No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

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pantaloni alla zuava

The Knick - di Jack Amiel e Michael Begler - Stagione 1 (10 episodi; Cinemax) - 2014

New York City, anno 1900. L'ospedale Knickerbocker, retto da un board composito dove spicca l'imprenditore navale Capitano August Robertson e diretto dalla di lui figlia Cornelia, è all'avanguardia. Opera con uno staff di chirurghi innovativi, coraggiosi, coadiuvati da infermiere e personale che in genere deve imporsi di superare dei limiti, per cercare in qualche maniera di abbassare un tasso di mortalità altissimo. Dopo il (spoiler alert) suicidio del capo chirurgo J. M. Christiansen, avvenuto in seguito all'ennesimo tentativo vano di operare con successo una pazienta affetta da placenta previa, il dottor John Thackery (Thack per gli amici) assume la carica di capo chirurgo. Thackery è una figura (liberamente ispirata a quella realmente esistita del dottor William Stewart Halsted) particolarissima: chirurgo brillante e, come detto, particolarmente innovativo, dotato di un'intelligenza non comune, capace di intuizioni geniali, è guidato parzialmente da ambizione e spirito competitivo, aspira ovviamente al Nobel (appena istituito - 1901 -, se ne parla durante la prima stagione, spalmata durante un periodo non precisato, per cui potrebbe essere una forzatura) ma più che altro ama la missione della medicina, che è quella di salvare delle vite. Ciò nonostante, non è certo la personcina ordinaria che uno potrebbe immaginare: dipendente dalla cocaina (che, è bene ricordarlo, all'epoca non era illegale, anzi, veniva usata normalmente come anestetico) e dall'oppio, passa molto più spesso le notti in un bordello cinese a Chinatown che a casa propria. La cocaina, soprattutto, gli dona la forza di rimanere notti intere a studiare nuove soluzioni mediche, e di operare con straordinario vigore, così come lo dota di un carattere di merda. Mentre Herman Barrow, manager contabile dell'ospedale, incastrato in un matrimonio di convenienza con una moglie odiosa, innamorato di una prostituta, lotta continuamente per trovare nuovi fondi anche per farci la cresta, nonostante sia già ampiamente indebitato con il gangster Bunky Collier, l'arrivo nello staff dei chirurghi del dottor Algernon Edwards (probabilmente basata in parte sulla figura storica del dottor Daniel Hale Williams), chirurgo afro-americano specializzato in Europa, i cui genitori sono dipendenti della famiglia Robertson (cuoca e cocchiere), mette in subbuglio gli altri chirurghi. In quanto nero, Edwards è trattato con disprezzo sia dallo staff che dai pazienti, Thack non vuole insignirlo del grado di suo vice, conscio prima di tutto del fatto che l'uomo non viene trattato con rispetto neppure dai pazienti, eppure Edwards ha intelligenza ed intuizione da vendere, al pari di Thack. E' proprio così che si guadagnerà la sua fiducia...

C'è chi ha già cominciato a dire che, il fatto che registi ed attori cinematografici famosi e capaci siano passati alle serie tv, sia indice di scarsità di opportunità lavorative nel campo del cinema. Probabilmente ha ragione, nella misura in cui possiamo appurare che il cinema, soprattutto quello statunitense, da un po' di tempo non fa che propinarci film su supereroi e commedie tutto sommato trascurabili. Quello che so è che The Knick, la cui prima stagione vede nientemeno che Steven Soderbergh regista e direttore della fotografia (quest'ultima carica sotto l'usuale pseudonimo di Peter Andrews) per tutti e 10 gli episodi, e la coppia protagonista Clive Owen / Andre Holland (Thackery/Edwards), è stata una delle più belle ed entusiasmanti novità di questo 2014. Tremendamente realistico, al punto da risultare molto più splatter di un True Blood qualsiasi (le operazioni, per dire), dotato di una colonna sonora techno che spiazza un poco inizialmente, diretto da un Soderbergh ispirato e sghembo come piace a noi, interpretato da un cast interamente in grande forma, finanche nei caratteri marginali (la "strana coppia" Cleary/Sister Harriet, o l'infermiera Elkins, l'ispettore Speight o la moglie di Gallinger), e una sceneggiatura che si inventa una storia da portare avanti sullo sfondo dei primi passi della moderna chirurgia. Inutile negarlo, almeno per me, appassionante più lo sfondo della storia, in realtà, così come affascinanti sono le ricostruzioni di una New York che una cinquantina di anni dopo Gangs of New York si è modernizzata, ma non per questo è divenuta meno selvaggia. Ecco, probabilmente la sfida della sceneggiatura si farà più dura con la seconda stagione, che vedremo nel 2015. Per il momento, questa novità me la sono proprio goduta.

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