Irina Palm - Il talento di una donna inglese - di Sam Garbarski 2007
Giudizio sintetico: si può vedere
Maggie è una vedova inglese che vive nella periferia londinese; ha venduta la casa di proprietà perchè il nipote ha una grave malattia ed ha bisogno di cure continue. La situazione si aggrava, e il responso è che una clinica australiana è disposta ad accettare il bimbo in cura gratis, ma ovviamente il viaggio e il soggiorno dei genitori non è compreso. Maggie ama il nipotino più di quanto la nuora pensi. E anche il figlio. Si mette alla ricerca di un lavoro, ma per una vedova che non ha mai fatto niente se non cucire e fare le faccende di casa, cucinare e giocare a carte con le amiche è davvero difficile. Senza farci caso, disperata perchè il tempo stringe (il bimbo ha poche settimane per "approfittare" dell'offerta australiana, dopo di che sarà troppo debole per affrontare il lungo viaggio), vede un cartello dove c'è scritto "cercasi hostess". Distratta, non si accorge di essere a Soho, ed entra in un locale che si chiama "Sexy World".....
Pare che il regista sia di origine tedesca ma belga di crescita. Personalmente credo abbia vissuto abbastanza a lungo in Inghilterra, oppure abbia studiato a memoria i film di Ken Loach, perchè in alcune parti si nota l'influenza di Ken il rosso (senza peraltro riuscire a toccare le stesse corde). Poi c'è anche altro, quel tocco di umorismo caustico pronunciato con leggiadria tipico degli inglesi. La fotografia è povera ma è di effetto, serve la causa del film egregiamente. Gli attori sono diretti piuttosto bene, ma si ha l'impressione che il regista abbia lasciato loro campo libero. Ecco che quindi non mi ritrovo molto d'accordo con chi esalta la prova della Faithfull (Maggie), più fisica (nel senso che si lascia osservare in - quasi - tutta la sua decadenza fisica) che mimica, mentre invece ho trovato geniale, anche se limitata a poche scene, la prova dell'immenso Miki Manojlovic (fu dentro i migliori film arrivati dai balcani, Kusturica compreso), nei panni del proprietario del locale a luci rosse.
La storia è abbastanza originale, anche se il pretesto che spinge Maggie a cercarsi un lavoro puzza di pietismo. Ma lo svolgimento è misurato, e nonostante una certa lentezza nel dipanarsi, si assiste a momenti di umorismo intelligente, buone battute a volte folgoranti, sottile commozione. E poi, vengono introdotti una lunga serie di argomenti, anche scottanti, sui quali potremmo discutere per mesi. L'unico rimprovero che potremmo muovere al regista è di non averne affrontato in modo approfondito nessuno. Colonna sonora coraggiosa e ai limiti del rumorismo, ma usata in modo leggermente reiterato.
Un buon film, che esce in un periodo povero, ma che forse è stato esaltato un po' troppo.
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