No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20160410

Long Wait

Lunga attesa - Marlene Kuntz (2016)

Erano anni che non vi parlavo della band cuneese. Colpa mia, ero arrivato al cosiddetto "troppo pieno", dopo anni di loro concerti, musica, dischi. Ho controllato: mi fermai alla recensione di Ricoveri virtuali e sexy solitudini, disco del 2010, seppure abbia ascoltato Nella tua luce, il disco del 2013, venuto dopo (e prima di questo). Mi sono accostato qualche giorno fa a questo Lunga attesa, nonostante lo avessi lì da un po', aspettando il momento giusto. C'è da dire che, arrivati al decimo lavoro in studio, dopo 27 anni di attività, e a distanza di 22 anni dal loro debutto Catartica, i Marlene risultano sempre dignitosi, progrediti portando avanti di pari passo il noise, il post grunge e la vena cantautoriale dark, tutto sommato convincenti.
Le liriche di Godano, la cui voce contraddistingue il suono della band, seppure non sia mai stata il massimo della tecnica e del timbro, sono ancora superiori a molte cose italiane e straniere, mentre la musica, se possibile, è davvero matura, a dispetto del fatto che sicuramente non sono scesi a compromessi.
La fonte soundgardeniana è forse quella alla quale si abbeverano ancora (Niente di nuovo, La città dormitorio, Fecondità) a piene mani, immediatamente dopo quella dei Sonic Youth, che come al solito dissemina l'intero disco.
Certo, non manca la ricerca della melodia, per quanto asimmetrica e vagamente contorta, non per questo meno affascinante: Formidabile, Il sole è la libertà, la splendida Un po' di requie, sono pezzi che ci ricordano che questa band è stata capace di scrivere canzoni indelebili, che rimarranno nella storia del rock italiano.
Niente male.



It's been years since I last wrote about the Marlene Kuntz. My fault, I had to take a break, after years of their concerts, music, albums, worship. I checked: I stopped with the review of "Ricoveri virtuali e sexy solitudini", in 2010, although I have heard "Nella tua luce", in the 2013. I approached this one just few days ago, although I had it there for a while, waiting for the right moment. Well, they are arrived at the tenth studio album, after 27 years of activity, and 22 years after their debut "Catartica", in a dignified shape, advancing pursuing together the noise, the post grunge and a dark vein of author music, always in a convincing way.
The lyrics of Cristiano Godano, whose voice marks the band's sound, although is never been the best of technique and tone, they are still superior to many Italian and foreign things, while the music, if possible, is really mature, despite that they definitely have never compromised it.
The soundgardenish source is perhaps the one at which they still drink ("Niente di nuovo", "La città dormitorio", "Fecondità") with both hands, immediately after that of Sonic Youth, who as usual marks the entire album.
Of course, they do not miss the search of the melody, as asymmetrical and loosely twisted, no less fascinating: "Formidabile", "Il sole è la libertà", the wonderful "Un po' di requie", maybe my favourite, are tracks that remind us that this band has been able to write indelible songs, which will remain in the history of Italian rock.
Not bad.

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