Detto questo, però, il sottile piacere di sentirsi collegato al proprio lavoro, vedere al tempo stesso che i miei colleghi se la stanno cavando egregiamente, ma che al tempo stesso alcuni miei interventi sono richiesti, questo sottile piacere c'è, è innegabile, e denota, se volete, un attaccamento estremo. Se ci unite il fatto che spesso il sabato vado in ufficio, e che mi porto dietro appunto il pc di lavoro per collegarmi anche in ferie, ecco perché vi dico che siamo al limite del workaholism.
Altri spiccioli di riflessione. E' passato quasi un anno da quando io e la mia squadra ci siamo accollati un cambiamento profondo nelle nostre responsabilità, e nonostante sono convinto che ci fossero dei gufi, io sono convinto che ce la siamo cavata egregiamente, ed ho avuto modo di avere, come si dice in ambito lavorativo, dei feedback estremamente positivi, di "sentire" che quelli che hanno a che fare con il nostro lavoro ci hanno in grande considerazione, e che ammettono che si trovano bene a lavorare con noi. Il merito va equamente distribuito, ovvio, ma visto che sono il responsabile/coordinatore di questa squadra (io e altre sei persone), è indubbio che devo prendermi le colpe quando qualcosa non funziona, ma posso pure prendermi parte del merito quando le cose vanno bene. Ecco, questo decisamente ha contribuito a rendermi parzialmente workaholic, estremamente responsabilizzato, molto preoccupato inizialmente, in seguito molto impegnato, spesso con la sensazione di affogare di lì a poco, e naturalmente sempre col pensiero al lavoro. Anche in ferie, quindi. Uniteci anche il fatto che non sono uno di quelli che riesce a spegnere il telefono, ed il gioco è fatto.
Qualche settimana fa, quasi all'unisono, un caro amico, lettore di questo blog, mi ha inviato il link ad un articolo su Il Fatto Quotidiano, dove nella rubrica "cervelli in fuga", si parlava della sua compagna, anche lei lettrice di questo blog. Visto che lei lavora per la NASA, mi sembrava il minimo. Dopo qualche giorno, sul giornale locale, è apparso un articolo sulla mia amica che lavora in Africa, con tanto di foto in prima pagina (sulla versione cronaca locale, ma tant'è). Credetemi se vi dico che nel leggere questi due articoli, in me c'è stata solo emozione e felicità, contentezza nel vedere riconosciuto un enorme sforzo di queste due donne capaci, meritevoli, coraggiose, e, chissà come, anche amiche mie. Solo dopo qualche giorno mi sono chiesto se quello che voglio è un articolo di giornale dedicato a me. La risposta è no. Mi accontento di qualche soldo in più, e magari, più avanti, di qualche benefit, se ci arriverò, giusto così, per divertimento. Sono già molto, molto felice con quello che ho, come vi ho detto in altre occasioni, molto contento del fatto che mi paghino per viaggiare ogni tanto, e spero vivamente che tra qualche anno la mia funzione si evolva in una che abbisogna di viaggiare ogni settimana, per essere svolta al meglio.
Non so se questo mio lieve (forse) workaholism mi porterà ad essere uno di quegli anziani che vanno in depressione al momento della pensione, accadimento ancora abbastanza lontano. Però una speranza c'è: anche durante questo mio viaggetto mi sono ritrovato a pensare come sarebbe abitare qui dopo la pensione... magari sono ancora salvabile.
7 commenti:
Lo so che un lo vedi più perché fa parte dell'arredamento, ma quell'inginocchiatoio sulla sinistra 1°foto) è per quando ricevi i 6 componenti della squadra?
;-)
Bartelloni
naturalmente.... :))
Quando leverai il poster dei Mudhoney sarai preoccupante. Fino ad allora c'è ancora speranza che tu rinsavisca. :)
Bel post, ovviamente, però in particolare mi ha fatto emozionare il mappamondo - praticamente uguale a quello che mi regalò da piccino mio babbo, e che conservo ancora religiosamente a casa della mi'mamma. Son cose! (in inglese si direbbe that's quite something!) ;)
segno Cipo!
Filo, e perchè lo dovrei togliere...è così bello...
a me tutta quella roba attaccata non me la farebbero tenere, mai !
bello piazza, è una lunga storia, anche curiosa. in breve: diciamo che qua in stabilimento ho, con l'aiuto di un capo (donna) sempre molto "aperto", lanciato dei nuovi trend. credo di essere stato il primo, anni fa, a tenere musica in sottofondo. poi ho iniziato con i poster alle pareti, e la cosa è poi diventata di uso abbastanza comune (anche se il mio ufficio è sempre stato "esagerato" da questo punto di vista. è stato sdoganato definitivamente con varie visite da parte di grandi capi e apprezzamenti vari. piccole soddisfazioni.
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