So che non ve ne potrebbe fregare di meno, e so pure che andrò a ripetervi cose che vi ho già detto in passato. Pazienza: è stato un anniversario da celebrare comunque.
Qualcuno di voi sa già di cosa sto parlando: giovedì scorso 17 aprile ricorreva il venticinquesimo della mia assunzione nella società multinazionale dove lavoro, la stessa per la quale hanno lavorato prima di me mio nonno, mia nonna, mia zia e mio padre. Quella che dà il nome perfino alla cittadina in cui sono nato, in cui sono cresciuto, in cui vivo. E so che, messa così sulla pagina, può perfino apparire triste. Vi assicuro che è fuorviante: a parte il premio di anzianità e la letterina firmata dal Direttore, il mio venticinquesimo rappresenta un sacco di cose, molte delle quali positive. Partendo da quelle non del tutto positive, una di quelle importanti è il fatto che aver lavorato 25 anni per una società vuol dire che ormai si ha una certa età. Una volta avrebbe significato perfino che si era vicini alla pensione, oggi no, seppure abbia qualche altro anno di contributi, maturati prima di questi 25, la strada è ancora lunga.
La ricorrenza arriva in un momento totalmente positivo. Il cambiamento recente è ancora in corso, ma la fase che poteva esplodermi in mano ormai è passata, e tutto intorno c'è una grande eccitazione lavorativa. Le critiche ci sono, ma le prendo costruttivamente, e decisamente sono stati di più i complimenti per il buon lavoro svolto. Adesso c'è da gestire la fase di assestamento, la creazione dei cosiddetti back up, in modo da riuscire a fare quello che dovrebbe essere il mio vero lavoro da manager di un gruppo di persone che lavora per un obiettivo comune, e non il tappabuchi quando manca qualcuno. Ci vorrà ancora un bel po' di tempo, e sicuramente le carte in tavola saranno cambiate ancora e ancora, ma essendo un'ottimista naturale, non mi spaventa più alcunché. Anche globalmente, lo stabilimento dove lavoro sembra essere avviato su una buona strada, le previsioni di ridimensionamento e addirittura di chiusura, al momento sembrano non avere più fondamento. Certo, non si sa mai, ma anche su questo argomento siamo ottimisti.
Certo, l'impegno richiestomi è inferiore solo a quello che dedico realmente al lavoro, almeno così pare a me, ma non mi pesa, lo sento mio, e i risultati, sempre a mio parere, si vedono. E sono sicuro che arriveranno anche maggiori soddisfazioni, come dire, più venali.
Conservo la mia curiosità, ogni mattina quando arrivo, spesso prima che sorga il sole, ho avuto modo ed avrò modo di conoscere persone nuove, spesso interessanti, di esercitare lingue straniere e di impararne di nuove, di sentirmi parte di un grande progetto. Ho espresso la mia volontà, curiosità, disponibilità, di una o più esperienze fuori dai confini italiani, magari tra qualche altro anno, e chissà che la cosa non vada in porto e che non sia la naturale prosecuzione di un percorso che tutto sommato mi soddisfa, e che ancora oggi mi sorprende.
Voglio concludere ringraziando tutti quelli che mi hanno accompagnato fino ad oggi in questo percorso, perché so che qualcuno legge questo blog, tutti, quelli con i quali sono stato più a stretto contatto e anche quelli che conosco bene ma dentro lo stabilimento li vedo appena.
Un pensiero particolare va ad Ale, complice musicale fin da quello scambio di vedute (musicali) sull'ascensore dell'impianto che stava cercando di farmi capire, e per me ancora oggi che non lavoriamo più insieme, grande maestro di tecnica, chimica ed anche di livornesità. Sto parlando, appunto, di circa 25 anni fa, e io ero un pivello, ma parlavo sempre di musica. Lui, da grande appassionato era più riservato; sicuramente sbaglierò qualcosa nel ricordare, ma mi piace considerare quel momento come l'inizio di una bella amicizia che dura ancora oggi. Mi chiese che cosa ascoltavo davvero, e quindi l'ultimo disco che avevo comprato; io feci lo stesso con lui. Io avevo comprato il singolo di Flower dei Soundgarden (ancora doveva uscire Louder Than Love, e lui aveva già amato Ultramega Ok, che a me ancora mancava), e lui Nothing's Shocking dei Jane's Addiciton, che io avevo già ascoltato, e dei quali possedevo anche il debutto live omonimo. Era, appunto, il 1989, e si parlava di vinili. Avevamo tutti 25 anni meno: anche loro!
4 commenti:
Damiano:
Lieto di averti conosciuto e felice di invecchiare insieme nella stessa multinazionale...grande Ale...un mito...
Bartelloni:
non ci si conosce da tantissimo, ma non avevo dubbi che avresti superato la prova su una rota ;-)
Auguri di cuore
Leggo solo ora, bello però! complimenti Ale e in bocca al lupo per i prossimi 25 anni di lavoro ;)
boia te lo immagini dover lavorare altri 25 anni....eppure....
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