Sorprendentemente, e molto molto velocemente, è passato un anno da questo appuntamento, ed è già l'ora di rinnovarlo. Quest'anno la location è sempre nei dintorni di Parigi, ma praticamente, dalla parte opposta: se l'anno scorso eravamo in questo castello ristrutturato a Rochefort-en-Yvelines, sud-ovest della capitale, quest'anno siamo a Gressy, nord-est, e, cosa più importante, a dieci minuti di auto dall'aeroporto Charles De Gaulle (mentre l'anno passato, il luogo era a un'ora d'auto dall'aeroporto di Orly). Il luogo preciso è Le Manoir de Gressy, una residenza che risale al 17esimo secolo, naturalmente rinnovata, ma con uno stile decisamente retrò, che a me non fa impazzire.
Come che sia, si parte di buon mattino martedì 25 ottobre, passo a prendere due colleghi che vivono al paesello, e ci dirigiamo verso l'aeroporto di Peretola: come alcuni di voi avranno notato, dall'aeroporto di Pisa non ci sono più voli per CDG. Quindi volo HOP! da Peretola, verso l'ora di pranzo. All'aeroporto troviamo un altro collega, e le chiacchiere ci aiutano ad ingannare il tempo che ci rimane. Bella giornata, volo tranquillo, a Parigi c'è un taxi che ci aspetta, e in dieci minuti veri siamo a Gressy. Facciamo conoscenza con la camera, il tempo di mettere il naso fuori per vedere se recupero qualcosa da mangiare e sono già immerso in una riunione informale (mentre gli altri, tutti commerciali, hanno riunioni di presentazione sui nuovi prodotto sui quali la società sta puntando per il futuro) con due miei capi, su un progetto che mi vede coinvolto già da un po'. Me la cavo come sempre, parlando poco, anche perché lo vedo ancora piuttosto astratto, e soprattutto, vedo molte difficoltà nel far cambiare mentalità ad alcuni colleghi che fanno parte di altre servizi. Pian piano, mentre ci si avvicina alla cena, arrivano tutti gli invitati, quindi facce conosciute, e qualcuna (poche, per la verità) ancora no.
Le due colleghe con le quali mi sono sentito spesso in questi anni, ma non ho mai avuto occasione di incontrare di persona, sono la rumena C. e la greca D. Finalmente posso salutarle come si deve, e C. mi sorprende quando le dico che in un paio di settimane sarà qualche giorno a Bucarest per un city break, mi dice che dobbiamo assolutamente andare a cena insieme. Ci metteremo d'accordo in questi due giorni, ma si parte subito bene. La cena è servita, e l'alcol scorre a fiumi soprattutto dopo cena. L'intenzione di andare a letto presto va a farsi benedire.
Mercoledì 26 ottobre si comincia tardi, per dar modo a quelli che vengono da vicino di arrivare. La giornata è un susseguirsi di risultati e road map, prima di pranzo c'è un breve discorso del capo del gruppo delle unità produttive, a mio modo di vedere davvero intenso e motivante, ma come dico sempre, io sono un ingenuo, e mi toccano cose che ad altri non fanno né caldo né freddo. Dopo il pranzo, che è a buffet, veniamo divisi in gruppi da 5/6, e l'attività che ci chiedono di fare è veramente figa, stavolta. A nostra "disposizione" ci sono alcuni registi pubblicitari, e i vari gruppi devono creare uno spot di 30 secondi su uno dei nuovi prodotti che la società pensa di lanciare a breve. Non ci crederete, ma nel mio gruppo mi ascoltano seriamente anzi, pretendono che inventi qualcosa. Lancio un'idea minimale, ma pian piano viene modificata, anche se viene mantenuto lo slogan, che ho sottolineato io, ma che in realtà, come faccio notare, ha detto una collega del gruppo. Mi viene chiesto di suggerire una colonna sonora, e opto per Breathe Me di SIA: approvata all'istante. Si gira, non c'è molto da girare, la collega M. apparirà brevemente nello spot e nessun altro. Poi si registrano le frasi (slogan e nome del prodotto), lascio fare agli altri anche se sono convinto che potevo fare di meglio. Ci siamo divertiti, e mentre si rientra nella sala a noi destinata vediamo all'opera ancora altri gruppi impegnati in travestimenti veramente buffi. Adesso c'è un intervento esterno, un dirigente di Suez che ci spiega cosa fa la società per cui lavora: devo dire, interessante (Suez è partner della società per cui lavoro, in diversi siti produttivi), e poi siamo pronti per la cena. Dopo, varie chiacchiere, tra le più interessanti quella al chiar di luna con il collega I., bulgaro, che mi dà sempre dritte interessanti quando vado nei Balcani, e con cui c'è una simpatia reciproca. Anche stasera, andare a letto presto è rimasta una chimera.
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