Sleep Well Beast - The National (2017)
La mia "relazione" con la band di Cincinnati, Ohio, è sempre stata conflittuale. Nel 2007 inserii il loro Boxer nella top ten dei dischi più brutti dell'anno. Nel 2010 parlai discretamente del loro High Violet. Avendo completamente schivato il precedente Trouble Will Find Me (2013), mi sono ritrovato all'ascolto di questo nuovo Sleep Well Beast spinto da un paio di recensioni a dir poco entusiastiche, e ho trovato incredibilmente esagerate le recensioni che lo definivano il disco dell'anno (cosa già accaduta in passato per altri loro lavori), e di ben poco spessore il disco nella sua interezza.
Intendiamoci: non ho niente contro di loro, e capisco che siano bravi e possano anche avere il loro fascino, è solo che trovo davvero esagerato esaltarli, perché, seppure il loro genere (Indie? Post? Art?) non sia esattamente quello che preferisco, ci sono band che riescono a piacermi e perfino ad esaltarmi, o a toccarmi il cuore. Riconosco, e l'ho già fatto, che sappiano scrivere buone canzoni, che la voce di Berninger abbia il suo perché, e che molto spesso riescano ad affrancarsi da quell'essere un po' Editors, un po' Interpol, un po' (poco) Cohen, un po' Wilco, disegnando pagine (canzoni) piacevoli; ma non sono ancora riusciti a toccarmi nel profondo. Magari è colpa mia. Magari.
My "relationship" with the band from Cincinnati, Ohio, has always been conflictual. In 2007 I put their "Boxer" in the top ten of the worst record of the year. In 2010 I spoke discreetly about their "High Violet". Having completely dodged the previous "Trouble Will Find Me" (2013), I found myself listening to this new "Sleep Well Beast", prompted by a couple of reviews very enthusiastic, and I found incredibly exaggerated these reviews that defined it as the record of the year (what had happened in the past for some of their other works), and the disc in its entirety was not very thick.
Let's be clear: I have nothing against them, and I understand they are good and they can also have their charm, it's just that I find it really exaggerated to exalt them because, even though their kind of music (Indie? Post? Art?) is not exactly what I prefer, there are bands that I can enjoy and even exalt me, or touch my heart. I recognize, and I have already done, that they know how to write good songs, that Berninger's voice has its meaning to exist, and that they often manage to get rid of that being a bit of Editors, a bit of Interpol, a bit (very few) of Cohen, a bit of Wilco, drawing pleasant pages (songs); but they have not been able to touch me deeply. Maybe it's my fault. Maybe.
2 commenti:
Condivido tutto. A me il disco piace ed è tra i miei preferiti della mattina (quando ancora parte di me vorrebbe essere tra le lenzuola). Ma da lì a esaltarlo ce ne passa.
Son bravi e sanno scrivere. Ma non riesco a togliermi dalla testa e dalle orecchie questa sensazione di già sentito.
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