Day Breaks - Norah Jones (2016)
Ecco, questo si che è un paradosso. Fino a qualche anno fa, non riuscivo ad ascoltare il jazz, lo trovavo noioso. Dopo il suo debutto, non riuscivo ad ascoltare Norah Jones, ed ero d'accordo con chi l'aveva soprannominata Noia Jones. Le prerogative della figlia di Ravi Shankar erano una vocina da usignolo, un curriculum da cantante jazz, ma dischi pieni di canzoncine finte jazz melense, fatte apposta per sfondare le classifiche. Finalmente al sesto disco, si ricorda di essere anche un'artista, torna vagamente al jazz, e finalmente riesco ad ascoltarla (nel frattempo non è che sono diventato un esperto di jazz, ma almeno qualcosa, soprattutto voci femminili, riesco ad apprezzarle).
Intendiamoci: non c'è certo da gridare al miracolo, ma quantomeno, Day Breaks è piacevole da ascoltare, la bella voce di Norah è al servizio di musica di una certa qualità.
Dodici pezzi, nove originali e tre cover (Don't Be Denied di Neil Young, Peace di Horace Silver, e Fleurette Africaine di Duke Ellington), con una bella partenza (Burn) e alcuni pezzi davvero interessanti (It's a Wonderful Time for Love, Sleeping Wild). Mi piacerebbe che continuasse così, magari riuscendo pure a trovare più intensità, più "anima". Vedremo.
So, that is a paradox! Until a few years ago, I could not listen to jazz, I found it boring. After her debut, I could not listen to Norah Jones, and I agree with those who had nicknamed (in Italy) Noia (Boredom) Jones. The Ravi Shankar's daughter prerogatives were the voice of a nightingale, a resume as a jazz singer, but albums full of silly fake jazz songs, specially made to break the charts. Finally, with the sixth album, she remembered to also be an artist, vaguely back to jazz, and finally I can listen to her (in the meantime, I wasn't became a jazz expert, but at least something, especially female voices, I could appreciate them).
Mind you: there is certain not a miracle, but at least, "Day Breaks" is pleasant to listen to, the beautiful voice of Norah is at service of music of a certain quality.
Twelve tracks, nine originals and three covers ("Don't Be Denied" by Neil Young, "Peace" by Horace Silver, and "Fleurette Africaine" by Duke Ellington), with a good start ("Burn") and some really interesting tracks ("It's a Wonderful Time for Love", "Sleeping Wild"). I would like her to continue like that, maybe even managing to find more intensity, more "soul." We'll see.
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