ne esistono, tutte scritte in cirillico. Abbandono l'idea di comprare una matrioska, mi siedo e attendo con pazienza. Si parte, alla fine.
All'aeroporto di Vienna mangio qualcosa, ricarico il telefono e termino di vedere un episodio di una serie, che mi era rimasto a metà. Poi mi imbarco. In questa parte di aeroporto gli spazi di imbarco sono decisamente più ariosi. Quello frequentato all'andata, imbarco per Minsk, era molto peggio. Eccomi infine a Bologna verso le 19, mi metto in viaggio e dopo un poco mangio qualcosa, domattina di nuovo al lavoro.
Arriva il "mio" autista, saluto, salgo, e via. Mezz'ora e siamo all'aeroporto, passo i controlli, cerco il gate, e scopro che il volo è stato ritardato di quasi un'ora. Nessun problema per la coincidenza. Cerco una calamita di Minsk, un'abitudine che ho preso da qualche tempo, ma non ne esistono, tutte scritte in cirillico. Abbandono l'idea di comprare una matrioska, mi siedo e attendo con pazienza. Si parte, alla fine.
Stavo pensando ad un lifting |
Come non fare una foto dall'ascensore a vetri |
Per darvi un'idea della piattezza della Bielorussia |
Si, in effetti l'estetica non è proprio il massimo |
All'aeroporto di Vienna mangio qualcosa, ricarico il telefono e termino di vedere un episodio di una serie, che mi era rimasto a metà. Poi mi imbarco. In questa parte di aeroporto gli spazi di imbarco sono decisamente più ariosi. Quello frequentato all'andata, imbarco per Minsk, era molto peggio. Eccomi infine a Bologna verso le 19, mi metto in viaggio e dopo un poco mangio qualcosa, domattina di nuovo al lavoro.
20170422
20170421
Minsk (Bielorussia) - Aprile 2017 (4)
Domenica 9 aprile. Solita mattinata tirata per le lunghissime, devo dirvelo, che bellezza. Esco verso mezzogiorno e oggi mi dirigo a poche centinaia di metri lungo Internacyjanaĺnaja (la strada dove sta l'ingresso principale dell'hotel), alla pizzeria Il Grottino, che è di proprietà marchigiana, pare. Mangio una pizza e bevo una birra locale; gli avventori sono un tipo italiano che era sul mio stesso volo (sarà pure su quello di ritorno), e un trio, due giovani bielorussi e un italiano con il tablet, si intuisce che uno dei giovani è un calciatore, l'altro giovane fa il traduttore, e l'italiano col tablet molto probabilmente è un osservatore di una squadra italiana. Fatto, comincio la mia passeggiata pomeridiana, che si sviluppa inizialmente lungo lo stesso asse del giorno precedente, ma nella direzione opposta.
Il giro termina attraversando alcuni dei molti parchi della città, percorrendo un po' di lungo fiume, attraversando il centro storico, ripassando di fronte all'agglomerato del Santo Spirito e alla Town Hall. Rientro, mi riposo, poi per farmi venire fame scendo nella piscina dell'albergo, e faccio qualche vasca. Sono pronto. Stasera scelgo Il Patio, una catena che, mi pare di capire, fa coppia con TGI Fridays. Il Patio scimmiotta la cucina italiana. Mangio bene, e il cameriere che mi serve è estremamente ossequioso e attento. Gli voglio lasciare una buona mancia, e chiedo se, come ho fatto ieri, e come so che è possibile, la può prendere con la carta. Mi dice che è un po' scomodo, ormai son partito, gli dico che non ho moneta bielorussa, gli chiedo se accetta Euro, lui allarga le pupille. Morale della favola: non ho tagli piccoli, gli lascio 20 euro, molto di più di quanto abbia pagato per cena. Prova a rifiutare, cercando di farmi capire che sono davvero troppi. Io insisto, e gli spiego che mi apre il cuore vedere un giovane che si impegna veramente in un lavoro che, suppongo, non sarà quello che farà per tutta la vita. Mi dice che si, ovviamente sta studiando per qualcosa d'altro. Lo saluto calorosamente.
Esco per fumare una sigaretta, la temperatura non è quella fredda che mi attendevo, il piumino è perfino esagerato. Il weekend è terminato, mi rimane il lunedì di viaggio.
