Boardwalk Empire - di Terence Winter - Stagione 5 (8 episodi; HBO) - 2014
1931. Nucky si è autoesiliato a Cuba, insieme a Sally, e sta cercando di concludere un affare con la Bacardi Rum: vuole l'esclusiva per la distribuzione negli Stati Uniti, è certo che il Volstead Act sarà abolito di lì a poco. Ma un bel giorno, mentre pranza, Nucky si imbatte in Meyer Lansky, e lui preso alla sprovvista gli dice che è lì in vacanza con la moglie. Nucky non gli crede nemmeno un po', tanto è vero che la sera stessa viene salvato dal fido bodyguard cubano Arquimedes da un attentato alla sua vita.
A New York, Luciano organizza un incontro con Joe Masseria a proposito del gangster rivale, Salvatore Maranzano, e verso la fine dell'incontro lascia Masseria da solo con la scusa di andare al bagno. Masseria viene massacrato da Bugsy Siegel e Tonino Sandrelli. La scalata al potere da parte di Lucky Luciano ha appena avuto inizio. Il gangster dall'occhio socchiuso si presenta quindi al cospetto di Maranzano, e giura fedeltà.
Chalky, intanto, è costretto ai lavori forzati, ma durante una rivolta riesce a fuggire, purtroppo per lui in compagnia di Milton, un tipetto instabile e decisamente poco raccomandabile.
Margaret sta facendo carriera nel suo lavoro, ma il suo impiego diviene a rischio quando il suo capo si suicida improvvisamente davanti a tutto l'ufficio.
Tra una scena e l'altra, attraverso numerosi flashback, finalmente scopriamo l'infanzia di Enoch ed Eli, il loro rapporto conflittuale con il padre, e la conoscenza di Enoch con un giovane Commodoro.
Finisce così una grande serie televisiva, forse passata in secondo piano per l'abbondanza degli ultimi anni, o forse, visto l'incedere decisamente cinematografico, inadatta a tutti i palati. Devo dire che ho apprezzato molto questa ultima stagione, forse ancor più lenta, ma decisamente grandiosa proprio perché finalizza praticamente tutte le storie, e quasi tutti i personaggi, introducendone di nuovi (uno su tutti, Joseph P. Kennedy, il padre di John Fitzgerald e Bob - tra gli altri -, interpretato devo dire degnamente da Matt Letscher). Ancora una volta da seguire con attenzione, un po' per i numerosi riferimenti storici (buona parte dei personaggi, come avrete notato dai link, sono realmente esistiti), un po' per i dialoghi epici, un po' per la tendenza a mettere in scena un susseguirsi di scene madri, con quel respiro tipico alla Scorsese (che, ricordiamolo ancora una volta, ha diretto il pilot della serie, e figura tra i produttori esecutivi), che ha fatto scuola, e che probabilmente viene direttamente da Sergio Leone (che forse si prendeva meno sul serio). La qualità complessiva di questa serie è stata eccellente, e ci ha ricordato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, quanto è bravo Steve Buscemi (Enoch), senza parlare dell'immenso e meraviglioso cast, al punto che nominando qualcun altro faremmo un grave torto al resto.
Se non l'avete fatto, recuperatela, perché, fortunatamente, al giorno d'oggi le cose belle in tv si affastellano l'una sull'altra...
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