Puccini e la fanciulla - di Paolo Benvenuti 2009
Giudizio sintetico: da scovare!
1908, Torre del Lago. Doria Manfredi, la giovane e devota servetta di Villa Puccini sulle rive del lago (lei stessa vive col fratello e la madre in una casetta su uno "scoglio" del lago), riceve istruzioni via posta da Elvira, la signora Puccini, di dare aria alla casa dato l'imminente arrivo della famiglia. Mentre esegue le istruzioni, sorprende Fosca, figlia di Elvira ma non del Maestro, a letto col librettista (di Puccini) Guelfo Civinini. Doria non parla, ma Fosca inizia una guerra psicologica contro di lei, convincendo la madre che la servetta ha una tresca col Maestro. La madre, gelosissima di Puccini (che se la fa con mezzo mondo), si convince del fatto, e una sera si convince perfino di aver visto i due insieme. Svergogna Doria in pubblico, più volte, e la poveretta si rinchiude in casa, deperendo velocemente, e coinvolgendo nel dolore e nella rabbia la famiglia. Il Maestro si dà conto dell'accaduto, ma è preso dal lavoro, soffocato dalla gelosia della moglie, e intento a conservare le sue vere tresche...
Il pisano Paolo Benvenuti, che ho avuto occasione di conoscere personalmente molti anni fa in occasione di un cineforum, è un cineasta anzitutto onesto e appassionato, nonchè uno storico accanito e un appassionato di pittura. Ogni suo film abbraccia un periodo storico e prende spunto da un fatto preciso, sviluppando una ricerca accurata e dipingendo con la massima cura gli ambienti. I pochi che si ricordano di lui, lo avranno conosciuto per il suo film precedente (Segreti di Stato, sulla strage di Portella della Ginestra e su Salvatore Giuliano), l'unico che abbia avuto un minimo di risonanza e di distribuzione a livello nazionale, nonostante Benvenuti abbia riscosso consensi critici a vari festival. Firma questo suo ultimo lavoro, che ha provocato anche qualche polemica, da parte di alcuni discendenti del Maestro Puccini, insieme alla moglie, Paola Baroni, che ha curato le musiche, parte integrante e fondamentale del film (adattamenti per piano dell'opera pucciniana La fanciulla del West). La ricerca storica ha preso 6 anni, ed ha coinvolto i ragazzi della Scuola di Cinema del Comune di Viareggio (Intolerance); ha fruttato il ritrovamento di lettere inedite, un filmino che ritrae Puccini e, addirittura, la scoperta di un figlio non riconosciuto nato dalla relazione che questo film illustra.
La struttura è, alla fine, quasi quella di un giallo, e la messa in scena è a dir poco coraggiosa: non ci sono dialoghi, quasi a simulare i film dell'epoca, muti. Gli attori recitano e sussurrano, e nell'arco del film si coglie, al massimo, due-tre dialoghi sommessi. Le parti scandite sono quelle in cui i protagonisti leggono lettere, mentre per il resto del film è la musica che scandisce le emozioni dei personaggi. Il dramma è teatrale, qualche recitazione un po' ingessata, ma la storia è avvincente e ben congegnata, seppur frutto di verità. E poi c'è la fotografia, nitida e pulitissima, che rende giustizia ad un paesaggio oggi piuttosto violentato da incuria e modernità, quello del Lago di Massaciuccoli, che diventa protagonista assoluto quasi più del grande compositore. L'accuratezza dei particolari e della ricostruzione storica fa impallidire qualsiasi altra produzione ben più costosa. Non ultimo, il fatto che il film ci dimostra quanto Puccini fosse ispirato dalla vita reale, quando costruiva i personaggi delle sue opere.
E' un vero peccato che un regista come Benvenuti non sia abbastanza conosciuto, e questo film si merita ben più vaste platee.
1 commento:
Sono d'accordo, il film è molto bello...
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