No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140403

Montenegro - Marzo 2014 (8)

Comincio con una foto del primo giorno, il venerdì, che non avevo avuto modo di "infilare" nel racconto, scattata probabilmente appena avevo "scollinato" e visto il mare. Proseguo come detto, su questa strada secondaria che costeggia per un bel po' i rami pacati del lago Skadar, poi mi re-immetto sulla strada principale, che porta alla capitale. Il tempo sta peggiorando, come da previsioni, ma ancora non piove. Quando arrivo in prossimità della capitale, vedo delle indicazioni, che riportano chiaramente quanto non sia lontano il famoso monastero di Ostrog. Ma, come ormai saprete, convinto come sono di essere immortale e di avere tutto il tempo del mondo, è bene lasciare una o più scuse per tornare in Montenegro. Al bivio vado a destra, costeggiando la periferia di Podgorica, poi ancora a destra, tornando indietro, verso il sobborgo dove è situato l'aeroporto. Mi sovviene che non vi ho detto il nome del ristorante, o meglio la konoba (taverna) dove ho mangiato magnificamente la prima sera ad Herceg Novi: è il Feral, e se capiterete lì, dovete andarci. Mi avvicino all'hotel che ho prenotato per l'ultima notte, un classico hotel di "passaggio", a neppure un chilometro dall'aeroporto, ma ottimo e abbondante. Mi riposo, mi dilungo soffermandomi diversi minuti su Russia Today, un canale del quale sapevo l'esistenza, ma che non avevo mai guardato per più di due secondi (qua devono averlo, visto che il numero di turisti più alto viene dalla Russia). Ha un bel daffare, in questi giorni, per spiegare l'intervento russo in Crimea, ma non dormono mica: se vi capita, ascoltate cosa dicono e come spiegano il tutto. Difficile dargli completamente torto (in breve: perché ci rompete i coglioni, se gli USA hanno fomentato per anni colpi di stato in Centro e Sud America? E poi, ne hanno provato un altro, insieme alla UE, in Ucraina, e cosa hanno ottenuto? Hanno lasciato il paese in balia di neonazisti e antisemiti. Quindi, se la Crimea ha deciso, con un regolare referendum, di essere annessa alla Russia, noi abbiamo fatto solo quello che ci spettava, niente di più). Vabbè: naturalmente, poi mi sintonizzo sulle tv italiane per vedermi i risultati delle partite di calcio e capire com'è messo il mio Livorno. Inizia a piovere forte, e dove sto meglio che qui. L'indomani mattina ho tutto il tempo per prepararmi con moltissima calma. Talmente tanta che quando arrivo all'aeroporto per consegnare l'auto, l'ufficio è deserto, e mi tocca chiamare il tipo dell'AVIS al telefono (e non è che sia arrivato di corsa eh). Insomma, tra operazioni di imbarco sonnolente, ritardi, corse, rischio di perdere il Roma-Pisa, conoscenze casuali sempre interessanti, torno a casa giusto in tempo per ripassare a trovare mio padre, al quale finalmente, la mattina del lunedì hanno impiantato 'sto benedetto (speriamo) pace maker (EDIT: lo hanno dimesso venerdì 28 marzo). Dopo domani si riparte, stavolta per lavoro. Che vita. Ancora non ci credo.
Dal finestrino dell'aereo in partenza da Podgorica

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