Tutto nasce mentre sono sdraiato in spiaggia a Gran Canaria. Una mia collega belga, che è stata inviata per un anno in Thailandia per organizzare tutta la catena logistica del nuovo impianto di Bicarbonato della società per cui lavoro, che prima di partire è stata una settimana nel mio ufficio perché, a detta dei nostri capi, l'ufficio Back Office (che io coordino) italiano è quello che funziona meglio (e lei soprattutto ha esperienza in vendite e Front Office), mi manda una chat e mi chiede (con una domanda retorica, mi conosce abbastanza bene) se mi va l'idea di andare nell'ex Siam per formare il piccolo gruppo di persone che dovrà costituire il Back Office locale. Naturalmente, rispondo di si entusiasticamente, e cominciamo a scambiarci possibili date. Rimaniamo d'accordo indicativamente per una intera settimana. Comincio subito a navigare nei siti delle compagnie aeree per farmi un'idea del volo più comodo e conveniente (faccio sempre così, anche se non pagherò io). La cosa interessante è che, per policy aziendale, essendo il volo di oltre 6 ore, posso viaggiare in business class. La mia collega C. comincia a chiedere le autorizzazioni necessarie alla "catena di comando". Mi riferirà poi che anche i grandi capi convengono che è una buona idea, e la scelta è corretta: vi ho già detto che, credeteci o no, vengo tenuto in grande considerazione.
Qualche settimana più tardi, mi chiama un altro dei miei grandi capi di Bruxelles, e mi dà il via ufficiale. Il mio capo locale, L., è già al corrente, e non ha nulla in contrario, anzi, è sempre molto contento che possiamo fare delle esperienze esterne.
Comincio quindi a "costruire" il viaggio, chiedendo anche qualche dritta ad un collega di produzione che è stato laggiù per tre volte, e anche per lunghi periodi.
La scelta cade su Emirates, volo da Roma Fiumicino via Dubai, partenza sabato 5 marzo in mattinata, arrivo a Dubai verso l'ora di cena, ripartenza verso Bangkok Suvarnabhumi dopo circa tre ore, arrivo a Bangkok al mattino presto della domenica 6. L'autista di C. mi verrà a prendere, e mi porterà a Pattaya, dove C. ha preso in affitto un appartamento.
Arriva la data fatidica: il giovedì sera preparo il bagaglio, e il venerdì mattina mi porto tutto a lavoro. Verso le 17,30 abbondanti, parto per Fiumicino. Arrivo all'ora di cena, giusto in tempo per provare un ristorante vicinissimo all'aeroporto, che da qualche tempo volevo provare. Dopo cena, via all'albergo che ho prenotato per la notte, situato nella stessa strada del parcheggio. Nottata tranquilla, colazione, al parcheggio per lasciare l'auto, navetta, aeroporto con largo anticipo, check in. Mi lasciano portare sia il trolley che la borsa a tracolla, mi danno il cartellino per i controlli fast track, si scusano perché la lounge Emirates è ancora in ristrutturazione (ricordate l'incendio del maggio 2015, mentre ero in Bosnia/Croazia?), quindi potrò accedere "solamente" a quella dell'Alitalia. E proprio per questo, mi viene dato anche un voucher per una colazione/pranzo/cena al ristorante di fronte al gate di imbarco. Passo i controlli, individuo il gate, poi entro nella lounge. In effetti, il pavimento sa di vecchio, ma insomma, non facciamo gli snob: si mangia e si beve gratis, ci si accomoda su poltrone un po' datate anche quelle, ma ce ne fosse. Mai dimenticarsi da dove si viene. Arriva quasi l'ora dell'imbarco, e mi appropinquo al gate, mi imbarco. Il posto a sedere è vicino al finestrino, ed è superfluo dire che è una figata.
L'unico difetto è che il volo dura meno di 6 ore. Scendo a Dubai, nessuno stop-over né all'andata, né al ritorno, l'amico C., che mi ha già ospitato due volte in passato, è "bloccato" a lavorare in un sito militare e non torna a casa ogni weekend. Il volo/coincidenza è solo dopo due ore, ma ho tutto il tempo per entrare nella galattica lounge Emirates (non riesco ad immaginare come sarà quella della First Class, questa è solo della Business), mangiare qualcosa, ricaricare i telefonini, e sonnecchiare su una comoda chaise longue (con annessa copertina e copri-occhi). Sullo sfondo, le luci di Dubai.
Arriva l'ora di imbarcarsi di nuovo, le 22 passate (di Dubai). Imbarco liscio come l'olio, e stavolta siamo su un A380, mica pizza e fichi. Ci ho volato un paio di volte, ma in Economy, e son proprio curioso di vedere come si sta in Business... Mi accoglie una assistente di volo che dire figa è poco, credo che siano proprio incoraggiate ad essere amichevoli al massimo: è mulatta e mi dice di chiamarsi Nada. Le dico che è un nome italiano, poco usato, casualmente una mediamente famosa cantante italiana si chiama così, ed è praticamente una mia compaesana. Mi riprometto di "amicheggiare" fortemente con Nada durante il volo. Certo è che quando mi rendo conto che per ogni posto a sedere c'è una sorta di minibar, quasi mi commuovo.
La vecchiaia e la stanchezza però, purtroppo, prendono il sopravvento, e dormo quasi tutto il volo, di poco più di 6 ore. Arrivo di buon mattino, espleto le formalità doganali, e sono fuori dall'aeroporto. Mi reco all'uscita dove C. mi ha assicurato che mi aspetterà il suo autista, ma sono in anticipo. Attendo un poco, lo chiamo, non capisco se sta arrivando oppure no. Spero di si. Passa quasi mezz'ora e lo richiamo. Difficile capire che cosa stia cercando di dirmi. Dopo un'altra decina di minuti, eccolo, a piedi. Ha parcheggiato su un altro piano, ci avviamo all'auto, mentre mi spiega perché non è potuto arrivare con l'auto dove mi trovavo, ma non capisco troppo bene. Non importa. La mia avventura thailandese è appena cominciata. Salgo in auto, destinazione Pattaya. Non sono neppure le 9 del mattino, mentre in Italia è notte fonda.
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