No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140511

Emirati Arabi Uniti - Aprile 2014 (11)

La sveglia suona prestissimo ma non fatico affatto, come sempre in questi casi, ad alzarmi e a prepararmi. Ale si è alzata, la saluto e la ringrazio, usciamo che sono circa le 6,30, e, non ci crederete, lo scenario che ci riserva Dubai è questo.

Quasi ogni notte ha piovuto, ma la nebbia non me l'aspettavo. Eppure. Chiko è quasi di strada per andare a lavoro, lasciandomi all'aeroporto, ma parcheggia e mi accompagna ugualmente, e di questo lo ringrazio adesso, anche se so benissimo che tra di noi non importa. Ci salutiamo, a presto, con lui ci rivediamo in agosto, qua al paesello. Passo i controlli, mi avvio al gate, sono in anticipo as usual ma molti "colleghi" di volo, una comitiva di anziani (un po' come me, per dire) tedeschi, che erano sullo stesso volo anche all'andata, son già lì. Faccio un'altra colazione allo Starbucks vicino, ho tutto il tempo di andare al bagno, comincia il pre-imbarco. Ecco, nonostante questo sia il terminal "dei poveri" (cioè, delle compagnie che non sono Emirates), è tutto soffice, delicato, senza spigoli. Si sale, ci si siede, mi hanno cambiato di nuovo il posto a sedere (e stavolta non ci credo più che dipenda dal tipo di aereo, a 'sto punto è proprio che la prenotazione on line è una fregatura), e la cosa più devastante è che il video non funziona, mi si blocca dopo pochi minuti. Aspetto, spengo e riaccendo, chiamo una hostess, mi dice di rifare lo spegni/riaccendi, niente, richiamo, e la capo-hostess mi dice che l'unica soluzione è cambiare posto, individuarne uno e piazzarmici. La cosa non mi pare precisamente professionale, ma dopo qualche minuto la voglia di passare il tempo in qualche maniera mi spinge ad occupare il posto libero più vicino al mio originale: prometto al ragazzo tedesco che occupa quello accanto che non darò fastidio. Il video funziona, indosso le cuffie e via, maratona Broadchurch, che avevo lasciato al secondo episodio (in tutto sono otto). Non mi fermo nemmeno quando ci portano da mangiare, e, credeteci o no, all'ottavo episodio stiamo per atterrare, mi tocca guardarlo con l'avanzamento veloce per scoprire chi è l'assassino perché non avrei retto il dubbio. Si atterra e me la prendo con tutta calma, che tanto devo passare un giorno (quasi) qui. Mangio qualcosa prima di uscire dall'aeroporto e anzi, mi compro qualcosa da mangiare per portarmela in albergo, tanto so già che mi pianterò in camera e non uscirò fino a domattina. Fatico un po' per trovare l'autobus che mi porta all'albergo, che non è quello embedded nell'aeroporto, bensì quello appena fuori, sempre nel "perimetro" dell'aeroporto. C'è un autobus locale, per la vicina cittadina di Hallbergmoos, che ci passa di fronte, con relativa fermata, costo 1,30 euro. Biglietto direttamente con il conducente. Arrivo, mi piazzo, mi distruggo di tv, mangio quel che mi sono comprato prima verso l'ora di cena, e la mattina esco che piove, riprendo l'autobus, arrivo all'aeroporto, passo i controlli, cerco il gate, faccio colazione, imbarco, saliamo sull'aereo e... sorpresa: non si parte, dobbiamo attendere almeno un'ora, ancora una volta il pilota dice che ci sono problemi all'aeroporto di Pisa. La cosa non mi quadra, e infatti, la mia spia nel sistema, via sms, mi dice che non gli risultano problemi di quel tipo. Suggerisce che potrebbe essere una sorta di "sciopero bianco" dei piloti Lufthansa ed associati (il Pisa-Monaco così come il Monaco-Pisa è "fornito" da Air Dolomiti).
Una foto scattata per la noia, dal finestrino dell'aereo, ad un altro aereo. Il tempo non era un granché a Monaco

Alla fine, si riesce a partire. Il volo è breve, e, come alcuni di voi sanno, ormai so perfettamente la rotta da seguire per atterrare all'aeroporto Galilei di Pisa. Quando vedo questo, così come quando ne odoravo i miasmi quando il treno che mi portava in licenza quando ero militare, so che sono ormai a casa.

Dopo circa un'oretta sono a lavoro, per non ritardare oltre (sono già in ritardo di mezza giornata abbondante). Ma va benissimo così. Lavoro sodo, e ferie brevi, ma spesso. 

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