The Hope Six Demolition Project - PJ Harvey (2016)
Alcuni pensieri sparsi, per iniziare, su Polly Jean e il suo nono album.
Il suo progetto è uno dei progetti musicale che sono più vicini a un concetto generale e completo dell'arte. L'idea nasce da alcuni viaggi (Afghanistan, Kosovo, Washington D.C.), in cui è stata accompagnata da Seamus Murphy, un fotografo, che ha scattato le foto che fanno parte del progetto. Le sessioni di registrazione sono state aperte al pubblico pagante, come parte di un'installazione artistica; durante le sessioni, Murphy ha filmato, e queste riprese diventeranno un documentario.
Forse sono lento, ma mi sembra che questo sia l'album più blues che PJ abbia mai dato alla luce.
L'intero album è asimmetrico, sospeso tra buio e luce, tra rabbia e speranza. Polly Jean canta, come abbiamo detto, di Kosovo, Afghanistan (alcune delle "nostre" ultime guerre), Washington DC (lo "Hope Six" è un piano per rivitalizzare i peggiori progetti di edilizia pubblica negli Stati Uniti), entrando in temi politici, ma lei non ha spiegato affatto le sue intenzioni, così come non ha risposto alle pesanti critiche che ha avuto su questi testi. Questo è un buon punto, come ha scritto Laura Snapes su Pitchfork: forse, Polly Jean stessa, sta riflettendo, non denunciando.
In ogni caso, questo album è difficile da decifrare, come al solito, ma contiene una profonda, ruvida bellezza. Prendete il vostro tempo, e cercate di entrare lentamente all'interno.
Some random things, to start, about Polly Jean and her ninth album.
Her project is one of the musical project that is most close to a general and complete concept of art. The idea comes from some travels (Afghanistan, Kosovo, Washington D.C.), in which she was accompanied by Seamus Murphy, a photographer, that shot photos which are part of the project. The recording sessions were opened to the paying public, as part of an art installation; during the sessions, Murphy filmed, and these shoot will become a documentary.
Maybe I'm slow, but it seems to me this is the most blues album she gave birth.
The entire album is asimmetric, suspended between dark and light, between rage and hope. Polly Jean sings about, as we said, Kosovo, Afghanistan (some of "our" last wars), Washington D.C. (the "Hope Six" is a plan to revitalize the worst public housing project in the USA), entering in politics theme, but she didn't explain at all her intention, and she didn't answer to the heavy criticism she's had about these lyrics. This is a good point, as Laura Snapes wrote on Pitchfork: maybe, Polly Jean herself, is reflecting, not denounce.
Whatever the case, this album is difficult to crack, as usual, but contains a deeply, rough beauty. Take your time, and try to slowly enter within.
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