Tra chi legge, ci sarà chi ricorda che già vi parlai della band milanese in occasione del loro debutto del 2012, The Inhuman Use of Human Beings. Per essere completamente trasparenti, debbo ribadire che il bassista/cantante "clean" è un amico, Andrea.
Bene, dopo sei anni, che li hanno evidentemente fatti molto maturare musicalmente, esce questo secondo disco dal titolo Departures, che a molti farà pensare a The Leftovers. Le influenze del quartetto sono tutte lì, sulla tavolozza sonora della quale non si vergognano. Si parte dal metal e si viaggia verso quella galassia, indefinita o meno, che oggi si usa etichettare come post metal, o anche solo post rock. Ogni ascoltatore evince le suddette influenze che riesce a riconoscere meglio, personalmente penso a Deftones,Tool, Isis, ma quello che, perdonatemi, non riesco a non sottolineare è che questa è una band italiana, che fa musica come dopolavoro, e, nonostante questo, risulta assolutamente convincente, e dannatamente incisiva. Il disco è ben suonato, ben registrato, ben prodotto, ha una copertina semplice ma bella; i pezzi sono eterogenei, ma presentano un denominatore comune ben riconoscibile, un marchio di fabbrica, che denota personalità. L'alternanza tra voce pulita (Andrea) e quella urlata (Luca) è ben ponderata, a livello strumentale tutto funziona a dovere, e l'atmosfera di fondo rende bene l'idea con la quale i TBM hanno descritto il filo conduttore di Departures, il distacco, la rottura, la perdita. Come ho già avuto modo di dire tra amici, i TBM sono una band che, in un Paese con una diversa cultura musicale, sarebbe in grado di riempire club da 2/300 posti per diverse serate, e meriterebbero un'attenzione senza dubbio più ampia. Nello stivale, si suona quasi esclusivamente per passione, e Matteo (batteria), Fabrizio (chitarre), i già citati Andrea (basso e voce pulita) e Luca (chitarra e voce urlata), ne hanno da vendere. Bravi!
Bene, dopo sei anni, che li hanno evidentemente fatti molto maturare musicalmente, esce questo secondo disco dal titolo Departures, che a molti farà pensare a The Leftovers. Le influenze del quartetto sono tutte lì, sulla tavolozza sonora della quale non si vergognano. Si parte dal metal e si viaggia verso quella galassia, indefinita o meno, che oggi si usa etichettare come post metal, o anche solo post rock. Ogni ascoltatore evince le suddette influenze che riesce a riconoscere meglio, personalmente penso a Deftones,Tool, Isis, ma quello che, perdonatemi, non riesco a non sottolineare è che questa è una band italiana, che fa musica come dopolavoro, e, nonostante questo, risulta assolutamente convincente, e dannatamente incisiva. Il disco è ben suonato, ben registrato, ben prodotto, ha una copertina semplice ma bella; i pezzi sono eterogenei, ma presentano un denominatore comune ben riconoscibile, un marchio di fabbrica, che denota personalità. L'alternanza tra voce pulita (Andrea) e quella urlata (Luca) è ben ponderata, a livello strumentale tutto funziona a dovere, e l'atmosfera di fondo rende bene l'idea con la quale i TBM hanno descritto il filo conduttore di Departures, il distacco, la rottura, la perdita. Come ho già avuto modo di dire tra amici, i TBM sono una band che, in un Paese con una diversa cultura musicale, sarebbe in grado di riempire club da 2/300 posti per diverse serate, e meriterebbero un'attenzione senza dubbio più ampia. Nello stivale, si suona quasi esclusivamente per passione, e Matteo (batteria), Fabrizio (chitarre), i già citati Andrea (basso e voce pulita) e Luca (chitarra e voce urlata), ne hanno da vendere. Bravi!
Among those reading, there will be those who remember that I already spoke to you about the band from Milan, Italy, on the occasion of their debut in 2012, The Inhuman Use of Human Beings. To be completely transparent, I must reiterate that the bassist/clean singer, is a friend, Andrea.
Well, after six years, which obviously made them very mature musically, comes out this second album entitled Departures, which will let many people think to The Leftovers. The quartet's influences are all there, on the sound palette of which they are not ashamed. It starts from metal and travels to that galaxy, indefinite or not, which today is use to be labelled as post metal, or even post rock. Each listener points out the influences that he can better recognize, personally I think of Deftones, Tool, Isis, but what, forgive me, I can not fail to point out is that this is an Italian band, which makes music not as their main job, and, despite this, it results absolutely convincing, and damn incisive. The album is well played, well recorded, well produced, has a simple but beautiful cover; the tracks are heterogeneous, but have a well-recognizable common denominator, a trademark, which denotes personality. The alternation between the clean voice (Andrea) and the shouted one (Luca) is well thought out, at the instrumental level everything works well, and the background atmosphere gives a good idea of the basic idea with which the band describes as the common thread of Departures, detachment, breaking, loss. As I have already had the opportunity to say among friends, TBM is a band that, in a country with a different musical culture, would be able to fill clubs with 2/300 places for different evenings, and deserve a more extensive attention. Here, you play almost exclusively for passion, and Matteo (drums), Fabrizio (guitars), the already mentioned Andrea (bass and clean voice) and Luca (guitar and shouted voice), have passion in abundance. Bravo!
Well, after six years, which obviously made them very mature musically, comes out this second album entitled Departures, which will let many people think to The Leftovers. The quartet's influences are all there, on the sound palette of which they are not ashamed. It starts from metal and travels to that galaxy, indefinite or not, which today is use to be labelled as post metal, or even post rock. Each listener points out the influences that he can better recognize, personally I think of Deftones, Tool, Isis, but what, forgive me, I can not fail to point out is that this is an Italian band, which makes music not as their main job, and, despite this, it results absolutely convincing, and damn incisive. The album is well played, well recorded, well produced, has a simple but beautiful cover; the tracks are heterogeneous, but have a well-recognizable common denominator, a trademark, which denotes personality. The alternation between the clean voice (Andrea) and the shouted one (Luca) is well thought out, at the instrumental level everything works well, and the background atmosphere gives a good idea of the basic idea with which the band describes as the common thread of Departures, detachment, breaking, loss. As I have already had the opportunity to say among friends, TBM is a band that, in a country with a different musical culture, would be able to fill clubs with 2/300 places for different evenings, and deserve a more extensive attention. Here, you play almost exclusively for passion, and Matteo (drums), Fabrizio (guitars), the already mentioned Andrea (bass and clean voice) and Luca (guitar and shouted voice), have passion in abundance. Bravo!
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