La struttura del Circo di Stato Bielorusso |
Tra poco ci saranno di Depeche Mode! |
Particolare |
Gorky Park |
Cafè Skif |
L'ingresso di Gorky Park |
Palazzo d'epoca, adesso c'è una clinica privata |
Segnaletica |
Piazza della Vittoria... |
...e il suo obelisco |
Un altro palazzo d'epoca, adesso c'è un enorme negozio di strumenti musicali... |
...e l'angolo dello stesso palazzo |
Janki Kupaly Park |
Dal parco Kupaly se ne vede un altro, dalla parte opposta del fiume, il Marata Kazieja, con costruzioni d'epoca, dietro alle quali c'è il Bolshoi |
Il giro termina attraversando alcuni dei molti parchi della città, percorrendo un po' di lungo fiume, attraversando il centro storico, ripassando di fronte all'agglomerato del Santo Spirito e alla Town Hall. Rientro, mi riposo, poi per farmi venire fame scendo nella piscina dell'albergo, e faccio qualche vasca. Sono pronto. Stasera scelgo Il Patio, una catena che, mi pare di capire, fa coppia con TGI Fridays. Il Patio scimmiotta la cucina italiana. Mangio bene, e il cameriere che mi serve è estremamente ossequioso e attento. Gli voglio lasciare una buona mancia, e chiedo se, come ho fatto ieri, e come so che è possibile, la può prendere con la carta. Mi dice che è un po' scomodo, ormai son partito, gli dico che non ho moneta bielorussa, gli chiedo se accetta Euro, lui allarga le pupille. Morale della favola: non ho tagli piccoli, gli lascio 20 euro, molto di più di quanto abbia pagato per cena. Prova a rifiutare, cercando di farmi capire che sono davvero troppi. Io insisto, e gli spiego che mi apre il cuore vedere un giovane che si impegna veramente in un lavoro che, suppongo, non sarà quello che farà per tutta la vita. Mi dice che si, ovviamente sta studiando per qualcosa d'altro. Lo saluto calorosamente.
Esco per fumare una sigaretta, la temperatura non è quella fredda che mi attendevo, il piumino è perfino esagerato. Il weekend è terminato, mi rimane il lunedì di viaggio.
20170420
Minsk (Bielorussia) - Aprile 2017 (3)
Torno indietro.
Ripercorro il viale Indipendenza a ritroso, oltrepassando l'incrocio con via Lenin (che porta all'hotel), fin quasi al ponte sullo Svislac. Torno verso l'hotel lambendo il vecchio centro, che è la zona tra l'hotel, la chiesa del Santo Spirito e il fiume. Mi ritiro nelle mie stanze a godermi un po' di serie tv e a scrivere su questo blog. Poi inizio a riflettere sulla cena. La scelta cade su Iachetta's, esattamente sull'angolo opposto a quello dov'è situato l'hotel. Si fa l'ora, e vado a vedere se c'è posto. La maitre (in seconda), una giovanissima con abito quasi da sera e tacchi, che non parla granché l'inglese, è titubante quando le dico che non ho prenotato. Ma in mio soccorso arriva la maitre titolare, che con un gran sorriso si rivolge al capo cameriere, e mi appronta un tavolo da uno (dopo di che ripassa e mi chiede se la sistemazione è di mio gradimento). Intuisco che il primo piano sia un poco più formale, vedo gente di una certa età, tutti vestiti da sabato sera (per quanto ci si possa vestire bene il sabato sera in Bielorussia), che sale (non senza difficoltà) le scale. Il piano terra, dove mi sistemano, è decisamente più informale e giovanile. Un bel locale, e per quanto posso capire da un piatto di pasta e un bicchiere di vino, una discreta cucina. Lo chef è, si intuisce dal cognome, del centro-sud Italia. Ottimo, serata finita, mi ritiro dopo aver lasciato una mancia con carta di credito (non ho cambiato valuta, non credo sia il caso per 2 giorni), e una sigaretta all'esterno del locale, osservando i giovani che si preparano al sabato notte.
