Celestite - Wolves in the Throne Room (2014)
Tangerine Dream, Pink Floyd (Atom Heart Mother, Meddle), Lustmord, ovviamente Sunn 0))), Alan Parsons, Olivier Messiaen, Vangelis, Manuel Gottsching, Popol Vuh, Boris, Ulver, Gyorgy Ligeti, Krzysztof Penderecki, Henryk Górecki, Brian Eno, Pierre Boulez. In una maniera che grossolanamente possiamo paragonare a quella degli Ulver, i Wolves in the Throne Room (con i quali condividono pure il "lupo" nel nome della band) saltano la staccionata e dal drone black metal passano ad una sorta di ambient che ricorda solo in sparuti passaggi il tipo di musica che "praticavano" fino al precedente Celestial Lineage. Già in molti hanno gridato al capolavoro, per questo Celestite, che a detta dei due componenti della band stessa, parte proprio dal disco precedente per esaminarne le pieghe, destrutturarne il senso così come il genere black metal stesso, per arrivare ad un'opera che va verso la trascendenza. Potremmo aprire una parentesi interminabile, e riflettere sul perché molti musicisti black metal da lì partono per approdare in un ambito del genere (non ultimo Burzum), ma lascio a voi imbastire un'ipotesi che vi piace e vi soddisfa. Io mi limito a segnalarvi questa band, formata da due fratelli (Aaron e Nathan Weaver), che vive addirittura ai margini della società, quasi per vivere esclusivamente la sua musica e contemporaneamente il ritorno alla Terra, ed il loro capolavoro (mi accodo) che segna il distacco dai droni chitarristici e dal growling, per entrare, forse, proprio nella sala del trono, in un tripudio di synth, flauti, organi e fiati, senza basso e batteria (le chitarre fanno capolino, ogni tanto). Non vorrei essere troppo celebrativo, ma a chi ha "viaggiato" in lungo e in largo nei meandri sempre meravigliosi della musica rock, a chi è abbastanza open minded, un disco del genere da una band del genere non può non interessare.
Sicuramente da tenere di conto quando arriverà la fine di dicembre, naturalmente insieme al nuovo Neneh Cherry, non fosse altro che per fare gli snob e dimostrare, anche solo a discorsi, che si è avanti.
The Wolves in the Throne Room jumping the fence, act announced from their previous musical path, and they enter fully into the ambient genre. A disc that is more reminiscent of Pink Floyd at the time of the acids, that the Scandinavian black metal, but it reinforces the feeling that the transition from the second to the first succeeds very well, especially those who come from a genre that is nihilistic evidently only in appearance.
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