No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20170414

Covata X

Brood X - Boss Hog (2017)

E d'improvviso, ecco il nuovo disco dei Boss Hog, la creatura di Jon Spencer e sua moglie Cristina Martinez; band parallela ai vari impegni di Jon, nata per caso nel 1989, e che, fino ad oggi, proprio per questa sua natura di progetto parallelo e familiare, ha pubblicato (compreso questo Brood X) solo quattro album e quattro EP. Nonostante tutto questo, come dicono alcuni esperti del settore, i Boss Hog sono partiti dall'essere un progetto paradossale (art-rock e sessualità esplicità), per divenire un punto di riferimento nel dirty-blues a bassa fedeltà, definiti da un marchio di fabbrica preciso, data l'abilità di Spencer nell'uso della chitarra, con riff "velenosi", ed un suono particolare, che appunto, ha fatto scuola.
Infatti, se mettete su questo nuovo disco, l'apertura di Billy vi sembrerà un pezzo dei migliori Yeah Yeah Yeahs, e questo, qualcosa vorrà pur dire. Si prosegue poi per 35 minuti scarsi di, come detto, blues sporco e minimale, ma dettato da una sensualità altissima, grazie alla voce e alla "presenza", anche se trasmessa via voce, di Cristina, e al suo modo di cantare, e da una più che riconoscibile impronta musicale, imposta dallo inconfondibile stile chitarristico e compositivo di Jon.
Per essere un divertissement, possiamo senz'altro accontentarci.



And suddenly, here is the new Boss Hog album, the brainchild of Jon Spencer and his wife Cristina Martinez; parallel to the various commitments of Jon, born by chance in 1989, and that, until now, just because of its nature as a side project and "familiar project", has published (including this "Brood X") only four albums and four EPs. Despite all this, as some industry experts, the Boss Hog departed from being a paradoxical project (art-rock and explicit sexuality), to become a benchmark in the dirty-blues low-fidelity, defined by a precise brand factory, given the ability to use Spencer's guitar, with "poisonous" riff, and a particular sound, which in fact, has made school.
In fact, if you put on this new album, the opening of "Billy" will seem like a piece of the best Yeah Yeah Yeahs, and this, something must mean. Then continue for 35 minutes scarce of, as mentioned, dirty and minimal blues, but dictated by a high sensuality, thanks to the voice and to "presence", even if transmitted via voice, of Cristina, and to his way of singing, and by more than recognizable musical imprint, it sets from an unmistakable guitar style and compositional of Jon.
To be a divertissement, we can certainly be happy of that.

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