Attendo che se ne siano andati quasi tutti. Poi mi incammino verso il parcheggio, dove saluto ancora una volta Ben, che forse è venuto addirittura in auto dall'Inghilterra. Infilo la USB, e l'indirizzo del nuovo "terminal" di ritiro auto a noleggio, e mi metto in strada. Ho del lavoro da fare entro domattina, quindi prima arrivo in albergo, prima mi collego al wifi, meglio è. Ma non ho fatto i conti con il nuovo assetto dell'aeroporto di Charleroi.
Arrivo in meno di un'ora, prima di arrivare faccio il pieno e il distributore automatico non mi rilascia la ricevuta. Sono pochi euro, ma senza ricevuta non avrò il rimborso. Capita. Lascio l'auto, e, come spesso accade qui in Belgio da queste parti, l'addetto al ritiro dell'auto mi risponde in italiano. Salgo e mi metto ad aspettare la navetta. Passerà più di mezz'ora. Dei tre italiani che si mettono in coda dietro di me, uno è particolarmente attento a far rispettare l'ordine d'arrivo. Io sono stranamente meno interessato: avrà ragione lui, perché aspettando così tanto (ne parliamo in coda), le persone si accumulano, e il bus, quando arriva, essendo passato già dal P3, non riesce quasi a contenere tutti. L'autista, che parla un po' d'italiano (che vi ho detto?), con un approccio collaborativo, riesce a stripparci tutti dentro il bus, e parte. Quando si arriva all'imbocco della famosa strada che conduce all'aeroporto, c'è il posto di blocco militare. Quelli che sono in piedi devono scendere per il controllo documenti. Sono in piedi, quindi scendo e non mi accorgo se uno dei militari sale sul bus per controllare i documenti di quelli seduti (spero di si!). Io dico a chi ha il volo tra poco che volendo possono anche andare a piedi, l'autista conferma. Siccome fa freddo e il mio volo è domattina, gli dico "io però vengo con te" e lui "si dai, è meglio". E' bellissimo quando suggerisce a quelli che vanno a piedi di camminare sul betone. Si prosegue: da notare che i militari sono gentilissimi. All'aeroporto, chiamo l'hotel, e aspetto un taxi mandato da loro. Aspetto un po', al terminal dei bus, qualche tassista (quasi tutti di origine marocchina) mi offre un passaggio, ma quando gli dico che sto aspettando il taxi dall'hotel mi dicono ok, e io ringrazio con uno shokran. Richiamo perché sto aspettando da un po': la ragazza mi dice che c'è molto traffico e coda, le dico che capisco, aspetto. Una ragazza mi chiede se sto aspettando l'autobus per la stazione, le dico che no, ma che quello è il punto corretto. Arriva il taxi, salgo, il tassista mi chiede se sono italiano, e io rispondo "vai, anche te?". La sua famiglia viene dal sud, Calabria e Puglia. Discorriamo amabilmente nei 2 minuti di tragitto (in uscita non è così complicato, soprattutto se hai la tessera per far aprire il cancello giusto alla fine del terminal dei bus), domandandoci cosa ci fa una bisarca (sicuramente cerca il parcheggio delle compagnie di noleggio auto, ma ha sbagliato). Pago e saluto, faccio il check in, mi illustrano gli orari di cena, colazione e prima navetta, che ovviamente, è stata anticipata (sono già stato qui, tre mesi fa la prima era alle 5, adesso è alle 4,30). Vado in camera, e comincio a lavorare. Stacco per la cena, dove mi macchio i pantaloni che ero riuscito miracolosamente a non macchiare nei 5 giorni precedenti, provo un lavaggio parziale d'emergenza, perché mi piacciono più di quelli che ho portato di riserva, ma non c'è nulla da fare. Riprendo il lavoro e ce la faccio a finire. Dormo poche ore (sveglia alle 3), colazione, navetta, dove stiamo in coda per mezz'ora. Poi, 20 minuti di coda per entrare nell'edificio dell'aeroporto (fa freddino), altri 15 almeno per i controlli, ma comunque sono in orario. Mi preoccupo un po' per il collega che so essere sullo stesso volo, ma arriva. Scambiamo quattro chiacchiere, poi comincia il pre-imbarco. Quando si sale, come annunciato da uno degli assistenti di volo prima di salire, una sorpresa: come da sito Ryanair, siamo su un aereo nuovo. Stesso modello, ma nuova versione, sedili, cappelliere, insomma, interni moderni. Dormicchio, e si arriva con una decina di minuti di anticipo. In breve sono al parcheggio, salgo in auto, e via, si comincia un'altra giornata di lavoro. Con un'ottica leggermente diversa. Si spera, migliore.
foto presa da https://twitter.com/meganspecia
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