L'imponente costruzione, evidentemente destinata ad esercizi commerciali o uffici, vista da un'altra prospettiva. Sul retro, alcuni campus universitari |
come sopra |
L'Università e uno scorcio della piazza |
Un particolare delle "decorazioni" della piazza |
Come già due anni fa a Belgrado, mi diverte inviare a mio nipote il poster del suo franchising cinematografico preferito, nella versione in cirillico |
Il Palazzo della Repubblica, la sala concerti già vista ieri, molto vicina all'hotel, presa dalla parte opposta (da piazza Kastrycnickaja) |
Palac Kultury Prafsajuzau (palazzo della cultura e dei sindacati, forse) |
Casa degli Ufficiali |
come sopra |
ancora (non so perché, mi attirava) |
Palac Kultury Prafsajuzau |
come sopra |
Un'altra vista del Minsk Town Hall |
Ripercorro il viale Indipendenza a ritroso, oltrepassando l'incrocio con via Lenin (che porta all'hotel), fin quasi al ponte sullo Svislac. Torno verso l'hotel lambendo il vecchio centro, che è la zona tra l'hotel, la chiesa del Santo Spirito e il fiume. Mi ritiro nelle mie stanze a godermi un po' di serie tv e a scrivere su questo blog. Poi inizio a riflettere sulla cena. La scelta cade su Iachetta's, esattamente sull'angolo opposto a quello dov'è situato l'hotel. Si fa l'ora, e vado a vedere se c'è posto. La maitre (in seconda), una giovanissima con abito quasi da sera e tacchi, che non parla granché l'inglese, è titubante quando le dico che non ho prenotato. Ma in mio soccorso arriva la maitre titolare, che con un gran sorriso si rivolge al capo cameriere, e mi appronta un tavolo da uno (dopo di che ripassa e mi chiede se la sistemazione è di mio gradimento). Intuisco che il primo piano sia un poco più formale, vedo gente di una certa età, tutti vestiti da sabato sera (per quanto ci si possa vestire bene il sabato sera in Bielorussia), che sale (non senza difficoltà) le scale. Il piano terra, dove mi sistemano, è decisamente più informale e giovanile. Un bel locale, e per quanto posso capire da un piatto di pasta e un bicchiere di vino, una discreta cucina. Lo chef è, si intuisce dal cognome, del centro-sud Italia. Ottimo, serata finita, mi ritiro dopo aver lasciato una mancia con carta di credito (non ho cambiato valuta, non credo sia il caso per 2 giorni), e una sigaretta all'esterno del locale, osservando i giovani che si preparano al sabato notte.
20170419
Minsk (Bielorussia) - Aprile 2017 (2)
Sabato 8 aprile. Mi sveglio prima della sveglia, che ho fissato alle 9. Una figata. Scendo per colazione (poche persone, buffet abbondante) senza sbarbarmi, risalgo in camera e mi prendo tutto il tempo del mondo. Esco solo a mezzogiorno, credeteci o no. Il primo ristorante che mi è venuta voglia di "visitare" è si e no a 50 metri dall'hotel, si chiama La Crete d'Or, e naturalmente fa cucina francese. Come potete notare, gli interni sono lussuosi. La spesa, scoprirò poi, per Minsk è piuttosto alta, ma al cambio è ridicola, il servizio è adeguato.
Espletati i necessari rifocillamenti, mi doto di ombrello, visto che il tempo è così così, e mi avventuro lungo una delle arterie principali della città: praspiekt Niezalieznasci (viale Indipendenza), che porta dritto alla piazza omonima. Passeggiata interessante, ne vedete i risultati nelle foto: palazzi d'epoca, eredità sovietiche varie. Grandi negozi, alberghi, cinema. La piazza è imponente, così come la statua di Lenin. Sotto la piazza, si sviluppa un grande centro commerciale. Osservo tutto con attenzione, e scatto. Coppie a passeggio, giovani in gruppo e solitari.
Gli interni de La Crete d'Or |
Sede del Comitato per la Sicurezza dello Stato |
La Posta Centrale |
come sopra |
Un particolare "sovietico" |
L'imponente complesso commerciale che dà su Piazza Indipendenza |
L'Università di Stato Bielorussa |
...e parte della piazza... |
Chiesa dei Santi Simone e Elena |
come sopra |
Una statua di fronte alla chiesa |
Il palazzo del Supremo Consiglio di Bielorussia, ex sede del Soviet Supremo... |
...il tizio nella statua avrete intuito chi è... |
Espletati i necessari rifocillamenti, mi doto di ombrello, visto che il tempo è così così, e mi avventuro lungo una delle arterie principali della città: praspiekt Niezalieznasci (viale Indipendenza), che porta dritto alla piazza omonima. Passeggiata interessante, ne vedete i risultati nelle foto: palazzi d'epoca, eredità sovietiche varie. Grandi negozi, alberghi, cinema. La piazza è imponente, così come la statua di Lenin. Sotto la piazza, si sviluppa un grande centro commerciale. Osservo tutto con attenzione, e scatto. Coppie a passeggio, giovani in gruppo e solitari.
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